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Dormire con i figli nel lettone, pro e contro
Dormire con i figli nel lettone: la scelta è molto controversa, perlomeno nella nostra cultura attuale. Ma quali sono i rischi reali, e quali i benefici per tutti?
In passato era una pratica ubiquitaria e quasi obbligata: dormire coi figli nel lettone o, prima ancora, sul pavimento di una caverna, per scongiurare l’attacco di un predatore, ripararsi meglio dal freddo, o, in epoche più recenti, sfruttare l’unico ambiente abitativo disponibile. Negli anni, perlomeno in una parte del mondo occidentale, la condivisione del letto con la prole – che adesso viene spesso definita co-sleeping, o più propriamente bed-sharing – è divenuta una scelta meno frequente, o un’abitudine cui i genitori si rassegnano mal volentieri per stanchezza o esasperazione.
Dormire con i figli nel lettone: rischi da evitare
Ma quali sono i reali problemi che rischia chi dorme con i figli nel lettone? I rischi riguardano soprattutto i bambini più piccoli: schiacciamenti, cadute accidentali e soffocamenti sono eventualità rare ma possibili. Più controversa, invece, la tesi secondo la quale il cosleeping aumenta la probabilità che il neonato muoia di Sids, la cosiddetta morte improvvisa in culla. Per prevenire incidenti più o meno gravi, per prima cosa è fondamentale che nessuno dei genitori sia particolarmente in sovrappeso o avvezzo ad assumere droghe o sonniferi. In questo caso, è preferibile evitare la condivisione del sonno, così come nel caso in cui uno dei genitori sia un fumatore. Un neonato, inoltre, non dovrebbe mai essere lasciato solo con un fratellino a sua volta addormentato, e occorre sempre prendere ogni precauzione del caso per evitare il rischio di cadute accidentali, anche se il bambino non è ancora in grado di rotolare o girarsi da solo. Le mamme che hanno capelli particolarmente lunghi, dovrebbero raccoglierli con un elastico prima di andare a dormire.
Il Mother-baby behavioral sleep laboratory, progetto che punta a pubblicare studi e a fornire informazioni scientifiche sul cosleeping, ha stilato delle linee guida per il cosleeping sicuro.
Prevenire la morte in culla
Per ridurre il rischio di Sids, invece, valgono le raccomandazioni generali, da applicare anche se il neonato dorme nel proprio lettino: prima di tutto, l’ambiente non deve essere troppo caldo (20 gradi rappresentano una temperatura adeguata), il bebè deve dormire in posizione supina, su un materasso abbastanza rigido e senza cuscino. Chi sceglie di dormire con i figli, dovrebbe fare molta attenzione e non mettere coperte e cuscini nelle vicinanze del bambino, per il quale può essere invece utilizzato un sacco nanna.
Dormire con i figli: i benefici
Secondo molti psichiatri e neurologi infantili, dormire insieme favorisce la formazione del legame (bonding) tra genitori e figli, e aiuta i bambini a sentirsi protetti, sereni e fiduciosi. Il co-sleeping, inoltre, facilità l’allattamento al seno e la gestione dei risvegli notturni, e permette di godere appieno, anche nottetempo, delle cure prossimali indispensabili per diventare adulti consapevoli e sicuri di sé. La cosa importante, però, è che nessuno dei membri della famiglia viva questa scelta come un’imposizione o una forzatura.
Figli nel lettone: fino a che età?
Non è semplice stabilire un limite anagrafico oggettivo oltre il quale condividere il letto con i figli sia da considerarsi sconsigliabile. I sostenitori del co-sleeping suggeriscono semplicemente di arrivare al termine fisiologico di questa esperienza, che può variare da bambino a bambino. I detrattori del sonno condiviso, invece, sono perplessi sul tenere i figli nel lettone, a prescindere dall’età. Ogni famiglia dovrà trovare pertanto il suo personale ed esclusivo equilibrio, nel rispetto delle esigenze di tutti.
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