La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
Si è conclusa il 2 novembre la Cop16 sulla biodiversità, in Colombia. Nonostante le speranze, non arrivano grandi risultati. Ancora una volta.
Un nuovo studio ha rivelato che le falene svolgono un ruolo vitale come impollinatori notturni, più importante e ampio di quanto si ritenesse.
Le api sono le superstar dell’impollinazione. Sono simpatiche, carismatiche, colorate, fanno perfino il miele, e finiscono dunque per prendersi tutto il merito per questo fondamentale servizio ecosistemico, da cui dipende anche la nostra sicurezza alimentare.
Leggi anche: Come se la sono passata le api durante il lockdown
Le falene, invece, sono decisamente meno attraenti. Hanno solitamente colori più cupi, hanno grandi corpi, privi della grazia delle farfalle, sono ricoperte da una fitta peluria e, a causa delle loro abitudini crepuscolari, simboleggiano la notte. Eppure anche questi insetti contribuiscono in maniera determinante all’impollinazione di numerose specie di piante selvatiche negli ambienti agricoli.
È quanto rivelato dallo studio Nocturnal pollinators strongly contribute to pollen transport of wild flowers in an agricultural landscape, pubblicato sulla rivista Royal society biology letters. Le reti di trasporto del polline delle falene, secondo i ricercatori della University college London (Ucl), sono perfino più grandi e complesse di quelle degli impollinatori diurni, come api e farfalle.
Leggi anche: Il 40% degli insetti è a rischio, e il pianeta trema
Per comprendere il ruolo delle falene nell’impollinazione, i ricercatori hanno monitorato l’attività di questi lepidotteri intorno ad alcuni stagni nelle aree agricole di Norfolk, nell’Inghilterra orientale. Il 45 per cento delle falene osservate trasportava polline, proveniente da 47 diverse specie di piante, tra cui alcune su cui raramente si posano api, bombi e farfalle. Questi ultimi insetti, secondo gli autori dello studio, tendono a concentrarsi sulle piante che offrono abbondanti fonti di nettare e polline, mentre le falene sarebbero meno “schizzinose”.
Leggi anche: Baviera, grande successo della petizione salva api, diventerà una legge
“In base a ciò che abbiamo osservato, le falene tendono ad essere generaliste, il che significa che non visitano specificamente un ristretto gruppo di fiori – ha spiegato Richard Walton, autore principale dello studio – ma qualsiasi tipo di fiore a cui riescono ad accedere”.
Mentre la maggior parte degli impollinatori trasporta il polline tramite la propria proboscide, le falene lo trasportano prevalentemente con ventre e torace. Lo raccolgono involontariamente con i loro grandi e pelosi corpi quando si posano su un fiore per nutrirsi. “Questo felice incidente aiuta il polline ad essere facilmente trasportato durante le successive visite ai fiori”, ha affermato Walton.
Leggi anche: Il 20 maggio è la Giornata mondiale delle api
Grazie al loro lavoro, le falene completano il lavoro delle api e degli altri impollinatori diurni, colmando alcune lacune ecologiche. “Le falene notturne hanno un ruolo ecologico importante ma trascurato – ha dichiarato l’autore principale della ricerca -. Contribuiscono a mantenere variegate e abbondanti le popolazioni di piante”.
Da anni abbiamo preso coscienza della necessità di tutelare gli impollinatori diurni, vittime di un drastico calo delle popolazioni, con forti implicazioni negative per gli ecosistemi e per le colture ad uso umano. Questa logica conservazionista (in ogni caso ancora inadeguata) va estesa anche agli impollinatori notturni e crepuscolari, che rappresentano taxa molto più ricchi di specie, troppo spesso trascurati.
Leggi anche: Gli insetti impollinatori garantiscono la nostra corretta alimentazione
È dunque necessario agire con urgenza per arginare il calo delle popolazioni di falene, anch’esse diminuite drasticamente a partire dagli anni Settanta, a causa dei cambiamenti nell’uso del suolo e al crescente uso di pesticidi. La scomparsa di questi insetti, oltre a danneggiare le piante che da essi dipendono per riprodursi ed espandere il proprio areale, mette a rischio anche la sopravvivenza dei vertebrati che se ne nutrono, come pipistrelli e uccelli.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Si è conclusa il 2 novembre la Cop16 sulla biodiversità, in Colombia. Nonostante le speranze, non arrivano grandi risultati. Ancora una volta.
Tre puntate speciali di News dal Pianeta Terra per parlare del legame tra biodiversità e transizione energetica, con il supporto di A2A.
In Scozia la popolazione selvatica di gallo cedrone conta ormai solamente 500 individui, per questo è stato avviato un piano per salvarla
Un pomeriggio di confronto sui temi della biodiversità in occasione della presentazione del primo Bilancio di sostenibilità territoriale della Sardegna.
Il 21 ottobre è iniziata in Colombia la Cop16, la conferenza delle Nazioni Unite per tutelare la biodiversità del nostro Pianeta.
L’Australia amplia la riserva marina delle isole Heard e McDonald, superando i suoi stessi obiettivi di tutela degli oceani.
Diversi studi hanno rivalutato, nel corso degli anni, il valore delle vespe per la salute umana, grazie al loro contributo per un’agricoltura meno chimica.
I polpi lavorano in gruppo, ognuno con un ruolo ben preciso, per cacciare. Triglie e cernie sono gli “amici” più stretti.
Il Living planet report del Wwf testimonia che la crisi della biodiversità è reale e intrecciata alla crisi climatica. Ma possiamo invertire la rotta.