Il 27 novembre aprono le candidature per la seconda edizione di Women in Action, il programma di LifeGate Way dedicato all’imprenditoria femminile.
Da Fiorello a Paola Turci, anche i vip sostengono Fondazione Rava nell’emergenza coronavirus
Aiutare subito e nel migliore dei modi, inviando medici volontari e donando attrezzatura agli ospedali. È questo il modo in cui Fondazione Rava sta facendo fronte all’emergenza coronavirus.
È un “ponte d’amore incredibile” quello che in questi giorni i volontari e i sostenitori della Fondazione Francesca Rava stanno costruendo per far fronte all’emergenza. A raccontarcelo Mariavittoria Rava, presidente della fondazione, che durante questa pandemia di coronavirus si è fatta carico di dare risposte immediate e concrete alle strutture ospedaliere più in difficoltà. Dal reperimento e la donazione di attrezzature di terapia intensiva, all’invio di operatori sanitari volontari nei reparti più colpiti.
Non semplici testimonial, ma veri volontari
Un modo semplice e immediato per sostenere la fondazione è donare 2 euro con sms o 5 o 10 euro da rete fissa al 45596, attivo dal primo al 20 aprile. Un’iniziativa sostenuta anche da tanti volti popolari di casa nostra. Tra loro Fiorello, Paola Turci e Martina Colombari, che da tempo aiutano la fondazione nella sua opera. Proprio Martina Colombari era stata protagonista del bellissimo documentario Haiti, realizzato dalla fondazione per mostrare le tante attività benefiche portate avanti sull’isola.
Spiega Mariavittoria Rava: “Quello che accomuna tutti i nostri testimonial è che non hanno semplicemente prestato il volto per la causa, ma conosciuto da vicino i nostri progetti. Si sono ‘sporcati’ le mani insieme a noi, diventando volontari”. Ecco perché la loro voce, così convinta e consapevole, può rivelarsi davvero preziosa per amplificare il messaggio in questo momento critico. Con il loro aiuto Fondazione Rava rivolge a tutti la richiesta di contribuire alla raccolta fondi che servirà per acquistare nuova strumentazione per gli ospedali. Tra le cose più urgenti c’è un nuovo macchinario di radiografia mobile al letto del paziente. essenziale per la diagnosi della polmonite interstiziale, causata dal coronavirus.
Aiuti immediati e soldi spesi bene, così si affronta un’emergenza
“In questo momento sentiamo di tante raccolte fondi e la generosità degli italiani è evidente”, spiega Mariavittoria. “Il punto fondamentale nelle emergenze, però, è che i soldi raccolti vengano spesi subito e bene. Questa è la nostra filosofia e infatti abbiamo sempre le casse semivuote. La nostra non è una modalità di “grandi calcoli”, ma è quella con cui noi crediamo vada affrontata un’emergenza. Perché le persone muoiono ora”.
Oltre all’impegno messo nella tempestività delle azioni, la fondazione offre anche un ruolo da garante, fondamentale in momenti così delicati, dove il mercato, inondato di richieste, a volte sfugge a certe regole. “Le solide relazioni pregresse che abbiamo con le strutture e i fornitori ci permettono di garantire ai donatori di pagare il giusto e spendere bene i loro soldi”.
Una consapevolezza fondata su vent’anni di esperienza, spesi al fianco dei più deboli durante emergenze umanitarie provocate da guerre e catastrofi naturali. Che si tratti di realizzare un ospedale pediatrico in grado di assistere 80mila bambini all’anno su un’isola del quarto mondo, come il Saint Damien di Haiti, di soccorrere 150mila migranti sulle navi della marina militare o di aprire otto scuole dopo un terremoto, come accaduto in Centro Italia nel 2016, Fondazione Rava ha una ricetta sola: mettersi al servizio di chi ha bisogno, recependone le reali necessità e agendo in concerto con le istituzioni e le strutture.
Gli aiuti concreti inviati agli ospedali da Fondazione Rava
Nel giro di poche settimane la fondazione, coordinandosi con la Regione Lombardia e l’ingegneria clinica degli ospedali, è riuscita a consegnare sedici nuovi letti di terapia intensiva al Policlinico di Milano e altre importanti attrezzature all’Ospedale Sacco, al Papa Giovanni XXIII di Bergamo, e ad altri ospedali in Lombardia e non solo.
Proprio a questi ultimi sono andati due preziosi macchinari per le radiografie mobili, come spiega Mariavittoria Rava: “Si tratta di una macchina molto difficile da trovare, ma che è essenziale per la diagnosi della polmonite interstiziale causata dal Covid-19. Essendo portatile, essa consente di effettuare la diagnosi a letto, senza dover muovere il paziente”.
