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Fashion film festival Milano 2023: 9 cortometraggi da vedere in streaming
La fondatrice del Fashion film festival Milano Constanza Etro racconta la categoria “For green”, dedicata a una moda che si riconcilia con il Pianeta.
- Dal 12 al 19 giugno inizia la nona edizione del Fashion film festival Milano, un evento che mette a disposizione del pubblico, in streaming gratuito, oltre 270 fashion film provenienti da tutto il mondo. Parallelamente organizza proiezioni speciali in presenza e, da quest’anno, persino nel metaverso.
- Da sempre il festival riserva un’attenzione speciale ai cortometraggi che affrontano temi legati alla sostenibilità, all’ambiente, ai diritti, alla moda sostenibile e responsabile.
- Abbiamo selezionato 9 fashion film della categoria “Fashion film festival Milano for green” insieme alla fondatrice del festival Constanza Etro. I vincitori della categoria saranno annunciati il 19 giugno.
C’è chi mostra una danza ancestrale ispirata alla capoeira brasiliana per parlare di confini. Altri puntano tutto su un’estetica patinata che richiama, per criticarla, quella delle riviste e pubblicità di moda. Altri ancora si ispirano al mondo della fantascienza. Tutti sono, in realtà, dei cortometraggi di moda selezionati per la categoria sostenibilità del Fashion film festival Milano, giunto alla nona edizione grazie alla tenacia della sua fondatrice Constanza Etro (moglie di Kean Etro, direttore creativo della linea uomo del brand Etro). “Fin dal 2015 abbiamo voluto una selezione ad hoc che riservasse attenzione alle tematiche ambientali, dei diritti e della moda sostenibile”, dichiara la fondatrice del festival. In fondo a questo articolo abbiamo scelto insieme a lei i 9 corti più significativi della categoria Fashion film festival Milano for green. Questi nove, come gli oltre 270 selezionati quest’anno, sono visibili gratuitamente online dal 12 al 19 giugno (il 19 giugno saranno decretati i vincitori di tutte le categorie, inclusa quella “for green”).
Fashion film festival Milano: cosa è un fashion film?
“Per chi non conoscesse questa forma di film, ci tengo a precisare che il fashion film è una vera forma d’arte cinematografica, non un video pubblicitario, sebbene a volte siano coinvolti dei brand di moda”, sottolinea Etro, “ha una regia, una sceneggiatura, punta tutto sull’emozione e può includere altre forme d’arte, come la danza o la musica. Tendenzialmente il fashion film ha una durata massima di 15 minuti e non ci sono limiti ai mezzi espressivi o tecnici. Possono essere girati anche con lo smartphone”. La maggior parte di quelli selezionati da tutto il mondo dal FFF Milano durano da 30 secondi a 7-8 minuti. “Il ruolo della moda nel film è variabile, a volte c’è un brand, a volte è coinvolto un designer, a volte si tratta di un lavoro di styling. Sicuramente l’estetica è fondamentale e la storia deve essere collegata alla moda in qualche modo”, continua Constanza Etro.
Una piattaforma senza costi di accesso
Da sempre lo spirito del Fashion Film Festival Milano è quello del “il grande aiuta il piccolo”, come spiega Etro. Ovvero, i nomi importanti della moda e del cinema che partecipano alla giuria (negli anni ne sono stati presidenti Giorgio Armani, Pierpaolo Piccioli, Luca Guadagnino) servono per dare visibilità ai giovani creativi, registi, art director da tutto il mondo che hanno una grande opportunità di mostrarsi al mondo dalla piazza milanese che il festival mette loro a disposizione. “Per questo, al contrario di altri festival, non chiediamo una quota di registrazione per sottoporre il proprio fashion film alla selezione, li guardiamo tutti”, sottolinea Etro, “né chiediamo un biglietto di ingresso per gli eventi in presenza e le anteprime dei lungometraggi, che preferiamo organizzare in collaborazione con scuole per coinvolgere giovani studenti”.
Quest’anno, tra gli eventi speciali, è stata organizzata una proiezione del film Slay, fuori concorso, un documentario che indaga il mondo dei materiali animali della moda e il loro impatto sul pianeta e sulle persone. Alla proiezione sarà presenta Emma Hakansson, membro anche della giuria 2023, che ha fondato l’organizzazione non governativa Collective Fashion Justice. Nelle edizioni precedenti sono passati dal festival film come River Blue, che mostra il crescente inquinamento dei fiumi da parte dell’industria tessile.
Dall’Iran all’Italia, la creatività al servizio di una moda responsabile
Tra i selezionati quest’anno nella categoria “for green” c’è anche la filmmaker iraniana Anahita Sahar Babaei, che ha creato il corto onirico e dall’estetica appariscente Born to stay per raccontare il nostro rapporto con la plastica: “La plastica per me funge da simbolo del distacco dall’ambiente e del nostro modo psicologico di affrontare i nostri errori. Inizia tutto con una mentalità consumistica apparentemente innocente e ingenua, ma si evolve in un’epoca in cui chiudiamo gli occhi sulle ripercussioni delle nostre azioni, perpetuando così un problema devastante che scegliamo di nascondere sotto il tappeto della natura, in particolare dell’oceano, invece di assumerci la responsabilità e cercare la soluzione. L’industria moda, come qualsiasi sistema che non sia in grado di adattarsi al passare del tempo, è destinata a crollare. Forse ciò di cui la moda ha bisogno oggi non è solo un piccolo aggiustamento, ma una vera e propria rivoluzione”.
