Il Premio Cairo è il più importante concorso dedicato ai giovani emergenti del mondo dell’arte e, ancora una volta, sarà carbon neutral.
Se nell’arco di poco più di un ventennio 400 giovani hanno avuto la possibilità di iniziare a farsi strada nel mondo dell’arte è anche grazie al Premio Cairo, manifestazione che dal 2000 promuove e premia le voci emergenti più interessanti del mondo dell’arte contemporanea. La collaborazione tra Cairo Editore, Regione Lombardia e Città metropolitana di Milano sta per dare vita alla ventiduesima edizione della manifestazione, che sarà ospitata quest’anno dal museo della Permanente e che prevede, come sempre, l’esposizione di venti opere scelte dalla redazione del mensile “Arte”. Ancora una volta il Premio Cairo sarà a Impatto Zero grazie all’adesione al progetto lanciato da LifeGate nel 2001 che calcola, riduce e compensa le emissioni di CO2 generate dalle attività di persone, eventi e prodotti attraverso progetti di creazione e tutela di foreste in crescita.
Il 9 ottobre ci sarà la serata-evento di premiazione (accessibile solo su invito), mentre dal 10 ottobre al 15 ottobre le opere dei venti giovani artisti selezionati saranno in mostra presso il museo della Permanente. Le regole d’ingaggio prevedono che gli artisti presentino una loro opera inedita, che sarà valutata dalla giuria presieduta da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, presidente dell’omonima Fondazione di Torino, e composta dai nomi più influenti e rispettati dell’arte contemporanea. Con lei in giuria siedono infatti Luca Massimo Barbero, direttore Istituto di storia dell’arte -Fondazione Giorgio Cini di Venezia, Mariolina Bassetti, presidente di Christie’s Italia, Ilaria Bonacossa, direttrice Museo nazionale dell’arte digitale di Milano, Lorenzo Giusti, direttore della Galleria d’arte moderna e contemporanea (Gamec) di Bergamo, Gianfranco Maraniello, direttore del Polo museale del moderno e contemporaneo del Comune di Milano e, per finire, Emilio Isgrò, l’artista delle “cancellature”, uno dei nomi italiani più famosi a livello internazionale nel mondo dell’arte contemporanea.
Gli artisti in gara
Si spazia dalla sperimentazione dei materiali di Alessio Barchitta, alla pittura concettuale di Andrea Barzaghi, alle tele del duo bn+BRINANOVARA che ripercorrono la storia dell’arte fino alla sintesi progettuale e architettonica di Andrea Bocca. In gara c’è poi l’universo fiabesco di Giuditta Branconi, le installazioni che mixano psicologia e scienza di Nina Carini, le sculture realizzate da un software di Martina Corà e le atmosfere mediterranee dei dipinti di Roberto de Pinto. Si prosegue con il fotografo Marco Emmanuele che ritrae la natura, il pittore Luca Grimaldi che ama il figurativo, le installazioni context-specific sulle relazioni di Rebecca Moccia e la pittura di Ismaele Nones in bilico tra antico e contemporaneo. Ancora: le anatomie scomposte di Eric Pasino, la dimensione introspettiva e psicologica delle tele di Stefano Perrone, l’immaginario fiabesco di Giuliana Rosso, le installazioni di ispirazione preraffaellita di Lena Shaposhnikova e le citazioni pittoriche di Alessandro Sicioldr Bianchi. Per finire ci sono le sculture di Giorgio Salvato, le installazioni a sfondo geopolitico di Eltjon Valle e il disegno tridimensionale di Michele D’Agostino. I venti talenti emergenti selezionati da “Arte” sono tutti nati tra il 1984 e il 1998 e hanno diverse provenienze: l’obiettivo del Premio Cairo è infatti quello di mettere in gioco artisti che sappiano, attraverso le loro opere, cogliere lo spirito del nostro tempo. Sono prevalentemente pittori, ma anche scultori e artisti che sperimentano nuove tecniche espressive
“C’è una frase di Marc Augé, l’antropologo e filosofo francese scomparso di recente, che in qualche modo ha indirizzato la selezione dei venti artisti protagonisti della 22ª edizione del Premio Cairo”, ha spiegato il direttore di “Arte” Michele Bonuomo: “La bellezza dell’arte dipende dalla sua dimensione storica: occorre che l’arte sia arte del suo tempo, che sia storica oggi per essere bella domani”. “Essere del proprio tempo”, riprende Buonuomo, “significa innanzitutto restituire all’arte, in tutte le sue forme espressive, quella sua capacità di interpretare e rielaborare stati di coscienza e segnali che si spingono ben oltre la realtà contingente che li ha provocati. Così facendo l’artista, consapevole del suo destino, si fa testimone e anima critica del presente, custode di una memoria mai interrotta e profetico anticipatore di un altro futuro. In questa circolarità dell’idea di tempo, che non prevede interruzioni né tantomeno ritardi o scorciatoie formali, si inseriscono le tematiche affermate nelle opere dai venti artisti in concorso: prese di posizioni sollecitate da un profondo e spesso non rassicurante cambio di prospettiva della realtà in cui tutti siamo immersi”.
La scorsa edizione vinta da un’opera che indaga il rapporto tra uomo-macchina
L’artista che ha vinto lo scorso Premio Cairo, Giulia Cenci, è una delle voci più promettenti dell’arte contemporanea italiana: l’istallazione con cui si è aggiudicata la vittoria, “Untitled”, chiama in causa riferimenti artistici importanti come “Morte di Marat” di Jacques-Louis David per raccontare attraverso un lupo, l’animale selvatico per eccellenza, che assume una posizione antropomorfa, il nostro rapporto con gli oggetti e la tecnologia. Un’istallazione vibrante e macabra che sicuramente è stata in grado di cogliere lo spirito del nostro tempo, elemento cardine per la giuria.
Il Premio Cairo si conferma carbon neutral
Il giorno della premiazione con la serata di gala, il 9 ottobre (accessibile solo su invito), grazie alla collaborazione con il progetto Impatto Zero di LifeGate, sarà neutrale dal punto di vista delle emissioni di CO2, che verranno in primo luogo calcolate, quindi ridotte e infine compensate (per la parte che non si può eliminare). Consumi energetici, mobilità dei partecipanti, materiale promozionale, rifiuti prodotti e pasti consumati alla cena di gala: tutta la produzione di CO2 che non sarà possibile evitare verrà compensata attraverso l’adesione a uno dei progetti patrocinati da Impatto Zero che prevede la riforestazione di vaste aree di foresta in Madagascar: l’isola africana dispone di una delle diversità biologiche più elevate del pianeta e può contare su un numero di specie endemiche molto elevato.
Non solo: le risorse naturali come le foreste sono essenziali per la depurazione delle acque, la mitigazione del cambiamento climatico e la conservazione della biodiversità. Oltre all’aspetto di tutela ambientale e riforestazione poi, questo progetto, prevede anche una parte rivolta alla popolazione, con la ristrutturazione delle infrastrutture, come le strade e la rete elettrica. Va anche in questo senso il coinvolgimento dei partner malgasci in azioni di responsabilizzazione, controllo, osservazione e promozione delle iniziative a sostegno e protezione di quella miniera di biodiversità che è il Madgascar.