Forte di due certificazioni sulla gestione ambientale dell’evento e con il 67% di raccolta differenziata in media (e l’intero ultimo trimestre al 70%), siamo in testa alla classifica dei grandi eventi più attenti all’ambiente. L’esposizione universale di Milano ha fatto meglio dei Giochi Olimpici di Londra 2012, che hanno registrato il 62% di differenziata e una
Expo dei popoli. Per dare voce a chi mette le mani nella terra
C’è l’esposizione universale di Milano e poi c’è l’Expo dei popoli. Dal 3 al 5 giugno si tiene presso la Fabbrica del vapore di Milano un forum internazionale parallelo a Expo Milano 2015, organizzato dalla società civile per porre l’accento sull’importanza di “nutrire il pianeta” attraverso lo sviluppo sostenibile e la giustizia ambientale. In
C’è l’esposizione universale di Milano e poi c’è l’Expo dei popoli. Dal 3 al 5 giugno si tiene presso la Fabbrica del vapore di Milano un forum internazionale parallelo a Expo Milano 2015, organizzato dalla società civile per porre l’accento sull’importanza di “nutrire il pianeta” attraverso lo sviluppo sostenibile e la giustizia ambientale.
In questi tre giorni 150 delegazioni di ong, associazioni, movimenti contadini provenienti da tutto il mondo partecipano a conferenze, incontri, dibattiti, eventi il cui tema di fondo è il diritto al cibo, nel tentativo di affiancare all’evento istituzionale, alla voce dei governi e delle grandi imprese, anche quella delle persone comuni, dei lavoratori e dei piccoli agricoltori. Perché esiste un’alternativa concreta al modo di nutrire il pianeta.
“Nell’anno in cui le Nazioni Unite stanno definendo i nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile e un nuovo accordo globale contro i cambiamenti climatici, l’Expo dei popoli vuole cogliere l’opportunità del tema posto da Expo 2015 per mettere al centro dell’agenda politica il rispetto dei diritti umani e dei limiti del pianeta”, spiega Giosuè De Salvo, portavoce del Comitato. “Il forum darà voce soprattutto ai rappresentanti dell’agricoltura a conduzione familiare e di piccola scala” che producono il 70 per cento degli alimenti consumati a livello globale.
Tanti i testimonial e i protagonisti presenti: Tristram Stuart, fondatore di un movimento contro lo spreco alimentare; Ibrahima Coulibaly, leader contadino del Mali che ha realizzato un progetto definito “rivoluzionario” sulla sovranità alimentare; il cantante Frankie Hi-nrg; l’attore Giobbe Covatta e molti altri.
Durante i tre giorni è possibile entrare in contatto con realtà come la Via campesina, l’International planning committee for food sovereignty, la Rete delle comunità del cibo di Terra Madre impegnate a far conoscere temi come la tutela della biodiversità, la necessità di abbandonare il petrolio, gli impatti degli accordi di libero scambio, il land grabbing e quindi il water grabbing, cioè il fenomeno dell’accaparramento di terre e di acqua. Un momento unico per alimentare e cogliere i frutti del dialogo, per affrontare preparati le sfide più grandi del nostro tempo.
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