Festival della fotografia etica di Lodi, da 10 anni il racconto del mondo attraverso il linguaggio del nostro tempo

A Lodi dal 5 al 27 ottobre la decima edizione del Festival della fotografia etica accende, grazie alla potenza degli scatti, la riflessione e l’attenzione su temi spesso dimenticati.

L’immediatezza dell’atto dello scatto, spesso è anche la stessa della nostra reazione nel guardarla: la fotografia ci fa “scattare” qualcosa dentro e comunica molto più di tante parole. È sicuramente così al Festival della fotografia etica di Lodi che da 10 anni ci racconta un mondo senza filtri, quelli troppo utilizzati in quest’epoca social e poco sociale che talvolta impediscono di percepire il vero. Partecipare a questo appuntamento non significa banalmente vedere delle mostre fotografiche, ma viaggiare e immergersi per un po’ nelle vite e nelle storie degli altri. Dal 5 al 27 ottobre a Lodi, in giro per la città.

A Lodi 4 weekend di mostre per far riflettere

Per molti è diventato un appuntamento fisso quello di ottobre a Lodi per il Festival della fotografia etica: da 10 anni in questa piccola cittadina di provincia si svolge una rassegna che ha assunto un carattere internazionale presentando al pubblico grandi firme della fotografia ma soprattutto regalando un panorama ampio su ciò che accade nel mondo e spesso non viene raccontato. Fotografia etica dunque significa fotogiornalismo ma anche, banalmente, uno sguardo attento su ciò che a prima vista sembra non riguardarci. Un esercizio di civiltà e riflessione per capire più a fondo l’attualità. 

Festival fotografia etica Lodi
Nell’estate del 2013, la celebre surfista Irlandese Easkey Britton propone a due atlete Iraniane, Shahla Yasini ( guida sub ) e a Mona Seraji (snowboardista) di formare il primo team di donne surfiste in Iran. Shahla e Mona accettano elettrizzate e quella stessa estate si ritrovano pioniere di un movimento che avrebbe segnato l’arrivo di un’onda di novità per le prossime generazioni Iraniane. Giulia Frigieri. FFE2019 ​© Giulia Frigieri

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Nei palazzi storici della città e in altre location di Lodi – sette in tutto le sedi – saranno esposte le mostre che compongono il Festival: a Palazzo Barni si trovano gli scatti dei vincitori delle 7 categorie del World report award. Qui per la sezione Master vi segnaliamo, Darcy Padilla che con il reportage Dreamers, accende i riflettori sulla riserva indiana di Pine Ridge, considerato il posto più povero in America, dove la comunità sta lottando con il flagello dell’abuso di alcol e delle metanfetamine e nell’area Short story, il tedesco Emile Ducke con il reportage Diagnosis, che racconta di un treno medico che viaggia in città remote e sottoservite in Siberia, garantendo così uno screening sanitario gratuito per la popolazioneAll’ex chiesa dell’Angelo da non perdere il lavoro di Monika Bulaj nello Spazio approfondimento, mentre per Uno sguardo sul mondo al Bipielle arte interessante Marco Zorzanello e i suoi scatti sul Turismo nell’epoca del cambiamento climatico. Nello Spazio no-profit, tra l’altro a ingresso libero, merita la mostra di Emergency, già esposta a Milano di cui LifeGate aveva già parlato. Alla Biblioteca Laudense troverete una mostra su Banca etica e i suoi 2o anni e il vincitore del Premio Voglino. Di grande attualità, allo Spazio Ludesan life, il progetto di 18 fotografi che in Articolo 1 descrivono storie di immigrazione e integrazione nel lodigiano.

fotografia etica Lodi
Lamezia Terme, provincia di Catanzaro, Italia, 2017. I resti del pontile industriale dell’ex Sir. Questo tratto di costa lungo circa cinque chilometri era il luogo in cui gli abitanti dei paesi collinari di San Pietro a Maida e Curinga si trasferivano per passare l’estate al mare. Negli anni ’60 l’area venne privatizzata per far spazio ad una industria di resine che rimase attiva per soli 2 anni. A oggi questo tratto di costa è abbandonato e la balneazione interdetta. Marco Valle. FFE2019 © Marco Valle

L’Italia a scatti al Festival della fotografia etica

Allo Spazio tematico Italia di Palazzo Modignani le fotografie raccontano il nostro paese grazie al lavoro di 6 artisti, alcuni grandissimi, come Letizia Battaglia. Dai sui scatti crudi, che sono diventati celebri soprattutto negli anni dello strapotere della mafia sulla città di Palermo, si passa a Prima comunione di Diana Bagnoli che illustra il rito – a tratti fuori tempo e kitsch – di questo sacramento così come è vissuto nella città di Napoli. Non ci spostiamo di molto e con Massimo Berruti andiamo a indagare lo scandalo della terra dei fuochi nel suo Epidemic mentre siamo in Basilicata grazie a Mariano Silletti, precisamente a Serra Maggiore, uno dei borghi rurali costruiti a seguito della Riforma agraria degli anni Cinquanta nelle campagne di Montescaglioso. Qui il fotografo ha immortalato la vita di un luogo che va scomparendo, un tempo meta di massiccia immigrazione. 

Leggi anche: Il rapporto dell’uomo con gli animali, gli altri popoli e la propria umanità al Festival della fotografia etica di Lodi 2018

Marco Valle in Mare Mostrum ci spinge a riflettere sul futuro della costa italiana e più in generale sulla relazione che intercorre oggi giorno tra l’ambiente naturale e l’uomo. Il nostro paese è una penisola, percorsa per gran parte da coste che stanno sempre più trasformandosi in aree cementificate, il lavoro del fotografo mette in luce i luoghi deturpati dal “sistema”, sia turistico che edilizio. Importante anche l’apporto a questo spazio del collettivo Workforce, un ambizioso progetto di ricerca visiva, durato più di tre anni, che racconta il lavoro in Italia. È articolato in nove tappe, spesso lontane – non solo geograficamente – ma a volte tra loro intrecciate: i centri logistici, i concorsi di ammissione, le aste fallimentari, i call center, l’industria 4.0, i migranti nell’agricoltura, le proteste sindacali, un distretto tessile cinese, le imprese recuperate dai lavoratori. Davvero segnante.

Il Festival della fotografia etica di Lodi è visitabile solo il sabato e la domenica dal 5 al 27 ottobre, il braccialetto per accedere alle mostre costa 15 euro e dà diritto a vederle anche in diversi week end.




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