Lo show di Giorgio Armani alla Milano fashion week si è svolto senza musica: “Non vogliamo festeggiare” mentre in Ucraina si combatte, ha detto lo stilista.
- Nell’ambito della Settimana della moda di Milano, Giorgio Armani ha organizzato uno show senza musica: modelli e modelle hanno sfilato in silenzio.
- È così che il designer italiano ha voluto lanciare un messaggio contro la guerra in Ucraina e mostrare alle vittime la sua vicinanza.
- Un gesto semplice, ma potente che rispecchia le scelte stilistiche di Armani.
Mentre il fragore dei bombardamenti assordava l’Ucraina, una scia di modelli e modelle sfilava silenziosa in un teatro milanese, il tempo scandito unicamente dall’avanzare sicuro e leggiadro dei tacchi e dai click delle macchine fotografiche, impegnate a immortalare una sfilata che resterà nella storia. Parliamo dello show di Giorgio Armani, uno dei più noti e acclamati stilisti d’Italia che il 27 febbraio, nell’ambito della Settimana della moda di Milano, ha deciso di presentare le sue creazioni senza musica di sottofondo.
Il messaggio di Giorgio Armani
Non si è trattato di una rinuncia, quanto di un gesto rivoluzionario che nella sua semplicità si è dimostrato capace di lanciare un forte segnale. “La mia decisione di non usare la musica nello show è stata presa in segno di rispetto nei confronti delle persone coinvolte nella tragedia in corso in Ucraina”.
È l’avviso comunicato da una voce fuori campo prima della sfilata e poi ripreso sul profilo Twitter di Armani. “Ho pensato che, più che donare vestiti o denaro, in quel momento fosse importante far sentire a quei bambini che il mio cuore batte per loro”, ha dichiarato lo stilista. “Non vogliamo festeggiare”.
La forza dell’essenzialità
Giorgio Armani ha sempre creduto nell’eleganza senza tempo e nella forza dell’essenzialità, ribadendo durante la pandemia che “serve un rallentamento” così da ritrovare il valore dell’autenticità. E in questa sfilata ci è riuscito, poiché tutta l’attenzione dei presenti si è concentrata sugli abiti, frutto del duro lavoro di centinaia di artigiani. Tanto velluto nero illuminato soltanto dal bagliore delle paillette, un’idea di moda che va oltre il genere per captare la vera essenza della persona. “Sono tornato alle origini, al mio modo di vedere l’uomo e la donna che, alla fine, possono essere intercambiabili. Non c’è bisogno di osare, basta semplicemente guardarsi allo specchio”, spiega il designer.
Ed ecco che la ricerca della sostanza si traduce nella scelta del silenzio, un’arma pacifica ma potente; “la vera musica”, come diceva il grande trombettista Miles Davis. Ed è in quel silenzio che, scorgendo fra gli ospiti la senatrice Liliana Segre, superstite dell’Olocausto, l’orologio si ferma e le lancette sembrano tornare indietro nella storia, riportando a galla drammi che l’umanità dovrebbe ricordare, mai rivivere.
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