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La maggior parte delle aziende italiane considera importante la riduzione dell’impatto ambientale degli eventi, regna tuttavia la confusione a causa della scarsa preparazione.
Le aziende italiane attribuiscono crescente importanza alla sostenibilità ambientale nella gestione degli eventi nonostante per la maggior parte di esse l’argomento sia ancora nebuloso. La volontà c’è, gli strumenti si stanno affinando.
È quanto emerge dal rapporto Green Events and Meetings, redatto da Cisalpina Research. Lo studio è stato effettuato attraverso un questionario rivolto ai responsabili della gestione eventi e ha evidenziato che, di tutte le aziende interessate, solo il 7 per cento ha investito con convinzione nella sostenibilità. Le intenzioni, però, sembrano promettenti visto che il 70 per cento ritiene che la riduzione dell’impatto ambientale sia un obiettivo su cui vale la pena investire risorse ed energie.
Il provvedimento principale adottato dal 65 per cento delle aziende riguarda corsi di formazione per i dipendenti. La sostenibilità viene anche ricercata dal 29 per cento delle aziende ricorrendo a fornitori rispettosi dei parametri ambientali. Il 42 per cento delle imprese che ancora non effettua questa selezione nella catena di approvvigionamento ha inserito la definizione di una politica formale di acquisti responsabili fra gli obiettivi futuri.
Analizzando la sostenibilità applicata all’organizzazione di eventi c’è confusione tra le aziende. Il 70 per cento degli intervistati è consapevole che la riduzione dell’impatto ambientale, come la compensazione delle emissioni di CO2 generate dall’evento, può rappresentare un valore aggiunto per l’impresa. Nonostante ciò la metà del campione ritiene che i vantaggi siano più che altro per l’ambiente, il 33 per cento prospetta una ricaduta positiva in termini sociali e solo il 14 per cento crede ad un possibile vantaggio economico.
La percezione distorta si riflette nelle attività considerate importanti per rendere un evento “green”. Efficienza energetica, smaltimento dei rifiuti e certificazione ambientale, per la loro immediata riconducibilità all’ambiente, sono considerati prioritari. Attività collaterali come il ricorso ad alimenti a chilometro zero, l’utilizzo di materiali riciclati e il car pooling rivestono minore importanza.
La mancanza di coerenza nelle scelte compiute da molte aziende si spiega con la carenza di conoscenze e professionalità specifiche, il 90 per cento delle imprese, infatti, ignora l’esistenza di strumenti di certificazione degli eventi.
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