Le novità introdotte dal governo per contenere la pandemia in Italia, a partire dal green pass rafforzato, o super green pass.
Come sta ripartendo Roma
Durante la fase due Roma è in lenta ripresa. Alcune attività hanno riaperto e altre si preparano. Le piazze del centro sono ancora vuote, ma i romani si adattano alla nuova realtà di distanziamento e mascherine.
È una Roma, in parte, ancora silenziosa quella della settimana di riapertura nella fase due. Il centro ha del surreale, la scalinata di Trinità dei Monti che affaccia su piazza di Spagna è insolitamente libera dalla solita calca che opprime lo spazio e la Fontana di Trevi, tanto vuota, sembra appartenere ad un’altra epoca.
Tra piazze deserte e qualche vicoletto più animato intorno a piazza Navona e al Pantheon, le prime attività cominciano a riaprire; una tintoria, la bottega di un artigiano, bar e caffè che per adesso, ancora, fanno solo il servizio da asporto e consegna a domicilio. Altre invece, ancora chiuse al pubblico, si preparano per le fasi successive della riapertura del 18 maggio e del primo giugno, quando anche negozi, centri estetici, parrucchieri e barbieri dovrebbero riprendere l’attività al pubblico.
Come fosse una Roma in bilico tra ripartenza e siesta
Fuori dal centro il traffico, per forza di cose, è aumentato, soprattutto in quelle zone dove il comune di Roma ha approfittato della quarantena per fare i lavori stradali, rallentando la circolazione. Durante alcune ore del tardo pomeriggio la città sembra quasi tornare alla frenesia della pre-pandemia. Roma si rianima nel pomeriggio, dopo le ore più calde del pranzo nelle quali a camminare per le strade del centro sembra quasi di trovarsi per le vie di una cittadina del sud della Spagna nelle ore della siesta.
Una cosa è cambiata, però. Sono tanti i romani che si muovono a piedi, anche a causa delle limitazioni del decreto, e che in tuta e scarpe da ginnastica camminano o corrono, chi tra le vie vicino casa delle zone più residenziali e chi sulla pista ciclabile che costeggia il Tevere. Di frequente si incontrano anche molti cittadini in bici che godono delle strade più libere e più sicure, senza il solito traffico romano. Oltre alla bici, tra i mezzi più creativi (e sostenibili) ci sono anche monopattini, skateboard, pattini e hoverboard. Tanti si muovono in bici anche nei quartieri meno centrali.
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Al quartiere Pigneto i ciclisti circolano tra le vie del mercato dove le persone, in fila e a distanza, aspettano, pazienti, il proprio turno per comprare frutta e verdura alle bancarelle. Sono pochi, al momento, a non rispettare le regole di distanziamento e l’uso delle mascherine, ma nella quiete anomala di una città che sembra a riposo, si percepisce anche l’apprensione di chi ancora non può tornare a lavoro e di chi, anche quando potrà farlo, farà fatica a riprendere.
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La street art del Pigneto, tradizionalmente un quartiere di resistenza, oggi sembra parlare anche per chi, a causa della pandemia, ha perso troppo o, addirittura, tutto. Dalle strade più frequentate del Pigneto ai vicoli di Trastevere, sui quali si affacciano molte drogherie e qualche libreria indipendente che, fiera, resiste. Alle facciate dei palazzi e delle case sventolano, insieme ai panni stesi, bandiere dell’Italia.
In una piazzetta dietro viale Trastevere, sul tetto di un’auto in sosta, grandi teglie di peperoni sono a seccare al sole e, beati, godono dell’aria pulita in assenza di inquinamento metropolitano. Nelle strade perpendicolari del quartiere Testaccio si incrociano sui marciapiedi i passanti; chi è sceso a portare a spasso il cane e chi si allunga a comprare da mangiare dai pochi spacci alimentari aperti. Se il marciapiede è stretto, si scende sulla strada per evitare la vicinanza fisica. Le mascherine nascondono i volti ma, più di prima, ci obbligano a guardarci negli occhi.
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