Nonostante i recenti scandali, che la moda made in Italy sia etica di per sé è una credenza diffusa. Una piccola filiera virtuosa sta cambiando le regole.
Falsificato il vino di Andrea Bocelli
Ha preso il via oggi in diverse province del Nord e del Centro Italia un’operazione dei Carabinieri del reparto operativo di Siena, a tutela dei consumatori e del ‘made in italy’, volta a sgominare una vasta frode agroalimentare. Si tratta di vendita all’ingrosso e al dettaglio di vino ‘Brunello di Montalcino’ falso e di
Ha preso il via oggi in diverse province del Nord e del Centro Italia un’operazione dei Carabinieri del reparto operativo di Siena, a tutela dei consumatori e del ‘made in italy’, volta a sgominare una vasta frode agroalimentare.
Si tratta di vendita all’ingrosso e al dettaglio di vino ‘Brunello di Montalcino’ falso e di altri vini docg di fama internazionale. Difatti, oltre a quello del Brunello, sono stati falsificati anche altri marchi di vini come il Chianti Classico, il Sagrantino di Montefalco, Fiano di Avellino, e perfino etichette e bottiglie dell’azienda vinicola del cantante Andrea Bocelli che produce a Lajatico in provincia di Pisa su cui sono in corso accertamenti.
Non si tratta di contraffazioni nocive per la salute, in quanto in questo caso – pur paventando l’utilizzo di materie prime più scadenti dell’originale – non è al vaglio un vero e proprio pericolo da adulterazione dei prodotti. Si tratta solo di vini falsi.
Per il momento sono state sequestrate circa 30mila bottiglie, ma probabilmente se ne scopriranno altre, oltre a numerosi ettolitri di vino sfuso pronti per la vendita anche all’estero. Ovviamente non solo non v’è alcun coinvolgimento da parte dei produttori di Brunello e delle aziende di Montalcino, ma, anzi, queste stanno protestando vibratamente. “Ci costituiremo parte civile e chiederemo danni – ha annunciato Fabrizio Bindocci, presidente del consorzio del Brunello di Montalcino – chiedendo che la giustizia vada pesante con questi delinquenti in modo che il reato non venga reiterato. Il danno di immagine è sicuramente grande, difficile da quantificare. Ciò che vogliamo trasmettere ai nostri consumatori è che il consorzio vigila e controlla perche’ dentro alle bottiglie che vengono vendute ci sia realmente un grande prodotto”.
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