Fu soprannominato “il tesoriere del genocidio”. Félicien Kabuga è accusato di aver trovato i fondi per finanziare la strage dei tutsi in Ruanda nel 1994.
Félicien Kabuga è stato uno degli uomini più ricercati del mondo. La sua storia è stata talmente incredibile da aver ispirato perfino una puntata della doc-serie sui latitanti più pericolosi (intitolata “World’s Most Wanted” e trasmessa da Netflix). Accusato di essere uno dei principali responsabili del genocidiodelle persone di etnia tutsi in Ruanda, nel 1994, giovedì 29 settembre è comparso per la prima volta di fronte ai giudici del tribunale delle Nazioni Unite a L’Aia.
The Prosecution’s presentation of evidence in the #IRMCT trial of Prosecutor v. Félicien #Kabuga is adjourned and resumes tomorrow at 10:00 CEST/11:00 EAT in the Hague branch courtroom. pic.twitter.com/sSp29TjqQg
La milizia Interahamwe, la radio delle Mille colline, gli affari
Kaguba è stato il finanziere del regime del presidente Juvénal Habyarimana, assassinato a Kigali il 6 aprile del 1994. Lui, assieme ad un altro pugno di estremisti, è stato in grado di rastrellare per anni i fondi che furono poi utilizzati per preparare, organizzare ed eseguire la strage. Per questo è stato soprannominato il “tesoriere del genocidio”. Un uomo spietato, senza scrupoli, accecato dall’odio razziale.
Secondo l’accusa, avrebbe trasformato le sue proprietà commerciali in terreni di addestramento per una milizia, la Interahamwe, creata nel 1992 dall’Mrnd, il partito di Habyarimana. Il gruppo armato è stato protagonista della maggior parte dei massacri perpetrati nel 1994. Kugaba ha inoltre sostenuto attivamente la Radio delle mille colline, strumento di propaganda degli estremisti di etnia uhutu. Dai cui microfoni, il 6 aprile, arrivò l’ordine: “Scendete in strada per la guerra finale”.
“Kabuga fornì centinaia di migliaia di machete agli assassini”
L’uomo nacque nel 1935 da una famiglia modesta. Fece fortuna grazie agli investimenti nelle piantagioni di tè, all’immobiliare e a commercio. Parente – tramite le figlie – di Habyarimana, avviò gli affari nei primi anni Novanta. All’epoca, apparteneva ad un gruppo informale, chiamato “Akazu”: “la casetta”, in lingua kinyarwanda. Sarà l’embrione dei peggiori spiriti che animarono il Ruanda in quegli anni. Un consesso di falchi guidato dalla moglie del presidente, Agathe Kanziga, e che comprenderà uomini delle istituzioni, alti funzionari, banchieri, imprenditori.
“Quando l’orribile carneficina fu avviata, Kabuga avrebbe anche fornito agli assassini centinaia di migliaia di machete”, affermano le Nazioni Unite nei capi d’accusa rivolti al faccendiere. Il tutto con l’obiettivo di “colpire la totalità del popolo tutsi”. Kugaba si impegnava in prima persona. Anche a livello politico: è stato padrino di Augustin Ngirabatware, ministro che pianificò il genocidio e che nel 2019 è stato condannato a 30 anni di reclusione.
Dal 1997 in fuga, fu arrestato nel 2020 a Parigi
In fuga dal 1997, l’uomo era oggetto di un mandato d’arresto internazionale dal 1999. Sulla sua testa pendeva una taglia da 5 milioni di dollari. È stato arrestato il 16 maggio del 2020 in una banlieue di Parigi. Per più due decenni la rete di complici di cui ha potuto beneficiare gli ha concesso di sfuggire alla giustizia. Ora, a 87 anni, dovrà finalmente rispondere dei suoi comportamenti.
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