Dal dramma della scarsità d’acqua ai paradossi dell’industria della moda. Dalle meraviglie del Pianeta all’Italia dei veleni. Tutti i film premiati a Cinemambiente 2021 e disponibili in streaming fino al 13 ottobre.
Cinemambiente 2021. Il cinema ambientale non è più “di nicchia”
In sala, sul web e in virtual reality. Il Festival Cinemambiente 2021 torna con un’edizione ricchissima – e sempre più mainstream – di film ed eventi gratuiti a tema ambientale.
Con lo slogan Time for change, tempo di cambiare, parte oggi la 24esima edizione del Festival Cinemambiente 2021. Una presa d’atto, più che un invito, quella con cui la manifestazione torinese torna a ribadire l’improcrastinabile necessità di “darsi una mossa” nel prendere parte attiva alla transizione ecologica. Un compito cui il festival contribuisce da ormai un quarto di secolo, con il suo ruolo di megafono sui temi più urgenti della nostra epoca e la sua crescente autorevolezza in campo nazionale e internazionale, anche come capofila della Green Film Network).
Dopo l’edizione speciale del 2020, adattata ai tempi dell’emergenza, la manifestazione torinese torna ad accendere gli schermi del Cinema Massimo – Museo Nazionale del Cinema dall’1 al 6 ottobre per una settimana di cultura, divulgazione e divertimento. Tra le tante proposte, pensate per grandi e piccoli, quest’anno il pubblico del festival avrà infatti la possibilità di immergersi negli scenari mozzafiato dei film in virtual reality programmati nelle prime due sale cinematografiche italiane permanenti dedicate al cinema virtuale, inaugurate nel Museo Nazionale del Cinema di Torino. E sempre gli spazi espositivi della Mole Antonelliana ospiteranno la mostra fotografica Il quinto elemento che indaga la connessione e le rispettive forme di energia dei quattro elementi naturali in relazione con l’elemento umano.
A guidare anche quest’anno il festival è il direttore Gaetano Capizzi, che insieme al suo team si è trovato felicemente sommerso da migliaia di candidature di registi provenienti da tutto il mondo. Oltre tremila le opere vagliate, a dimostrazione non solo dell’importanza del festival e di un graduale ritorno alla normalità del settore, ma anche dell’inarrestabile affermazione del cinema ambientale, sempre meno di nicchia e sempre più rivolto al grande pubblico.
La centralità della questione climatica nel dibattito mondiale sta dando – e darà probabilmente nei prossimi anni – una crescente visibilità al cinema ambientale, che oggi si fa largo anche nei grandi festival generalisti.
Il trend che va sempre più affermandosi oggi, e di cui un festival come Cinemabiente diventa la perfetta espressione, è quello di una realtà in cui, da “‘tematiche green’ si va sempre di più verso una ‘cultura green’ che, oltre a sensibilizzare, informare e divulgare, comprenda tutte quelle ‘good practices’ che pian piano stanno sempre di più entrando nel nostro vivere quotidiano”, nelle parole condivise dal presidente e dal direttore del Museo Nazionale del Cinema Enzo Ghigo e Domenico De Gaetano.
Cinemambiente 2021. Il programma della 24esima edizione
L’edizione di Cinemambiente 2021 porterà in scena 89 tra film, medio e cortometraggi provenienti da oltre 30 Paesi.Una ricchezza culturale incredibile e un’occasione preziosa per una full immersion di cinema da poter seguire sia in sala (previa prenotazione sul sito del festival e muniti di Green pass) o anche online. A partire dal giorno successivo alla proiezione in sala, i film saranno infatti tutti disponibili, fino al 13 ottobre, sulla piattaforma OpenDDB. Si potranno così guardare, anche da casa, i 10 documentari e i 20 cortometraggi in gara nelle sezioni competitive del festival, così come gli altri 60 titoli delle sezioni non competitive. E presenti dal vivo o collegati in streaming dall’estero ci saranno anche i registi dei film proposti, per approfondimenti e dibattiti con il pubblico.
Tante opere e sguardi diversi che aiutano a dare un volto concreto a quella crisi climatica e sociale che ogni giorno campeggia sui titoli dei giornali. Come il film Marcher sur l’eau con cui Aïssa Maïga, attrice francese di origini maliane-senegalesi, ci porta in un villaggio nel nord del Niger a conoscere la quattordicenne Houlaye, che come le altre donne del villaggio, deve camminare ogni giorno per chilometri per procurarsi l’acqua, saltando la scuola, in un calvario reso necessario dal cambiamento climatico.
