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Fat Lama, il sito per condividere oggetti. Perché le esperienze e non i beni fanno la felicità
Fat Lama promette di rivoluzionare il mondo dei consumi. Il sito permetterà agli utenti di condividere qualsiasi oggetto, coniugando fiducia e sostenibilità
Fat Lama è un’innovativa piattaforma online che permetterà di concedere e affittare qualsiasi oggetto. Nasce sulla scia del successo della experience economy, della sharing economy, in cui gli oggetti e i servizi vengono condivisi, e dell’economia circolare, che sovvertono le fondamenta dell’economia odierna basata esclusivamente sul concetto di “usa e getta”.
Risponde alle necessità dei cosiddetti millenials (la generazione compresa nella fascia di età tra i 18 e i 34 anni) che si stanno allontanando sempre di più dal materialismo: per il 65 per cento di essi le esperienze sono più importanti degli oggetti e quindi sono interessati ad investire più tempo e denaro in concerti, eventi sociali e culturali invece che in beni materiali. Questo è quanto evidenziato da uno studio del 2014 sponsorizzato da Eventbrite, la piattaforma che permette a chiunque di creare eventi, i cui risultati spiegano il successo di siti quali Airbnb, Couchsurfing e BlaBlaCar.
Com’è nato Fat Lama
“Con gli altri ragazzi stavamo mettendo su un ufficio che avevamo affittato con altra gente, ma spendevamo molto per oggetti che avremmo poi buttato”, spiega Chaz Englander, 24 anni, uno dei tre co-fondatori del progetto. “Abbiamo pensato che nello stesso edificio ci fossero persone che possedevano una scala, un’aspirapolvere, attrezzature per dipingere, e che avremmo potuto prendere in prestito questi oggetti. Ma non riuscivamo a trovarli perché non esistono piattaforme che hanno questo genere di scopo”.
Così Englander e i suoi due soci, Rosie Dallas e Owen Turner-Major, hanno avuto l’idea che ha portato al lancio del sito di Fat Lama a inizio novembre, dapprima a Londra, soprattutto nelle zone est e sud-ovest, dove la concentrazione di giovani professionisti è più alta. L’intendo è quello di coprire tutto il Regno Unito, e di sviluppare questo modello anche in altri Paesi.
Come funziona
Il sito funziona in maniera semplice: ci si registra senza pagare, si propone cosa affittare (se si vuole essere locatore), collocando l’annuncio all’interno di una macro-categoria e indicando la propria localizzazione. Dopodiché viene effettuata la verifica su ogni singolo oggetto che viene anche assicurato (ad esempio non si possono affittare sostanze chimiche o altri oggetti che potrebbero alimentare un mercato illecito). La verifica avviene attraverso un sistema fidato e dispendioso che permette di controllare l’identità del locatore e le condizioni dell’oggetto. Se la transizione tra locatore ed affittuario va a buon fine, Fat Lama prende una percentuale del prezzo proposto direttamente dal locatore.
Uno dei pilastri di Fat Lama è la fiducia. Ogni oggetto è sottoposto a un processo di verifica lungo e dispendioso, ma ciò può non bastare per indurre una persona ad affittare qualcosa da uno sconosciuto. Occorre creare un senso di comunità ed è questa la sfida dei suoi creatori. “Se qui a Londra saluti una persona alla fermata del bus, probabilmente chiamano la polizia”, dice Englander, “se lo fai in Italia, magari ti invitano a cena”. Nonostante l’esagerazione, gli stereotipi spesso contengono un fondo di verità. Englander infatti si riferisce proprio alla mancanza del senso di comunità e di condivisone in una metropoli come Londra.
Secondo i fondatori di Fat Lama questo progetto cambierà il modo di vivere la città sensibilizzando le persone al concetto di sostenibilità, dando un’alternativa al consumismo usa e getta e la possibilità non solo di risparmiare e ricavare utili, ma anche di avere accesso a beni troppo cari da comprare. Fornendo così al cliente un’esperienza invece che un semplice bene materiale.
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