Lighthouse Reports mostra decine di respingimenti di migranti nel deserto da parte di Tunisia, Marocco e Mauritania, che l’Ue paga per gestire i flussi.
- L’Unione europea sta dando centinaia di milioni di euro ai governi nordafricani per arginare il fenomeno migratorio, ma con gravi conseguenze.
- I giornalisti di Lighthouse Reports hanno documentato decine di deportazioni di migranti nel deserto da parte di Tunisia, Marocco e Mauritania.
- L’Europa assicura di monitorare costantemente il rispetto dei diritti umani nei paesi finanziati, ma secondo l’inchiesta in realtà in alcuni casi finanzierebbe direttamente le deportazioni.
Stiamo pagando lautamente i governi nordafricani per deportare i migranti nel deserto del Sahara e nelle aree più remote del Marocco, della Mauritania e della Tunisia. A sostenerlo è un’indagine del collettivo di giornalisti Lighthouse Reports che sottolinea come queste pratiche costituiscano gravi violazioni dei diritti umani. A pagare milioni di euro è l’Europa attraverso l‘accordo siglato qualche mese fa con la Tunisia del presidente autocrate Kaïs Saïed; a pagare è l’Italia, in nome di quel Piano Mattei che per molti si riduce a una questione di approvvigionamento energetico e di contrasto all’immigrazione che forse va a vantaggio della Tunisia, dell’Italia e dell’Europa, ma dove a perdere sono soprattutto i diritti umani e le persone che sono costrette a migrare per sperare in un futuro dignitoso.
Discariche nel deserto: l’indagine di Lighthouse Reports
Una indagine del collettivo di giornalisti Lighthouse Reports, che riunisce alcune delle testate più importanti del mondo – come Washington Post, Enass, Der Spiegel, El País, Irpi Media, ARD, Inkyfada e Le Monde – ha documentato almeno tredici casi di respingimenti di migranti nel deserto da parte delle polizie di Tunisia, Marocco, Mauritania, solamente nell’ultimo anno, l’ultimo appena pochi giorni fa: deportazioni che hanno coinvolto centinaia di migranti, molti dei quali – ma non possiamo sapere quanti – sono morti, dispersi del deserto del Sahara.
Discariche nel deserto è il nome crudo, evocativo, dell’inchiesta di Lighthouse Reports: e i fondi per queste discariche nel deserto sono stati pagati con il pretesto della “gestione della migrazione” dall’Unione europea: Bruxelles afferma pubblicamente di monitorare da vicino come vengono spesi questi soldi, ma la realtà è diversa. Un’indagine durata un anno che rivela come l’Europa abbia finanziato consapevolmente, e in alcuni casi è direttamente coinvolta, nella detenzione e nell’espulsione sistematiche di persone in momento in almeno tre paesi del Nordafrica.
In Marocco, Mauritania e Tunisia, i rifugiati e i lavoratori migranti, alcuni dei quali erano in viaggio verso l’Europa, e anche persone in possesso di uno status legale e mezzi di sussistenza stabili in questi paesi, vengono arrestati in base al colore della loro pelle, caricati sugli autobus e portati in mezzo al nulla, spesso in zone aride e desertiche. Lì vengono lasciati senza alcuna assistenza, acqua o cibo, esponendoli al rischio di rapimento, estorsione, tortura, violenza sessuale e, nei casi peggiori, morte. Altri vengono portati nelle aree di confine con la Libia dove, secondo quanto riferito, vengono venduti dalle autorità a trafficanti di esseri umani e bande che li torturano per ottenere un riscatto.
Le persone muoiono nel Mediterraneo, muoiono nelle prigioni in Libia e in Tunisia. La gente in Tunisia non si comporta in modo umano, perché quando ti prendono per la strada, ti spediscono nel deserto, oppure in Libia. E così le persone muoiono.
Sono le parole di Mukhtar Osman, un ragazzo sudanese che era stato intervistato qualche tempo fa in Tunisia dai volontari dell’associazione Baobab Experience, di fronte alla sede dell’Unhcr. Oggi Osman non c’è più, è stato inghiottito dal mare, vicino alle coste della Tunisia. Ma con queste parole ricordava come anche tornare indietro, anche essere respinti nel deserto nel nome della “gestione della migrazione” che l’Occidente appalta ai paesi nordafricani, sia altrettanto pericoloso.
Violazioni finanziate dall’Europa
I giornalisti di Lighthouse Reports hanno scoperto che in Tunisia, Marocco e Mauritania vengono sistematicamente espulsi migranti provenienti da paesi sub-sahariani e dell’Africa occidentale con modalità razziste. Attraverso interviste a oltre 50 sopravvissuti, prove visive e metodi open source, hanno documentato deportazioni forzate e abusi. In Tunisia, ad esempio, hanno verificato 13 incidenti tra luglio 2023 e maggio 2024, dove gruppi di neri sono stati raccolti nelle città e portati ai confini libici o algerini, con alcuni consegnati alle autorità libiche e incarcerati. In Marocco, i giornalisti hanno seguito le Forze ausiliarie, filmando arresti di migranti neri a Rabat e la loro deportazione in aree remote. In Mauritania, hanno osservato un centro di detenzione a Nouakchott, dove migranti venivano portati al confine con il Mali.
L’Unione europea paga più di 400 milioni di euro a Tunisia, Mauritania e Marocco per la gestione della migrazione, attraverso un fondo fiduciario dell’Ue. Tuttavia, secondo Lighthouse Reports, che sostiene di aver avuto accesso a documenti interni di Frontex, l’agenzia europea per il controllo delle frontiere, l’Ue sarebbe consapevole delle violazioni dei diritti umani almeno dal 2019, e addirittura finanzierebbe direttamente le forze paramilitari marocchine coinvolte nelle deportazioni, ma nega l’uso dei fondi per tali scopi.
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