L’ultimo bilancio di sostenibilità di Gruppo CAP, Sorgente di connessioni, ricorda l’importanza di fare rete per rendere concreta la transizione ecologica.
Plastica negli oceani, un gruppo di scienziate sta per salpare per farci capire i rischi che corriamo
L’equipaggio della nave Exxpedition composto da sole donne – scienziate e studentesse – partirà dalle Hawaii per approfondire i danni causati dalla plastica che contamina l’oceano Pacifico.
Los Angeles, Stati Uniti – In mezzo al Pacifico, più precisamente nella parte settentrionale dell’oceano, sopra l’arcipelago delle Hawaii, esiste un’enorme isola fatta di plastica. Questa piattaforma di immondizia, il cui nome ufficiale è Pacific trash vortex, contiene milioni di rifiuti in plastica che si sono accumulati in quella zona a partire dagli anni Ottanta. Nel corso dei decenni, le correnti marine hanno fatto confluire in quell’area enormi quantità di spazzatura. Ora, un gruppo di scienziate – riunite nel progetto Exxpedition – ha deciso di studiare questa isola di plastica per scoprire i danni che ha provocato finora e quelli che potrà portare in futuro alla Terra e alla salute degli esseri umani.
Scienziate e studentesse insieme (in barca) per gli oceani
La missione Exxpedition partirà il 23 giugno dalle Hawaii, negli Stati Uniti, e si dirigerà fino a Vancouver, in Canada. Nella prima parte del viaggio, le 24 partecipanti si dirigeranno proprio verso l’isola di plastica. Qui trascorreranno almeno una settimana studiando le correnti della zona e analizzando il maggior numero di dati possibili. Informazioni che saranno poi studiate nei mesi successivi per trovare una soluzione al problema e iniziare una doverosa ripulita dell’oceano. Nella seconda parte del viaggio, che da Vancouver porterà le donne fino a Seattle, nello stato di Washington, verranno studiati gli effetti dell’inquinamento sulle coste e sulla salute degli abitanti.
We are really excited to announce eXXpedition North Pacific! A crew of amazing women will sail through the heart of the North Pacific gyre (Hawaii –> Vancouver –> Seattle) in the summer of 2018! https://t.co/AcwQdGqMzr #plasticpollution #oceanoptimism #plasticfree #WomenInSTEM pic.twitter.com/eVer4Gxtyv
— eXXpedition (@eXXpedition) 18 dicembre 2017
Quali effetti ha la plastica nei mari su animali ed esseri umani
“La missione di questa spedizione è quella di unire scienza, avventura, ricerca e soprattutto sensibilizzazione”, ha detto la fondatrice di Exxpedition, Emily Penn. “Vogliamo far conoscere i problemi che l’inquinamento causa ai nostri mari e alla salute degli esseri umani. Speriamo che il nostro viaggio nel Pacifico contribuisca ad aumentare le ricerche e a perfezionare la protezione di questa zona”. Fra le prime vittime della plastica in acqua ci sono le tartarughe marine che spesso rimangono incastrate nei rifiuti al momento del passaggio dalla sabbia al mare. Anche gli abitanti delle città sulla costa si trovano spesso ad aver a che fare con rifiuti e immondizia portati dalla corrente: un problema che alla lunga può danneggiare e inquinare l’aria respirata, come già scoperto da Penn e colleghe in una missione precedente.
pGli obiettivi della Exxpedition ieri…
Negli anni passati la compagnia di Exxpedition ha percorso vari tratti in mare, affrontando l’oceano Atlantico e perfino le acque ghiacciate dell’Artico. I primi viaggi, compiuti nel 2014 nell’Atlantico e in Sudamerica l’anno seguente, hanno funzionato da test per mettere alla prova l’equipaggio e l’armonia dell’equipaggio. Nel 2016, la prima escursione dedicata all’inquinamento causato dalla plastica nel mare e sulle coste dei Caraibi: un tema che poi è diventato quello primario per l’organizzazione. La spedizione nel Pacifico sarà quella con il maggior numero di partecipanti, scelte dopo un’accurata selezione viste le tante richieste arrivate da parte di scienziate da tutto il mondo.
…e quelli di oggi
Il mezzo delle scienziate sarà un’imbarcazione di 22 metri chiamata Sea Dragon. Le donne si occuperanno ogni giorno di raccogliere dei campioni di plastica e di altre materiali inquinanti con delle reti a strascico. “La zona del Pacific trash vortex è di difficile esplorazione – ha spiegato la ricercatrice Emily Duncan di Exxpedition – perché la plastica e altri rifiuti chimici sono dispersi in un’area molto vasta. Le analisi dell’acqua ci permetteranno di controllare la presenza di particelle di plastica anche dove l’occhio umano non può arrivare. Ci sono già stati in passato degli studi oceanografici, ma abbiamo bisogno di esperienza sul campo”. I campioni accumulati dall’equipaggio saranno poi studiati in laboratorio per scovare la presenza di microplastiche, nanoplastiche e dei cosiddetti inquinanti organici persistenti, materiali molto resistenti alla decomposizione. I dati su acqua e plastica saranno utili per valutare la reale gravità della situazione e per far conoscere alle istituzioni la necessità di un progetto per salvare quella parte di Pacifico.
Come togliere 165 milioni di tonnellate di plastica dai mari?
La missione di Exxpedition contribuirà a svolgere un iniziale servizio di pulizia che non può che fare bene all’oceano Pacifico. Per la missione sono state reclutate anche registe e fotografe che documenteranno il lavoro fatto dall’equipaggio, sperando che i frutti del loro lavoro arrivino a più persone possibili. Nei mari del mondo si stima che al momento ci siano 165 milioni di tonnellate di plastica gettati dall’uomo e caduti dalle navi cargo che ogni giorno si spostano via mare. Frammenti di polistirene e microplastiche sono due degli elementi più nocivi lasciati dalla plastica, che anche una volta decomposta porta danni agli animali e agli umani rilasciando sostanze tossiche che entrano nell’atmosfera.
Leggi anche: Microplastiche, è il mar Mediterraneo il più invaso dai rifiuti
Proprio per questo progetti come quelli di Exxpedition, in grado di attirare l’attenzione del pubblico e dei mezzi d’informazione con la particolarità di un equipaggio di sole donne, vanno ben oltre la curiosità in sé e sono molto importanti: perché si preoccupano del bene degli oceani, da cui dipende buona parte della vita su questo pianeta. È grazie a spedizioni coraggiose come questa che i comuni cittadini si possono interessare al problema dell’inquinamento nelle acque, che se non affrontato in tempo non può che portare ulteriori danni all’ambiente. Le esploratrici di Exxpedition sperano che la prossima notizia che le riguardi sarà sulle ricerche fatte e non più sulla composizione del loro equipaggio.
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