Uomini e donne che lavorano in Ferrari sono pagati, a parità di mansioni, allo stesso modo. La casa di Maranello ha ottenuto il prestigioso riconoscimento Equal salary che certifica la parità di retribuzione fra sessi, qualificandosi così come la prima azienda italiana a tagliare questo importante traguardo.
Cos’è la certificazione Equal salary
Il Cavallino rampante si è guadagnato la certificazione rilasciata dalla fondazione svizzera Equal salary al termine di uno studio durato otto anni e condotto dalla società di revisione Pwc seguendo una metodologia riconosciuta dalla Commissione europea, che prevede una dettagliata analisi statistica dei livelli retributivi, uno studio delle politiche di gestione e sviluppo delle risorse umane, oltre al coinvolgimento dei dipendenti ai quali è stato chiesto di esprimere tramite sondaggi la propria opinione sulla qualità del lavoro in azienda.
L’eliminazione del divario retributivo di genere rappresenta una tappa importante nel percorso di Ferrari verso “un ambiente di lavoro inclusivo e rispettoso delle differenze che sostenga allo stesso tempo lo sviluppo professionale di ciascuno”, come si legge nel comunicato stampa della casa automobilistica.
Dal 2016 al 2019, in particolare, le dipendenti sono aumentate dall’11,5 per cento ad oltre il 14 per cento dei 4.285 lavoratori complessivi e hanno assunto progressivamente responsabilità maggiori.
“La parità retributiva e di opportunità non riguarda solo un principio di equità. È un pilastro fondamentale per attrarre, trattenere e sviluppare i migliori talenti e stimolare così l’innovazione e la nostra crescita nel lungo periodo”, ha dichiarato Louis Camilleri, amministratore delegato di Ferrari s.p.a.
La notizia è giunta a poche ore dalla prima sessione di prove libere del gran premio d’Austria, la prima gara di Formula 1 del 2020 dopo l’interruzione dovuta alla pandemia di Covid-19. La speranza è che Ferrari, evidentemente impegnata sul tema della sostenibilità sociale, contribuisca anche sul fronte della tutela dell’ambiente, sia portando avanti le sue strategie per la riduzione dell’inquinamento – peccato solo che il tanto atteso modello elettrico non uscirà in tempi brevi – sia fornendo il suo prezioso apporto verso il raggiungimento dell’obiettivo zero emissioni previsto entro il 2030 dal più importante campionato automobilistico del mondo.
Donald Trump sceglie la strada del protezionismo, annunciando dazi su Cina, Canada e Messico e promettendo di fare lo stesso anche con l’Unione europea.
293.444 stufe green distribuite alle famiglie locali, 381.830 tonnellate di legno risparmiate, oltre 240 nuovi posti di lavoro creati: sono i risultati del progetto sostenuto da Cassa Depositi e Prestiti attraverso l’adesione al programma Climate Action per la compensazione delle emissioni.
“Il nostro obiettivo è sempre stato quello di trasformare un rifiuto in qualcosa di meraviglioso”. L’intervista a Matteo Longo, direttore generale di Bioforcetech.
Secondo un rapporto delle Nazioni Unite competizione e corsa alle performance colpiscono la salute mentale dei lavoratori, moltiplicano i casi di burn-out.