La natura è invece assoluta protagonista del film Reconnecting: a voyage through nature and fashion di Virginia Brancaccio, Nicolò Quartarulli, Xin Alessandro Zheng, un trio di ex studenti della Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. “La moda è passione, vita, scelta, è politica”, afferma Brancaccio a nome di tutti, “abbiamo selezionato i costumi con la stylist Martina Noto come allegoria del peso da cui è schiacciata la protagonista. Quello che vorremmo contribuire a diffondere è una cultura della moda etica e della responsabilità ambientale. L’ambientalismo non può più rimanere solo una “sottocultura” e la sostenibilità una scelta riservata a pochi, perché la verità è che non è più una scelta ma un obbligo. Quello che i creativi possono fare è mettere in gioco competenze e doti per stimolare la riflessione e l’azione in chi ancora non è sensibilizzato a praticare la sostenibilità”.
Selezione di 9 fashion film “Fashion film festival Milano for green” 2023
1.HER: A Disintegrated Notion di Sikhanyisiwe Sebata
Ideato da una regista poliedrica e pluripremiata, questo film che vuole portare alla luce la vera storia di una donna dello Zimbabwe di tutti i giorni. Sostenuto da Accountability Lab.
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2. Eppure continuiamo a fiorire di Wundercamera Lab
“Eppure continuiamo a fiorire” è un verso di una poesia che racconta la potenza e la forza della natura e dei fiori. Il film è un viaggio immaginario da Parma (città dov’è nato il brand indipendente Wundercamera Lab) a Pyongyang, durante il quale i fiori portano rinascita e cambiamento.
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3. Born to Stay di Anahita Sahar Babaei
Questo corto è una commedia dark che riflette l’autodistruzione degli esseri umani sotto il nome del modernismo. La narrazione racconta una storia d’amore superficiale tra una ragazza sbadata e un amante della plastica. Una relazione che presto sarà la nostra rovina, perché la plastica è nata per rimanere.
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4. Pay Later di Clara Bricard, Irene Lema, Leonard Rokita
Un film critico che indaga le nostre abitudini di consumo della moda. Al centro un’industria tessile che moltiplica le sue piattaforme e propone tendenze virtuali e abiti solo digitali da acquistare. Ispirato alla favola “I vestiti nuovi dell’imperatore” di Hans-Christian Andersen.
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5. Save the Future di Barbara Fedez
Un thriller anni Novanta ci ricorda che mancano pochi giorni alla fine del mondo e che l’unica opzione rimasta è quella di seppellirci. Attraverso la danza contemporanea, ascolteremo una lettera d’amore a ciò che inquina i nostri corpi e quindi le nostre anime. Tra i costumi, due brand sostenibili: Bukit & Soul e KUMI Sneakers.
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6. Terra Cene di Nono Ayuso, Rodrigo Inada
Questo film è un ricordo delle cose passate e un’osservazione della natura interconnessa del tempo sulla Terra. Attraverso una narrazione accuratamente realizzata che si snoda tra tempo passato, tempo presente e tempo futuro, Terra Cene si chiede con urgenza: chi e cosa resterà da ricordare? “Terra Cene” trasmette un messaggio di speranza, ricordandoci il nostro dovere di preservare la bellezza della vita sulla Terra.
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7. Reconnecting: A Voyage through Nature and Fashion di Virginia Brancaccio, Nicolò Quartarulli, Xin Alessandro Zheng
Il corto è una metafora visiva del percorso di consapevolezza che l’uomo deve compiere per combattere l’impatto ambientale dell’industria della moda sul pianeta. La protagonista vive un viaggio di riconnessione primordiale con la natura, attraversando varie fasi, dalla bolla in cui è inizialmente intrappolata, nel sonno della ragione, fino al graduale ricongiungimento con sé stessa e con l’ambiente circostante.
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8. Soguem (Salt) di Furqat Davlatyorov
Il sale marino prodotto nel mare della Corea, in particolare da Sinan Begumdo, è noto per la sua purezza. Dopo aver trattenuto l’acqua del mare, il cielo e le persone lavorano insieme e lentamente creano il sale. Il sacco che contiene il sale può trasportare fino a 900 chilogrammi. Purtroppo, questo robusto materiale viene utilizzato una sola volta e scartato completamente a causa dei costi logistici. La collaborazione è iniziata con il marchio di moda Darcygom, che ha trasformato questi sacchi di sale in abiti o accessori.
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9. Gola di Vitoria de Mello Franco, Ian Cheibub, Marina Zabenzi per Saskia Lenaerts
Girato in Brasile, il corto vuole gettare nuove prospettive sul transnazionalismo, esplorando ed espandendo i limiti del territorio e dello spazio personale rispetto a quello collettivo. Consapevole di quanto sia diventato politicamente significativo l’atto di attraversare una linea di confine, ci chiede di guardare oltre e di immaginare le possibilità che nascono dagli stili di vita interculturali. Con la partecipazione del brand Saskia Lenaerts.
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