Reperire le strumentazioni giuste è cruciale e la generosità da sola non basta. “Il personale deve poter ricevere esattamente ciò di cui ha bisogno”, prosegue Mariavittoria. “Ciò significa, per esempio, un macchinario più possibile simile a quelli già in uso. Ci sono tanti aspetti pratici di cui tenere conto”.
Oltre alle necessità cliniche, la fondazione è sensibile anche a quelle umane. Come la solitudine in cui tanti pazienti si trovano oggi. “Dal momento che i malati non possono ricevere visite dai propri cari, spesso i dottori si prestano a fare da tramite, magari usando anche i propri cellulari. Per questo abbiamo raccolto la richiesta di inviare dei tablet per i malati, in modo che possano videochiamare le famiglie”.
Aiutare è una responsabilità
Un approccio che Mariavittoria sintetizza attraverso le parole di Padre Richard Frechette, noto a tutti come Padre Rick, un sacerdote e medico che da trent’anni dedica tutta la sua vita al popolo haitiano. “Aiutare non vuol dire fare il minimo indispensabile, ma farlo nel miglior modo possibile”. Ciò significa che “aiutare durante un’emergenza è una grande responsabilità”, precisa Mariavittoria. “Perché se non si aiuta nel modo giusto si rischia di fare dei danni, invece di aiutare. Come dice sempre padre Rick responsabilità vuole dire, dal latino, capacità di rispondere nel modo giusto”. Cosa che, detta da uno che ogni giorno salva decine di ragazzi dalla strada, assume un valore autentico.
https://youtu.be/MuIRSeK0WBQ
Il Prof. Enrico Ferrazzi, direttore della clinica ostetrica Mangiagalli Policlinico di Milano e volontario della Fondazione Francesca Rava – NPH Italia Onlus , racconta l’importanza dell’ecografo donato per il reparto gravide Covid1-9in un momento di emergenza come quello che stiamo vivendo.
I volontari in prima linea
Particolarmente attenta alle problematiche legate all’area materno infantile, la fondazione ha anche reperito un nuovo ecografo per la Clinica Mangiagalli di Milano, divenuta il centro regionale per gravide e puerpere positive al Covid-19.
E proprio qui sono arrivate in queste settimane anche due volontarie ostetriche della fondazione (Francesca DiCosmo – già in pensione – ed Eleonora Bruni). “I bambini non smettono mai di nascere, nemmeno nelle emergenze, per fortuna”, prosegue Mariavittoria. “È un segno di speranza e a me commuove sempre moltissimo il coraggio di questi volontari. Dà la forza anche a me di andare avanti”.
Della task force già operativa fa parte anche il dottor Pier Eugenio Gobbato, primario rianimatore di Monfalcone: “Il primo medico volontario di una ong ad entrare in servizio negli ospedali italiani lo scorso 7 marzo, presso l’ospedale di Cremona, uno dei più in crisi”.
A lui si sono aggiunte poi due infettivologhe (Maddalena Cerone e Alessia Pria), arrivate apposta da Londra per dare sostegno al reparto Covid-19 2 del Papa Giovanni XXIII di Bergamo.
Un “benessere contagioso”, la risposta alla crisi del centro yoga City Zen
Ad aiutare la Fondazione Rava c’è, come sempre, anche City Zen, centro yoga e olistico di meditazione e benessere “sociale”. Fondato a Milano nel 2016 da Carol Brumer, una volontaria americana della Fondazione Rava, il centro è una social business che devolve il cento per cento dei suoi profitti alla fondazione stessa, basandosi sulla convinzione che “il benessere è contagioso”. Ed ecco perché, anche adesso che è chiuso a causa dell’emergenza, il suo spirito di servizio non si ferma, portando nelle case delle persone le sue lezioni di Smart Yoga. Come quelle messe a disposizione attraverso la collaborazione con LifeGate, che attraverso i propri canali regala ore gratuite di yoga a grandi e piccoli (con Smart Yoga Class for Kids).
A dimostrazione che ognuno può contribuire a modo suo a costruire questo grande ponte d’amore.
Per donazioni si può andare su dona.nph-italia.org o chiamare lo 0254122917 (IBAN IT39G0306234210000000760000; causale: emergenza coronavirus).
Inoltre da mercoledì 1 aprile a lunedì 20 aprile, sarà possibile contribuire tutti, anche da casa a questa guerra donando 2 euro con sms al 45596 dai cellulari Wind Tre, TIM, Vodafone, Iliad, PosteMobile, CoopVoce, Tiscali, 5 euro con chiamata da rete fissa TWT, Convergenze e PosteMobile, 5 o 10 euro con chiamata da rete fissa TIM, Vodafone, Wind Tre, Fastweb e Tiscali.
Per informazioni www.fondazionefrancescarava.org
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