I dati emersi dall’ultimo rapporto Ismea, l’ente pubblico che analizza il mercato agro-alimentare, ci obbligano a riflettere sul costo del cibo e su come buona parte del prezzo pagato non arrivi agli agricoltori.
L’olio d’oliva riduce il rischio di mortalità per tumore. Lo studio della Fondazione Veronesi
Gli studiosi della piattaforma congiunta Fondazione Umberto Veronesi-Neuromed hanno osservato che un consumo quotidiano di tre cucchiai di olio d’oliva si associa a un ridotto rischio di mortalità per il cancro.
- Gli effetti benefici dell’olio d’oliva sono noti per quanto riguarda le malattie cardiovascolari, meno per i tumori.
- Uno studio della Piattaforma Fondazione Veronesi-Neuromed ha indagato questo aspetto analizzando i dati di 23mila italiani.
- È emerso come il consumo più elevato di olio d’oliva riduca il rischio di mortalità per il cancro del 13,7 per cento.
Diversi studi associano il consumo di olio d’oliva a tassi ridotti di mortalità per malattie cardiovascolari; ora, una nuova ricerca ne ha osservato l’impatto positivo anche nel ridurre la mortalità per tumore.
Lo studio, pubblicato sull’European Journal of Clinical Nutrition, è stato realizzato da Piattaforma Congiunta Fondazione Umberto Veronesi- Irccs Neuromed, in collaborazione con la Clinica Mediterranea Cardiocentro di Napoli e l’Università Lum “Giuseppe Degennaro” di Casamassima (Ba), nell’ambito del Progetto UMBERTO per la prevenzione dei tumori.
Lo studio sull’associazione tra il consumo di olio d’oliva e la mortalità per tumore
Gli studiosi hanno analizzato i dati di quasi 23mila italiani, uomini e donne con età media 55,4 anni, partecipanti allo studio epidemiologico Moli-sani, che sono stati seguiti per oltre 12 anni e di cui erano disponibili dettagliate informazioni sui consumi alimentari. Si è osservato che un maggiore consumo di olio d’oliva è associato a tassi più bassi di mortalità non solo per le malattie cardiovascolari, ma anche per i tumori e per tutte le cause, indipendentemente dalla qualità complessiva della dieta.
Nello specifico, i partecipanti allo studio avevano un consumo medio di olio d’oliva di 23,3 grammi al giorno. Un maggiore consumo, pari o superiore a tre cucchiai al giorno (30 g circa) di olio di oliva, è risultato essere associato a una minore incidenza di tutte le cause di morte. Nel complesso, dall’analisi dei biomarcatori infiammatori, metabolici, cardiovascolari e renali, è emerso come il consumo più elevato di olio d’oliva abbia ridotto l’associazione con la mortalità per tutte le cause e per il cancro rispettivamente del 21,2 per cento e del 13,7 per cento.
L’olio di oliva si conferma un elemento centrale della dieta mediterranea
Secondo gli studiosi, la riduzione di mortalità per tumore appare spiegata, seppure parzialmente, da un miglioramento del profilo di alcuni fattori di rischio tipicamente legati alle patologie cardiovascolari. L’ipotesi è che malattie croniche diverse come ad esempio tumori e infarto del cuore potrebbero condividere gli stessi fattori di rischio e gli stessi meccanismi molecolari.
Il nesso è ancora da approfondire, così come si potrebbe indagare su come si modifica l’effetto dell’olio d’oliva sulla salute umana in base al tipo di prodotto e al diverso contenuto di composti bioattivi, come i polifenoli. Gli autori dello studio sottolineano in ogni caso l’importanza di integrare l’olio d’oliva, un elemento centrale della dieta mediterranea, nelle abitudini alimentari quotidiane.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Secondo una ricerca dell’Università di Tor Vergata, la dieta biologica mediterranea aumenta i batteri buoni nell’intestino e diminuisce quelli cattivi.
Tutti parlano della dieta mediterranea, ma in pochi la conoscono davvero. Ecco in cosa consiste e come possiamo recuperarla. L’incontro di Food Forward con gli esperti.
Secondo Legambiente, le analisi effettuate sugli alimenti restituiscono un quadro preoccupante sull’uso dei pesticidi.
Cosa deve esserci (e cosa no) nella lista degli ingredienti di un buon panettone artigianale? Cosa rivela la data di scadenza? Sveliamo i segreti del re dei lievitati.
A dirlo è uno studio della Commissione europea che ha fatto una prima stima del potenziale contributo della Pac agli obiettivi climatici.
Il residuo fisso indica il contenuto di sali minerali nell’acqua. Meglio scegliere un’acqua con un valore alto o basso? Scopriamolo.
Ricercatori della Lancaster University hanno esaminato gli effetti delle politiche di Gateshead che dal 2015 vietano l’apertura di nuovi fast food d’asporto.
Cooperativa Girolomoni vince uno dei premi Eu Organic Awards. Perché? No, per chi: con la sua filiera di lavorazione della pasta 100% italiana certificata equa e solidale, garantisce compensi equi agli agricoltori e l’eccellenza nel piatto ai consumatori.