
Su Facebook sono circolati diversi post che incitavano alla violenza in Etiopia. Ora alcuni cittadini hanno denunciato la società Meta per la mancata moderazione.
La frontiera tra Etiopia e Eritrea era chiusa dal 1998. Dopo due decenni di conflitto e circa 80mila morti, i passaggi al confine sono stati riaperti.
Etiopia e Eritrea hanno compiuto un nuovo passo nel processo di pace avviato nello scorso mese di luglio, dopo due decenni di conflitto. Martedì 11 settembre, le due nazioni africane hanno riaperto la loro frontiera terrestre.
Il primo ministro etiope, Abiy Ahmed, e il presidente eritreo, Issaias Afeworki, hanno partecipato alla cerimonia ufficiale. Quest’ultima è stata effettuata dapprima nel sud-est della linea di confine, nelle città di Bure e di Sebay Sima; quindi nel nord-ovest, a Zalambessa e Serha.
I passaggi erano stati chiusi nel 1998, quando la guerra tra i due paesi – che provocherà 80mila morti – era appena scoppiata. A consentire a Etiopia ed Eritrea di ritrovare il cammino della pace è stata l’apertura effettuata a giugno da Abiy Amhed, che ha disposto la liberazione di numerosi oppositori, ordinato la fine dello stato di emergenza e introdotto importanti riforme economiche. Ma, Soprattutto, ha accettato di rispettare una decisione emessa nel 2002 da una commissione territoriale sotto l’egida delle Nazioni Unite, che concedeva all’Eritrea un territorio conteso tra le parti.
È proprio in questa zona che si sono ritrovati i due leader, in occasione della festa per il Capodanno etiope. A Zalambessa, simbolicamente, i militari delle due nazioni hanno tolto i sacchi di sabbia che bloccavano il passaggio, si sono salutati e hanno danzato insieme. Le immagini sono state trasmesse in diretta dalla televisione nazionale etiope.
Ethiopia reopens embassy in Eritrea in further warming of ties https://t.co/vVoR4ch4ds pic.twitter.com/pnpjdsy7Tq
— Reuters Top News (@Reuters) 6 settembre 2018
“Lavorando insieme anziché distruggendoci, aiutandoci anziché sabotandoci, potremo progredire”, ha affermato il presidente della regione frontaliera del Tigré. “Spero che potremo edificare un modello di pace, di fratellanza e di cooperazione nei prossimi anni”, ha aggiunto.
Per l’Etiopia in particolare, la riapertura della frontiera è molto più che un simbolo. La nazione aveva perso l’accesso strategico al mar Rosso. Ora, grazie allo sfruttamento dei porti eritrei di Assab e Massawa, si potranno sviluppare fortemente le importazioni e le esportazioni.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Su Facebook sono circolati diversi post che incitavano alla violenza in Etiopia. Ora alcuni cittadini hanno denunciato la società Meta per la mancata moderazione.
Ursula von der Leyen annuncia un pacchetto di investimenti di 12 miliardi di euro per rafforzare la cooperazione. E intanto le cinque repubbliche ex-sovietiche si smarcano dalla Turchia sulla spinosa questione cipriota.
Una compagnia canadese ha ottenuto i permessi per estrarre uranio nei pressi di un piccolo villaggio dell’Alaska. La comunità indigena locale degli Iñupiat non ci sta.
La Lettonia è il primo paese europei ad abbandonare la Convenzione di Ottawa contro le mine antiuomo. Altri quattro stati vogliono fare altrettanto.
Il segretario Onu Guterres ha denunciato la disastrosa situazione umanitaria a Gaza e intimato a Israele di rispettare il diritto internazionale.
L’attacco israeliano è avvenuto il 23 marzo ma è venuto allo scoperto solo nei giorni scorsi. Secondo fonti locali è stata un’esecuzione.
Il violento terremoto che ha colpito il Myanmar, uccidendo migliaia di persone, indebolisce ancor di più una popolazione già stremata.
Mai si erano verificati incendi così gravi in Corea del Sud. Bruciati oltre 35.800 ettari, mobilitato l’esercito. Migliaia di persone evacuate.
Centinaia di persone sono scese in strada per chiedere la fine della guerra israeliana su Gaza e fare pressione su Hamas.