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Firriato, dal bio alla carbon neutrality, la sfida della sostenibilità nel settore vitivinicolo
Andiamo in Sicilia per conoscere il lavoro e la filosofia di Firriato, la prima cantina carbon neutral in Italia. Ne parliamo con Federico Lombardo di Monte Iato, Coo dell’azienda.
Il marchio Firriato racchiude la storia di una famiglia e il suo legame con la Sicilia, una terra custodita, valorizzata e raccontata al mondo intero attraverso i vini. L’azienda muove i primi passi nel 1978 quando viene fondata da Salvatore Di Gaetano nell’agro trapanese, zona che vanta una tradizione vitivinicola millenaria. Di Gaetano, da giovane imprenditore, è mosso da un sogno e da un’intuizione: trasformare i vitigni autoctoni in vini di qualità, per portarli all’attenzione del mercato internazionale. L’intuizione si dimostra corretta, il sogno si avvera. È la cosiddetta epoca del rinascimento del vino siciliano e Firriato si distingue con il suo fare e la sua filosofia.
Come sottolinea Federico Lombardo di Monte Iato, che rappresenta insieme a Irene Di Gaetano la seconda generazione Firriato, tre sono da sempre gli obiettivi perseguiti. “Il primo è quello di esplorare il continente vitivinicolo siciliano, dalla viticoltura di mare sulle piccole isole alla viticoltura di collina, fino alla viticoltura di montagna sull’Etna. Il secondo obiettivo è valorizzare i vitigni autoctoni e la grandissima biodiversità ampelografica, quindi prendere vitigni come il Nerello Mascalese, il Perricone e il Nero d’Avola e portarli a una conoscenza internazionale grazie a un’enologia d’eccellenza che produce vini di alta qualità. Il terzo obiettivo, sicuramente quello oggi più sentito, è la sostenibilità, intesa in senso ambientale, sociale ed economico”. E proprio di ricerca e sostenibilità si occupa Federico Lombardo di Monte Iato fin dal suo ingresso in azienda, risalente al 2012. L’impegno e gli investimenti hanno costituito una sfida costante premiata da traguardi importanti. Basti pensare che Firriato nel 2019 ottiene per prima in Italia il riconoscimento di cantina carbon neutral, mentre nel 2021 riceve il premio per la viticoltura sostenibile assegnato da Gambero Rosso.
Dal bio alla carbon neutrality, la sfida della sostenibilità ambientale
Cultura, innovazione e rispetto per l’ambiente si intrecciano in un percorso che porta Firriato ad affermarsi nel panorama internazionale e a distinguersi in tema di sostenibilità. “Questo tema per noi è un valore fondamentale e fa parte dell’intero processo produttivo, dall’uva al vino che lascia i nostri cancelli”, racconta Federico Lombardo di Monte Iato. “È stato un lungo percorso, fatto di approcci, di cambiamenti ma soprattutto di scienza”. Lo incontriamo a Cavanera Etnea, la splendida tenuta incastonata tra i terrazzamenti che corrono lungo le pendici dell’Etna. “Questo territorio è uno scrigno di biodiversità e noi abbiamo deciso di preservarlo. Come? Innanzitutto andando a operare in regime di agricoltura biologica certificata e in particolare andando a identificare e misurare le risorse che concorrono a fare il vino con il minor impatto ambientale possibile. Abbiamo quindi scelto degli standard internazionali e le certificazioni che ci aiutassero in questo processo di cambiamento operativo e soprattutto manageriale, che riguarda il nostro modo di pensare. Per esempio abbiamo cominciato a usare in modo sapiente la risorsa acqua, abbiamo ridotto le emissioni di gas serra (dal 2012 al 2017 si sono ridotte del 41 per cento) andando poi a compensare le rimanenti, fino a diventare la prima cantina carbon neutral”.
In questo percorso di continuo miglioramento e crescente consapevolezza del proprio impatto ambientale, si inserisce l’adesione di Firriato a Impatto Zero. L’azienda infatti si è impegnata a compensare il 150 per cento delle sue attuali emissioni di CO2, dalla coltivazione delle uve al vino pronto per l’imbottigliamento, ingaggiando tutta la sua filiera nella strategia di mitigazione.
Firriato, il valore della tradizione e della bellezza
La sostenibilità non si traduce esclusivamente in una grande, grandissima sfida per combattere il cambiamento climatico, l’inquinamento, la scarsità di acqua e la perdita della biodiversità. Nei territori ci sono sono anche tracce legate alla storia e alle tradizioni che vanno riconosciute e valorizzate. Ne è ben consapevole la famiglia Firriato, che da sempre si fa portavoce della cultura siciliana, comunicandone il valore anche attraverso i vini.
Non è un caso che Federico Lombardo di Monte Iato ci porti a esplorare lo straordinario territorio dell’Etna, dandoci la possibilità di ammirarne l’unicità e la bellezza. E sono proprio questi gli elementi che ritroviamo nelle varie tenute sparse sull’isola e che nel loro complesso vogliono raccontare agli occhi del mondo la ricchezza culturale e vitivinicola della Sicilia.
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