Dal 5 all’11 ottobre Extinction rebellion ha organizzato una settimana di ribellione a Roma per chiedere un cambiamento del sistema che sta portando il Pianeta al collasso.
È stata una settimana di ribellione quella che si è appena conclusa a Roma. Dal 5 all’11 ottobre, gli attivisti di Extinction rebellion (Xr) hanno organizzato in alcuni punti significativi della capitale delle proteste contro la “disarmante superficialità” delle politiche governative in materia climatica. “Ci ribelliamo perché è l’ultima strada che rimane per salvarci e immaginare un futuro adatto alla vita, nostra e di coloro che verranno dopo di noi”, hanno dichiarato.
Seguendo lo stile che lo caratterizza e lo diversifica dagli altri gruppi di protesta, Xr ha organizzato azioni dimostrative che hanno spaziato da sit-in a momenti di danza (pacifica e distanziata) per attirare l’attenzione dei passanti.
“Siamo madri, padri, studenti, professori. Persone normali, portate a ribellarsi davanti alla cecità e al silenzio che avvolge la minaccia più grande che l’umanità si sia mai trovata ad affrontare”.
Extinction rebellion
Com’è andata la settimana di ribellione di Extinction rebellion
La settimana di ribellione di Extinction rebellion è cominciata lunedì 5 ottobre a piazza San Silvestro a Roma con un’azione diretta non violenta rivolta al governo per chiedere maggiori azioni in campo ambientale. Dopo cinque anni dalla firma dell’Accordo di Parigi, nessun paese del G20, l’Organismo informale internazionale in cui trovano rappresentanza i diciannove paesi più industrializzati del mondo e l’Unione europea, ha fornito indicazioni chiare su come limitare le proprie emissioni per rispettare il limite degli 1,5 gradi centigradi (°C).
Anche the Invisible circus, noto anche come la brigata ribelle rossa, ha partecipato alle proteste. Si tratta di uno degli elementi più spettacolari delle proteste di Extinction rebellion in cui i manifestanti hanno il volto dipinto di un bianco spettrale e sono vestiti di rosso per rappresentare il sangue delle specie minacciate dai cambiamenti climatici, tra cui la nostra. A Roma hanno danzato intorno a una serie di “corpi”, un gesto metaforico per simboleggiare l’imminente distruzione della specie umana se non si agisce in tempo. Nel frattempo, Stayin’ alive, celebre brano dei Bee Gees e colonna sonora del film La febbre del sabato sera, risuonava nelle piazze.
Schierate le forze dell’ordine contro i manifestanti
Contemporaneamente, in piazza del Parlamento, si sarebbe dovuta tenere un’altra azione non violenta in cui i manifestanti avrebbero dovuto leggere e consegnare un documento al Parlamento, ma sono stati bloccati dalle forze dell’ordine e costretti ad andarsene.
Chi sono i veri criminali? Chi si ribella per la Vita o chi porta la Vita stessa verso l’estinzione?
Extinction rebellion
“Le forze dell’ordine erano presenti in ogni via limitrofa, solo in piazza erano presenti quattro camionette e più agenti che persone, manifestanti e non. Un dispiegamento di forze che si addice più ad un gruppo di terroristi che ad un movimento radicalmente e programmaticamente non-violento, di cui le forze dell’ordine conoscono già intenti e modalità pacifiche”, ha denunciato il movimento sulla propria pagina Facebook.
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Nel pomeriggio di mercoledì 7 ottobre gli attivisti di Animal save italia e Climate save italia si sono uniti ad Xr e sono scesi in piazza di Spagna a Roma per un’azione non autorizzata di disobbedienza civile non violenta diretta alla sede di Assocarni, l’Associazione nazionale industria e commercio carni e bestiame.
Gli attivisti si sono travestiti da letame e hanno organizzato un flash mob nonviolento per simboleggiare le “bugie dell’industria zootecnica”, che continua imperterrita a nascondere le proprie responsabilità nascondendosi dietro nuove e assurde etichette di “sostenibilità” e “benessere animale”.
Una settimana di ribellione davanti alla sede di Eni
Una delle azioni più importanti che si sono svolte durante la settimana di ribellione è stata la protesta presso la sede romana di Eni, una delle più grandi compagnie petrolifere a livello internazionale, dove gli attivisti si sono incatenati davanti ai cancelli dell’edificio con l’intenzione di restarci a oltranza.
“Una storia italiana di falsa pubblicità, bugie verdi e paradossi molto sospetti”, la definiscono. “Con questa azione, oltre a denunciare i crimini commessi da Eni e a voler accrescere il dibattito pubblico su questi, gli attivisti chiedono di essere raggiunti dal ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli e potergli consegnare delle richieste specifiche. […] Vorremmo confrontarci con Lei su come impedire che prosegua questo business as usual, che sembra ormai una danza cieca sull’orlo di un precipizio”.
Per il momento le richieste degli attivisti non sono state ascoltate.
L’azione dei medici
Venerdì 9, di fronte alla sede del ministero della Salute all’Eur − il complesso urbanistico e architettonico dell’Esposizione universale Roma −, un gruppo di medici si è unito agli attivisti di Xr per enfatizzare, ancora una volta, il profondo legame tra la salute del Pianeta e quella dell’essere umano. La pandemia di coronavirus ha dimostrato che non è più possibile approfittare degli ecosistemi come stiamo facendo ora e che se vogliamo davvero evitare il collasso dobbiamo cambiare stile di vita.
Un die-in − una rappresentazione dove i manifestanti si fingono morti − ha simboleggiato lo scenario causato dall’aggravarsi della crisi ecologica e climatica: solo i medici sono rimasti in piedi, in camice bianco, aggirandosi intorno a un pianeta Terra bisognoso di cure, intorno a corpi distesi sotto coperte termiche ormai inutili. “Siamo medici e professionisti sanitari di tutta Italia; siamo coscienti che la crisi climatica ed ecologica in atto sta avendo e avrà in futuro un impatto sempre maggiore sulla salute umana a livello globale, e abbiamo deciso di unirci in supporto di Extinction rebellion e delle sue azioni di disobbedienza civile di massa”.
La nuda verità sulla crisi climatica
Sabato 10, Xr ha rivolto la propria attenzione ai media, colpevoli di non trasmettere l’effettiva urgenza della crisi climatica sui propri canali. Per questo ha chiesto aiuto ai giornalisti utilizzando la metafora della “nuda verità”, una serie di dimostrazioni pubbliche in cui i manifestanti hanno sfilato portando con sé le parole delle “anime estinte”, ossia le vittime di disastri ambientali passati, presenti e futuri.
La settimana si è poi conclusa nello stesso modo in cui si era aperta: con una danza pacifica e distanziata alla stazione di Termini, sempre sulle note di Stayin’ alive.
I metodi di protesta di Extinction rebellion sono caratterizzati da un aspetto teatrale e dirompente che rappresenta la forza stessa del movimento. Roma, e con lei tutta l’Italia, non dimenticheranno facilmente questa settimana, nella speranza che la crisi climatica venga finalmente riconosciuta in tutta la sua gravità.
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