dal 23 Aprile al 1 Gennaio
86030 Civitacampomarano, Province of Campobasso, Italy

Dal 21 al 24 aprile nel borgo di Civitacampomarano, in Molise, che ormai conta poco più di 500 anime, si tiene il Cvtà street fest che reinterpreta con linguaggi urbani una poesia persa. Sei artisti internazionali coinvolgeranno la comunità locale nel ridipingere i muri del centro storico, durante il quale Legambiente collabora con un evento collaterale, il b_Lab, laboratorio di rigenerazione urbana che si terrà sabato 23, per rianimare e immaginare la vita nei luoghi abbandonati della parte del borgo fantasma, ricucire le sue strade e architetture con la vita del borgo attuale e riappropriarsi di un pezzo di borgo condannato da tempo all’abbandono.

 

cvta-legambiente

 

 

Il laboratorio sarà il primo appuntamento di un calendario che “viaggerà” per i borghi italiani e suggellerà la collaborazione con la street artist AliCè per attivare laboratori di comunità che ripensino, tra arte e ambiente, la riconfigurazione dello spazio urbano e sociale dei borghi italiani. Un’alleanza inedita per coinvolgere la comunità locale intorno alla progettazione partecipata, per rivitalizzare, scoprendo nuove modalità per rivitalizzare i tessuti sociali intorno a nuove visioni condivise. Perché la differenza può iniziare da un approccio e uno sguardo nuovo, contrapponendosi all’abbandono e alla rassegnazione, valorizzando al meglio i luoghi anche attraverso le opere della street art, un’arte che sempre più spesso in maniera virale contribuisce a ridisegnare, e riattivare dinamiche virtuose di rigenerazione del paesaggio urbano delle grande città. E ora finalmente anche dei piccoli comuni: un enorme tessuto di amministrazioni nel secondo dopoguerra ha assunto caratteri strutturali. Da sempre l’attenta analisi di questi trend che continuano a volgere al negativo ad ogni aggiornamento di ricerca, ha mobilitato Legambiente per chiedere politiche mirate di rivitalizzazione e per ridare dignità ai territori che custodiscono bellezza e ricchezza naturale, producendo molte delle migliori filiere delle qualità che il mondo ci invidia e viene a visitare.

 

Un’attrazione che quell’Italia incastonata nelle dorsali interne del paese continua ad esercitare sugli stranieri e sulle anagrafi affettive degli italiani, ma non sulla politica, che continua a ritardare politiche di riequilibrio territoriale che permettano anche di ricostruire i legami di reciprocità tra centri urbani e aree rurali, ristabilendo un’armonica distribuzione della popolazione a garanzia del nostro sistema sociale e culturale; come certezza nella manutenzione del territorio e come opportunità di sviluppo economico, di inclusione e accoglienza, di misure di adattamento ai cambiamenti climatici.