
Allo store milanese di The North Face, dal 12 al 18 ottobre la circolarità è protagonista: si comincia con un talk, poi il Circular Design Workshop.
Allo store milanese di The North Face, dal 12 al 18 ottobre la circolarità è protagonista: si comincia con un talk, poi il Circular Design Workshop.
Uno de problemi più gravi nel settore tessile è dato dalla sovrapproduzione. È stato stimato, dal Parlamento europeo, che ogni persona risiedente nel Vecchio Continente compri mediamente 26 chili di prodotti tessili all’anno e che, nella sola Unione europea, ogni anno questo si traduca in 654 chili di CO2 equivalente per persona. Ecco perché è importante parlare di circolarità: The North Face e LifeGate hanno organizzato a questo proposito Circular Design Workshop, una settimana ad hoc, trasformando lo store di Milano in un hub dove discutere del problema e delle possibili soluzioni, ma dove sarà anche possibile per chiunque portare i propri capi a riparare e partecipare a workshop di upcycling. Non si può parlare di sostenibilità nella moda senza interrogarsi su come allungare il più possibile la vita dei capi.
The North Face da tempo si è impegnata a sviluppare prodotti più performanti lasciando un’impronta sempre più piccola sul pianeta. “Ci stiamo concentrando sulle nostre maggiori fonti di impatto ambientale, ovvero i materiali che utilizziamo, la catena di approvvigionamento e il modo in cui sono progettati”, spiega il senior sustainability manager Julian Lings. “Stiamo intervenendo su queste aree chiave, mantenendo le prestazioni e la durata che i nostri clienti si aspettano dai prodotti The North Face”.
A partire dal 1971 esiste un dipartimento appositamente dedicato alle riparazioni. “Abbiamo mantenuto le funzioni di garanzia e riparazione, anche se il marchio è cambiato e si è evoluto, sia a livello geografico che di scala. Attraverso il programma TNF Renewed abbiamo intrapreso un nuovo viaggio per riprendere le idee di garanzia e riparazione, ma portandole ancora più avanti: possiamo fare in modo che i prodotti rimangano in uso più a lungo (una parte fondamentale della circolarità) e consentire a nuovi consumatori di sperimentare e impegnarsi con il marchio”, continua Lings.
Riparare è importantissimo, ma cosa fare quando una giacca che si è indossata per molto tempo non piace più? Attraverso il Renewed Program, The North Face dà ai propri clienti la possibilità di riportare in negozio i capi che non si vogliono più indossare anche se non sono rotti e di percepire così uno sconto sull’acquisto successivo. Quegli stessi capi vengono poi rimaneggiati, resi di nuovo attuali e rivenduti: una sorta di second hand reso più attuale e accattivante.
“Al di là del nostro impegno nella circolarità stiamo anche operando delle trasformazioni profonde a livello di processi e materiali”, conclude Julian Lings. “Stiamo convertendo le materie prime che utilizziamo di più in fibre riciclate, rigenerate o rinnovabili, stiamo lavorando con i nostri principali partner di fornitura per dimezzare le loro emissioni, stiamo applicando le logiche del design circolare a tutta la nostra produzione e, infine, abbiamo eliminato gli imballaggi di plastica monouso dalle nostre attività”.
Per circa una settimana, dal 12 al 18 ottobre, il negozio milanese The North Face Orefici11 sarà teatro di un dibattito aperto e di sperimentazioni pratiche di circolarità. I lavori si apriranno il 12 ottobre con un talk dedicato alla moda circolare: perché è una questione urgente? Cosa possono fare le persone, le comunità e i marchi? Cercheremo di rispondere a queste domande insieme a Julian Lings, senior sustainability manager di The North Face, al direttore di LifeGate Tommaso Perrone e ad altri ospiti legati al mondo della moda e della sostenibilità.
Dal giorno successivo, quindi dal 13 ottobre fino al 18 (domenica esclusa), dalle 16 alle 19 nello store sarà allestita una stazione per la riparazione dei capi: chiunque potrà portare in store i propri abiti o accessori The North Face e chiedere che vengano sistemati (consulta link iscrizione per verificare tipologie di riparazioni). Non solo: durante la settimana saranno attivi anche dei worskhop di upcycling dove artigiani esperti spiegheranno molte tecniche per dare nuova vita a capi e tessuti usati, sia in via trasformativa, ovvero ricavando gadget o altri capi da zaini, giacche o pantaloni The North Face ormai vecchi, oppure decorativa, grazie a tecniche di ricamo, pittura o applicazione. I designer (Canto Primo e Operamia) e le sarte (Raffaella Spampanato e Ilaria Ferrari) fanno parte della community di Must Had, startup innovativa che fornisce alle aziende soluzioni circolari per dare nuova vita ai materiali tessili in eccesso.
Sentieri sostenibili
L’outdoor alla scoperta dell’economia circolare
La moda è uno dei settori che più dovranno contribuire alla transizione verso l’economia circolare: lo dice anche l’Unione europea, chiedendo che entro il 2030 tutti i capi d’abbigliamento siano durevoli e riciclabili. La sfida è imponente. E lo diventa ancora di più per il mondo dell’outdoor che, oltre a stile, comodità e protezione, deve garantire anche elevate performance. Quali sono le innovazioni più promettenti in questo campo? Su quali aspetti stanno lavorando i brand del settore? Cosa possono fare i consumatori per agire in modo più responsabile? Ne parliamo con esperti, imprese, giornalisti e startupper.
Partecipano:
Il 13, il 14 e il 18 ottobre dalle 14:00 alle 16:00
Il 16 e il 17 ottobre dalle 14:00 alle 16:00
Dal 13 al 18 ottobre (esclusa la domenica) dalle 16:30 alle 19:30:
Il talk e gli eventi del Circular Design Workshop si tengono nello store The North Face Orefici11, in via Orefici (zona Duomo). L’ingresso è libero e gratuito, previa prenotazione.
Il Parlamento europeo ha aggiornato il report sull’impatto della produzione tessile mentre cresce l’attesa nei confronti delle prossime scelte politiche.
Sono tante e afferenti a diversi aspetti della produzione tessile: perché conoscere le certificazioni è il primo passo per fare una scelta responsabile
A breve il digital product passport sarà obbligatorio, ma c’è già chi ha avviato la sperimentazione sui suoi prodotti: il caso di Save The Duck.
Se dovesse arrivare l’ok del Senato in Francia passerà un disegno di legge che prevede una tassa per i produttori di abbigliamento fast fashion.
Trovare nuove soluzioni sostenibili è un imperativo tanto per i piccoli brand della moda quanto per le holding del lusso: ecco come nascono le innovazioni.
Con la seta si fanno abiti da sera, ma anche imbottirure e protesi e produrla ha un basso impatto ambientale. Ecco come distinguere quella cruelty free.