Inaugura il 24 maggio allo Spazio Tadini di Milano – Casa Museo di via Jommelli 24 – la mostra fotografica di Franco Viganò, “Elicitazioni” che sarà esposta fino al 24 giugno, in concomitanza con quella visitabile all’Università Cattolica “La misericordia è una carezza” di Marta Carenzi, oltre che di Viganò. Scatti diversi tra loro, uniti solo da una
Inaugura il 24 maggio allo Spazio Tadini di Milano – Casa Museo di via Jommelli 24 – la mostra fotografica di Franco Viganò, “Elicitazioni” che sarà esposta fino al 24 giugno, in concomitanza con quella visitabile all’Università Cattolica “La misericordia è una carezza” di Marta Carenzi, oltre che di Viganò.
Scatti diversi tra loro, uniti solo da una stessa sensibilità; proprio il fotografo infatti spiega che non si può parlare di un tema conduttore nelle sue opere ma di un leitmotiv, l’emozione, che sta dietro l’immagine.
Immagini della Sicilia, del Giappone, inglesi, un geko defunto, rovine, metropolitane, sassi e qualche persona, la realtà, tutta e la tecnica delle foto ipercontrastate che ha sempre utilizzato e lo contraddistingue.
“La vita è una cosa che accade mentre noi accadiamo a lei, fotograficamente è bianco e nero, estremismi di correnti che si fondono e si esprimono nell’infinità degli spruzzi dei grigi…”: come a dire che è impossibile dare definizioni alla vita, all’arte e quindi agli scatti.
Scrittore oltre che fotografo, Viganò negli scatti, così come nei romanzi e racconti, rappresenta e racconta la dicotomia che si presenta nella vita, sempre. Il dolore ritratto per esempio nei servizi fotografici all’interno di centri per disabili, non vedenti, tossici e alcolizzati, anziani e malati.
L’altro elemento è il sogno a cui dà vita e sostanza artistica grazie a immagini ipercontrastate, sottoesposte, con una saturazione eccessiva. Dice Viganò “Sempre più spesso fotografo cose che mi colpiscono profondamente ma che trovo realizzate nella loro elaborazione onirica più che nello scatto tecnico con taratura precisa del bianco, temperatura esatta del colore, esposizione calcolata. Soprattutto nei viaggi la realtà è zeppa di immagini che sono della stessa sostanza dei sogni. Diversamente dai visi scolpiti dei sofferenti, dove l’esattezza del dettaglio è rispetto descrittivo dovuto al loro dolore.”
E che Viganò ama le parole, oltre alle immagini lo si legge in questo aneddoto finale, che è forse l’inizio della “storia”: …”tanti anni fa, di ritorno dal teatro, pioveva tantissimo e io forzavo al massimo i tergicristalli, parcheggiato sotto la casa di Sylvia. Lei mi disse di fermarli, che le piaceva così la realtà, inesatta, sfocata, come se si fossero dimenticati gli occhiali. La realtà bagnata era meravigliosa, stimolava la fantasia ed era tenera come un cane bagnato, e commuoveva.”
Lo Spazio Tadini è aperto: mercoledì 15:30 -19:00, giovedì venerdì e sabato 16:00 – 22:30, domenica 11:30 – 17:00.