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Fao, proteggiamo le foreste per sradicare fame e povertà
Il nuovo rapporto della Fao sullo stato delle foreste mostra i casi virtuosi di alcuni paesi che sono riusciti a lottare contro la fame, salvaguardandole.
La transizione verso un’agricoltura sostenibile e la fine del processo di deforestazione sono elementi imprescindibili se si vorranno raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile approvati dalla comunità internazionale. A spiegarlo è il nuovo rapporto State of the world’s forests pubblicato questa mattina dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), che sottolinea come la conservazione delle foreste sia funzionale anche all’eliminazione della povertà, alla protezione degli ecosistemi acquatici, all’accesso all’energia pulita e alla lotta ai cambiamenti climatici.
“Serve una collaborazione su larga scala”
“Le foreste e l’agricoltura – ha commentato José Graziano da Silva, direttore generale della Fao – giocheranno un ruolo cruciale di qui al 2030, nell’ambito della sfida globale con la quale si dovranno eliminare fame e povertà. Ciò presuppone però che si adottino rapidamente politiche di collaborazione e di partnership a più livelli e su larga scala”.
Nel documento viene scattata in particolare una fotografia della situazione attuale: “La superficie delle foreste è cresciuta nelle zone temperate negli ultimi anni, ed è rimasta relativamente stabile in quelle boreali e subtropicali”. Tuttavia, “tra il 2000 e il 2010 si è registrata una perdita netta di sette milioni di ettari all’anno nei paesi tropicali, con al contempo un aumento delle terre agricole pari a sei milioni di ettari”.
Una dinamica evidente soprattutto nei paesi a basso reddito, che hanno registrato una crescita delle popolazioni rurali. Non a caso, ad esempio, l’agricoltura è responsabile di circa il 70 per cento della deforestazione in America Latina. Tra il 2010 e il 2015, però, il fenomeno è stato in parte compensato dall’espansione naturale delle foreste nelle terre abbandonate (con un aumento pari a 2,2 milioni di ettari all’anno) e dai nuovi alberi piantati (3,1 milioni).
Più cibo e foreste tutelate: è possibile
Tali cambiamenti nell’uso delle terre, tuttavia, non sempre vengono monitorati adeguatamente dai diversi paesi. Su 35 nazioni analizzate dalla Fao, infatti, poco meno della metà non fanno menzione di tali modifiche nei principali documenti che delineano le loro politiche in materia.
Il rapporto quindi si concentra su sette casi-studio: Cile, Costa Rica, Gambia, Georgia, Ghana, Tunisia e Vietnam. “La situazione delle foreste nel mondo – ha concluso José Graziano da Silva, direttore generale della Fao – mostra che alcuni paesi sono riusciti a migliorare la produttività agricola e il grado di sicurezza alimentare delle loro popolazioni, registrando al contempo un’espansione dell’estensione delle foreste. Oggi la sfida è quella di saper incoraggiare queste tendenze positive soprattutto nei paesi più poveri, dove al contrario la malnutrizione è ancora diffusa e la superficie forestale è in diminuzione”.
Immagine di apertura: ©Karen Bleier/Afp/Getty Images
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