Tanti live action che documentano il reale, ma anche qualche film animato, come il corto Shift, che insiste sul nostro disastroso rapporto con il Pianeta e sulla necessità di un deciso cambiamento, uno “shift”.
A cominciare da Animal, film del regista francese Cyril Dion, scelto per la serata inaugurale di quest’edizione e già presentato all’ultimo festival di Cannes. Protagonisti della pellicola i due giovani attivisti Bella Lack e Vipulan Puvaneswaran, impegnati in un affascinante viaggio intorno al mondo per cercare di andare alla radice delle cause dei cambiamenti climatici e della grande minaccia della sesta estinzione di massa. Il film sarà introdotto da un dialogo del meteorologo Luca Mercalli con i due interpreti e l’intera serata inaugurale sarà trasmessa in diretta al Centro Culturale BASE a Milano – con ingresso gratuito su prenotazione – nell’ambito dell’evento Feed your future! e del progetto europeo Food Wave.
I film realizzati oggi non fanno più plausibili profezie (puntualmente avverate), non proiettano scenari distopici in un prossimo futuro, ma registrano l’esistente, documentano cambiamenti ormai certificabili.
Made in Italy, viaggio nella grande (e sfigurata) bellezza
Una delle novità più interessanti di questa edizione è la sezione Made in Italy, una vetrina di 40 film riservata alla più recente produzione nazionale di cinema ambientale. La dimostrazione di una vitalità creativa che non è stata affossata dalla pandemia, ma che anzi è tornata più forte che mai. Tra i titoli selezionati tanti quelli dedicati a storie di comunità resistenti e in grado di vivere in armonia con la natura anche nei contesti urbani più difficili Come Acquabella, ambientata in una cascina alle porte di Milano. Non mancano le storie di denuncia, come il film-inchiesta Io non faccio finta di niente, sul movimento bresciano Basta veleni. Molto caro ai registi italiani anche il rapporto tra uomo e animali come in Blood Scales, sul traffico dei pangolini, o La manza, con uno sguardo inedito sugli allevamenti intensivi.
C’è anche il ritorno alla terra in Donne di terra con protagonista un gruppo di contadine di nuova generazione; mentre il legame vitale del nostro Paese col mare è al centro di Blue future, realizzato insieme al Wwf. Al centro dei racconti italiani non poteva mancare anche una riflessione sulle contraddizioni dell’industria della moda, fiore all’occhiello della nostra economia, ma anche tra i settori più inquinanti al mondo, come raccontato nei corti Le ali non sono in vendita e Intrecci etici – La rivoluzione della moda sostenibile in Italia. C’è anche l’Italia degli eventi meteorologici estremi che incontra l’Italia del genio artistico ne Le Troiane, che racconta il viaggio dalla Carnia a Siracusa di 400 alberi abbattuti dalla Tempesta Vaia che nel 2018 devastò il Triveneto e recuperati dall’architetto Stefano Boeri per la scenografia de Le Troiane di Euripide. Quaranta titoli per affrontare un lungo viaggio non solo geografico, ma anche umano e ricchissimo di ispirazioni.
Da Serengeti non morirà a Legacy, tuffi nel passato e preziose eredità
Altri 16 titoli arrivano in sala e online grazie alla sezione non competitiva Panorama internazionale, che ripropone titoli già distribuiti in Italia ma meritevoli di un nuovo passaggio e offre al pubblico del 2021 la possibilità di riscoprire una pietra miliare del cinema naturalistico, premiato con l’Oscar nel 1960: il documentario Serengeti non morirà, girato dallo zoologo tedesco Bernhard Grzimek nel celebre Parco nazionale della Tanzania. A lungo dimenticato oggi il film mostra tutta la sua attualità, grazie alle spettacolari ed emozionanti riprese della vita degli animali nella savana e alla preveggenza di Grzimek sull’importanza dei territori protetti.
La panoramica internazionale di Cinemambiente si concluderà con il documentario Legacy, il nuovo spettacolare film di Yann Arthus-Bertrand, l’autore francese considerato tra i massimi esponenti mondiali della fotografia e del cinema ambientali, a cui quest’anno il festival assegna anche il premio alla carriera Movies Save the Planet. Il film sarà presentato nella serata di chiusura del 6 ottobre, regalando agli spettatori immagini spettacolari e insieme un appello a tornare alle nostre armi più potenti: l’intelligenza e la cooperazione, per riavvicinarci insieme alla natura e agire per il Pianeta e per il futuro dei nostri figli.
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