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Come finanza etica e sostenibile stanno trasformando la blue economy
Finanza etica e sostenibile catalizzano il cambiamento nella blue economy, creando nuove opportunità economiche e ambientali.
La blue economy rappresenta una straordinaria opportunità per coniugare sviluppo economico e tutela ambientale. Per raggiungere questo obiettivo, è fondamentale un allineamento efficace tra politiche globali e flussi finanziari, capace di promuovere una trasformazione sostenibile. In questo contesto, come si inseriscono finanza etica e sostenibile nella blue economy? E come la politica internazionale supporta questa evoluzione?
La direzione della politica globale e la finanza etica e sostenibile
Il processo di transizione verso un’economia più sostenibile è sempre più sostenuto da un quadro normativo internazionale, attraverso accordi come quello di Parigi e l’Accordo di Montreal-Kunming (sulla biodiversità), e strategie nazionali, come il quattrodicesino piano quinquennale cinese, il Green deal europeo e l’Inflation reduction act statunitense. Queste politiche orientano le economie verso modelli di crescita sempre più inclusivi e rispettosi degli ecosistemi, compresi quelli marini.
Queste convenzioni puntano non solo a ridurre le emissioni e a proteggere la biodiversità, ma anche a promuovere investimenti responsabili ed etici nei settori ambientali. La finanza sostenibile e quella etica, con il loro approccio proattivo, giocano un ruolo chiave nel canalizzare capitali verso progetti che rigenerano e proteggono il nostro pianeta, contribuendo a una crescita sostenibile, anche nell’ambito della blue economy.
Secondo gli operatori del settore, entro il 2030 sarà necessario mobilitare almeno 15mila miliardi di dollari per sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni e resiliente ai cambiamenti climatici. Sebbene questa cifra sia elevata, è inferiore rispetto ai 31 mila miliardi di dollari attualmente gestiti dai fondi sovrani e dai principali gestori patrimoniali. Ciò dimostra che, con le giuste leve politiche ed economiche, la transizione è non solo possibile, ma anche praticabile.
Finanza sostenibile e finanza etica
In questo quadro, strumenti finanziari come i green bond (obbligazioni verdi) e i climate loans (finanziamenti climatici) divento sempre più fondamentali. Non si tratta solo di investire denaro, ma di farlo in modo responsabile, guidati da criteri Esg (environmental, social, governance), spingendo le imprese a ripensare i loro modelli operativi per renderli più sostenibili. Questi strumenti rientrano a pieno titolo sia nella finanza sostenibile che in quella etica, a patto che, in quest’ultimo caso, rispettino criteri di responsabilità, trasparenza ed equità sociale più ampi e rigorosi, non limitandosi esclusivamente a progetti specifici, ma coinvolgendo l’intera operatività dell’emittente.
La finanza etica, infatti, si distingue dalla finanza sostenibile per un approccio più profondo: se la finanza sostenibile segue il principio del “do not harm” (non arrecare danni), la finanza etica va oltre, puntando a rigenerare l’ambiente e promuovere la giustizia sociale attraverso investimenti che hanno impatti positivi e concreti.
Negli ultimi anni, i settori della finanza sostenibile ed etica hanno registrato una crescita significativa. Secondo il Global sustainable investment alliance (Gsia), per esempio, nel 2022, gli investimenti sostenibili hanno superato i 35 trilioni di dollari a livello globale, rappresentando il 36 per cento degli asset gestiti. Parte di questi investimenti si è riversata proprio nella blue economy.
In particolare, il Rapporto sulla blue economy 2024 della Commissione europea ha evidenziato come nel 2021 il settore della blue economy abbia registrato una crescita significativa, impiegando 3,6 milioni di persone (+17 per cento rispetto al 2020) e generando un fatturato di quasi 624 miliardi di euro (+21 per cento). Il rapporto, inoltre, mette in luce come proprio l’innovazione e la sostenibilità stiano guidando questa crescita, sottolineando l’importanza crescente di settori come l’energia rinnovabile offshore e l’acquacoltura sostenibile.
La protezione della biodiversità e delle coste
La blue economy beneficia sempre di più di progetti finanziati da strumenti etici e sostenibili, a partire dalla protezione della biodiversità degli ecosistemi marini. Il mare ospita l’80 per cento di tutte le specie presenti sulla Terra ed è dunque essenziale per il mantenimento della biodiversità globale.
