L’ultimo bilancio di sostenibilità di Gruppo CAP, Sorgente di connessioni, ricorda l’importanza di fare rete per rendere concreta la transizione ecologica.
Il fiume Po è in crisi idrica. E l’estate non è ancora cominciata
Il fiume Po è in affanno. Siamo a fine primavera, ma le sue acque fanno registrare livelli simili a quelli di un’estate calda e inoltrata.
Il fiume Po, il più lungo d’Italia con i suoi oltre 650 chilometri, è in crisi totale. Il livello delle sue acque, infatti, è sceso sotto lo zero idrometrico. Al ponte della Becca, in provincia di Pavia, è in deficit idrico di 2,5 metri. Oltre un metro in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
L’anticiclone non dà tregua al Po
“Il regime di anticiclone sempre presente e masse d’aria secche in arrivo da Nord Africa che raggiungono le nostre regioni” non aiutano secondo quanto riportato dal meteorologo di 3Bmeteo.com, Francesco Nucera. “La Primavera 2017 calda ma anche poco produttiva in termini di precipitazioni, soprattutto nella prima parte, si colloca al secondo posto dopo quella del 2007”. Una situazione che, però, è in continuità con in un autunno e un inverno che hanno visto “le piovose perturbazioni atlantiche raggiungere l’Italia col contagocce”.
L’agricoltura italiana è in difficoltà
Secondo la Coldiretti, che con un milione e mezzo di associati è la principale organizzazione degli imprenditori agricoli a livello nazionale ed europeo, il Po ha un livello pari se non inferiore alla stagione estiva. Va ricordato, infatti, che l’estate comincia solo il 21 giugno. “Il 2017 non sembra posizionarsi in cima alla classifica degli anni peggiori che spettano tutti agli anni Novanta, almeno per il momento. Ma “l’anno in corso – conclude Nucera – può essere collocato tra i cinque con maggiore deficit idrico, con alcune zone che necessitano di grande attenzione come la pianura padana, le coste tirreniche del centro e la Sardegna”.
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