Tra campagne social ed eventi sparsi per tutta Italia, a Milano si terrà anche uno spettacolo teatrale. Questo e molto altro è Fashion Revolution Week dal 24 al 30 aprile.
Dal 24 aprile al 30 aprile sarà Fashion Revolution Week, una settimana in memoria della strage di Rana Plaza (Bangladesh) nella quale persero la vita più di 1100 lavoratori tessili che producevano abiti per noti marchi occidentali. Molti altri nell’industria dell’abbigliamento ancora oggi si trovano costretti a lavorare in condizioni pericolose oltre che disumane: così è nato il movimento Fashion Revolution, promotore di un’industria della moda più giusta, che lancia ogni anno una settimana all’insegna di eventi e campagne social di sensibilizzazione in tutto il mondo.
Fashion revolution week in Italia
Grazie a Marina Spadafora, stilista e responsabile italiana dell’organizzazione appoggiata da Altromercato e ActionAid, la settimana dedicata alla moda etica verrà animata da eventi lungo tutto lo Stivale, tra cui uno spettacolo teatrale che andrà in scena a Milano il 27 aprile nello Spazio NonostanteMarras in via Cola di Rienzo a partire dalle 18:30.
Il monologo inedito interpretato dall’attrice Lella Costa verterà principalmente sull’impatto dell’industria della moda tanto dal punto di vista ambientale quanto, e soprattutto, dal punto di vista sociale. L’organizzatrice stessa dichiara di voler “offrire un momento di informazione, emozione, presa di coscienza e convivialità, che ci auspichiamo aiuti ad accelerare il cambiamento che tutti desideriamo nel mondo di oggi”. E, naturalmente, a presenziare l’evento saranno anche alcuni soggetti che hanno fatto di questo credo una realtà economico-sociale ammirevole come Cangiari, Auteurs du Monde e altri progetti di moda sostenibile.
La campagna social
In parallelo all’evento, per tutta la settimana, sui social network sarà attiva una campagna di sensibilizzazione dal titolo “Chi ha fatto i miei vestiti?”. Per partecipare basterà semplicemente postare una foto con l’etichetta del capo indossato ben in vista, utilizzare l’hashtag #whomademyclothes, taggare il corrispondente marchio di moda e condividerne le risposte.
In questo modo, coltivatori di cotone, lavoratori delle fabbriche, grandi marchi, negozi di abbigliamento, consumatori, attivisti e qualsiasi altro operatore del mondo della moda vengono invitati a una maggiore trasparenza e consapevolezza affinché il settore possa diventare più etico e sostenibile in futuro.