Un esempio di progetto che va in questa direzione è la Blue bond initiative, lanciata dalla Banca mondiale e dalla Seychelles conservation and climate adaptation trust. Questo è stato il primo blue bond emesso da un paese sovrano e ha mobilitato capitali per la protezione delle risorse marine nelle Seychelles attraverso la creazione di riserve marine, mentre un altro progetto significativo è il Blue natural capital financing facility (Bncff) che, in collaborazione con il Green climate fund delle Nazioni unite, finanzia progetti di rigenerazione costiera e ripristino degli ecosistemi marini.
L’espansione dell’energia rinnovabile offshore
L’energia rinnovabile offshore si sta rapidamente affermando come un settore chiave della blue economy. Secondo l’International energy agency, il mercato dell’eolico offshore globale è destinato a crescere significativamente nei prossimi due decenni, con una crescita della capacità prevista di quindici volte entro il 2040. Questo potrebbe trasformarsi in un’industria da 1 trilione di dollari, rappresentando il 10 per cento degli investimenti globali nelle energie rinnovabili.
Un esempio di questa espansione è il Dogger bank wind farm, che sarà il più grande parco eolico offshore al mondo. Situato al largo delle coste del Regno Unito, fornirà energia pulita a sei milioni di case, contribuendo direttamente alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica e al miglioramento della qualità dell’aria. Questo progetto ha ottenuto uno dei più ingenti prestiti gss (green, social and sustainability), utilizzati per finanziare infrastrutture con benefici che integrano benefici ambientali e sociali.
Acquacoltura sostenibile e protezione delle coste
Non meno importante è il settore dell’acquacoltura sostenibile, che secondo la Fao fornirà il 62 per cento del pesce destinato al consumo umano entro il 2030. Tuttavia, per evitare che questo settore causi danni irreparabili agli ecosistemi marini, è essenziale investire in tecnologie più pulite.
Il fondo di venture capital olandese Aqua-Spark investe in aziende che sviluppano tecnologie per ridurre l’uso di antibiotici negli allevamenti ittici, migliorare l’efficienza idrica, incentivare l’utilizzo di energie rinnovabili e promuovere alimenti alternativi e sostenibili per i pesci. Nel proprio portafoglio, Aqua-Spark ha imprese di piccole e medie dimensioni come Matorka, una fattoria islandese che ha sviluppato un metodo innovativo per l’allevamento su terraferma senza uso di antibiotici, prodotti chimici o ormoni.
La protezione delle coste è un altro settore fondamentale per la blue economy. Progetti di rigenerazione delle barriere coralline e delle mangrovie, finanziati da fondi etici come il Blue carbon fund del governo australiano in collaborazione con l’Unione mondiale per la conservazione della natura (Iucn), mirano a proteggere gli ecosistemi costieri, cruciali per la biodiversità e per la protezione delle comunità locali. Secondo uno studio della World bank, per esempio, il ripristino delle mangrovie può ridurre fino al 30 per cento dei danni da inondazioni costiere, oltre offrire un rifugio per le specie marine a rappresentare un potente strumento di sequestro del carbonio.
Finanza etica e sostenibile a Ecomondo 2024
Finanza etica e sostenibile stanno quindi catalizzando un cambiamento strutturale nella blue economy, supportando progetti che non solo promuovono la sostenibilità, ma creano anche nuove opportunità economiche.
Questo tema sarà al centro del dibattito a Ecomondo 2024, la fiera della green economy che si terrà a Rimini dal 5 all’8 novembre. Tra gli appuntamenti chiave, anche la tavola rotonda svoltasi il 6 novembre, durante la quale esperti del settore hanno esplorato gli strumenti di finanziamento per la transizione ecologica in linea con gli accordi internazionali, come i green bond, i climate loans e i sustainability-linked bonds, analizzando come allinearsi agli obiettivi dell’Onu per il clima e la biodiversità.
L’evento, moderato da Emanuele Bompan, ha visto la partecipazione di figure di rilievo nel settore finanziario, tra cui rappresentanti di Amundi, Etica Sgr, il Forum finanza sostenibile e la Banca europea per gli investimenti.
Ma, oltre a ospitare il dibattito e attività divulgative ed educative, Ecomondo ha deciso di fare la sua parte attiva partecipando dal 2023 al progetto LifeGate Water Defender Alliance, un’alleanza aperta a società civile, aziende, porti e istituzioni, centri di ricerca che possono contribuire a diversi progetti in atto per la difesa dei nostri mari.
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