Al Golf & Relais Feudo d’Asti due giorni di sfida tra le Proettes italiane nel Campionato femminile nazionale di golf.
I prossimi 12 e 13 ottobre il volto femminile della Pgai, Associazione italiana professionisti del golf, sarà protagonista del 19° Ladies Pgai Championship, il campionato femminile nazionale che vedrà in campo le migliori professioniste italiane.
Teatro della sfida il nuovo percorso Golf & Relais Feudo d’Asti, disegnato da Graham Cooke, uno dei progettisti più importanti a livello internazionale. Diciotto le buche, in un continuo saliscendi tra i dolci pendii delle colline piemontesi del Monferrato e la tenuta Valdeperno, un ampio anfiteatro naturale con al centro una splendida villa settecentesca.
“Siamo veramente orgogliosi di ospitare un evento così importante. Il golf femminile rientra nelle nostre strategie anche per il futuro e vorremmo che questa manifestazione diventasse un appuntamento fisso per le professioniste italiane”, dichiarano Marco Sutter e Pamela Reali, rispettivamente presidente e direttore generale del Golf & Relais Feudo d’Asti, a dimostrazione di quanto le donne siano sempre più al centro dell’attenzione del mondo golfistico.
Tra gli obiettivi del Golf & Relais Feudo d’Asti, però, non vi è solo il sostegno allo sport di genere, ma anche la promozione di un’importantissima iniziativa green: BioGolf. Il progetto, nato nel dicembre 2014 su iniziativa di Geo Golf environment organisation, vede uniti la Federazione italiana golf, Federparchi, Fondazione Univerde e Legambiente, coordinati dall’Istituto per il credito sportivo.
La finalità è ripensare alla strategia di sviluppo golfistico secondo un nuovo modello sostenibile, sia dal punto di vista ambientale sia dal punto di vista economico. In sostanza, il protocollo BioGolf esclude l’uso di prodotti chimici di sintesi per la manutenzione del tappeto erboso, adotta fertilizzanti organici naturali e fitofarmaci biologici, punta ad operazioni colturali di natura meccanica, incentiva la sostenibilità ambientale e la protezione e la conservazione del paesaggio e della biodiversità, e sostiene nuovi percorsi anche a carattere turistico.
Perché questo sport torni ad essere, così come in origine sui percorsi lungo le coste britanniche, una pratica che coniuga la difesa del territorio con lo sviluppo eco-turistico.