Finlandia, i socialdemocratici vincono le elezioni per la prima volta dopo 20 anni

I socialdemocratici hanno vinto le elezioni in Finlandia, superando di un soffio l’estrema destra. Era dal 1999 che il centro-sinistra non trionfava.

I socialdemocratici hanno vinto domenica 14 aprile le elezioni legislative in Finlandia. Si tratta della prima volta da vent’anni che ciò accade. Il partito di centro-sinistra – guidato dall’ex ministro delle Finanze Antti Rinne – ha sopravanzato di poco l’estrema destra dei Veri Finlandesi. Il che ha lasciato gli elettori della nazione scandinava a lungo con il fiato sospeso nella serata di domenica 14 aprile.

Ai socialdemocratici della Finlandia il 17,7 per cento

Tra i due partiti si è verificato infatti un autentico testa a testa. Terminato con il risultato di 40 seggi – su 200 – attribuiti ai socialdemocratici (sulla base di un 17,7 per cento di consensi), contro i 39 andati alla destra estrema. In termini percentuali, la distanza è stata di soli 0,2 punti percentuali.

reddito di cittadinanza in Finlandia
La Finlandia sarà governata dai socialdemocratici © Joakim Honkasalo / Unsplash

Era dal 1999 che il centro-sinistra non vinceva le elezioni legislative in Finlandia (all’epoca fu Paavo Lipponen ad ottenere la maggioranza, e a guidare poi una coalizione con il centro-destra fino al 2003). Ciò non significa però che il partito non abbia governato da allora. I socialdemocratici, al contrario, hanno partecipato a numerosi esecutivi, pur non esprimendo il primo ministro.

La campagna elettorale si è concentrata soprattutto sui temi dei cambiamenti climatici e delle politiche di austerità imposte dalla coalizione di centrodestra uscente. Quest’ultima era formata dal Partito di Centro dell’ex primo ministro Juha Sipilä, dal Partito della Coalizione nazionale (destra) e dal partito Riforma blu (euroscettici). I centristi sono quelli che hanno pagato il prezzo più caro delle loro scelte: il loro movimento è giunto infatti in quarta posizione, perdendo un totale di 18 seggi

I Verdi ottengono l‘11,5 per cento in un paese politicamente molto frammentato

Per quanto riguarda invece i Veri Finlandesi, essi erano entrati al governo nel 2015, coalizzandosi con il centro-destra. Ciò sulla base di una svolta “moderata” (in particolare sul tema dell’Europa) che era stata vissuta da molti militanti come un tradimento. Così, il partito ha vissuto forti tensioni interne e ha lasciato l’esecutivo nel 2017. Ne è nata una scissione, che ha portato alla creazione di Nuova Alternativa (poi ribattezzato Riforma blu), movimento che è rimasto al governo.

Alla testa dei Veri Finlandesi si è quindi posto Jussi Halla-aho, che ha puntato tutto su politiche radicali e proclami anti-migranti. “Non mi attendevo davvero un risultato simile. Nessuno se lo aspettava”, ha commentato il leader estremista dopo le elezioni di domenica.

Anche la sinistra (8,2 per cento) e i Verdi (11,5 per cento) hanno ottenuto un buon risultato. Ma è la prima volta in un secolo che nessuno supera il 20 per cento. Il che offre l’immagine di un paese politicamente molto frammentato.

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