
L’auto connessa (in Italia ne circolano 18 milioni, il 45% del parco circolante) ha molti vantaggi in termini di sicurezza e innovazione. Ma a chi cediamo i dati personali e chi tutela la nostra privacy?
La mobilità elettrificata è sempre più centrale nelle scelte delle aziende. L’elettrico puro avanza più lentamente per l’autonomia e la rete di ricarica.
La mobilità elettrificata passa (anche) attraverso le flotte aziendali. Le imprese italiane possono fare da volano nel favorire una maggiore adozione di veicoli con motorizzazioni più sostenibili: ma se per l’ibrido si assiste a un vero e proprio boom, l’elettrico puro sconta ancora i limiti legati all’autonomia e a una rete di ricarica insufficiente.
È quanto emerge dall’indagine “Mobility transformation”, promossa dall’Osservatorio sulla mobilità aziendale Top thousand (composto da fleet e mobility manager di grandi aziende) e da Fleet magazine. La ricerca è stata condotta su un campione di 103 aziende di ogni dimensione e di diversi settori merceologici, per un parco totale gestito di oltre 120.000 veicoli. A un anno esatto di distanza da un analogo studio incentrato sul grado di sensibilità delle imprese rispetto alle alimentazioni elettrificate, i dati mostrano un notevole aumento dei veicoli ibridi in flotta nelle aziende campione (passati da 6.158 a 10.600, tra auto e veicoli commerciali leggeri).
Tra le differenti soluzioni ibride sul mercato, spicca l’ascesa del plug-in (3.698 vetture) che si avvicina al mild hybrid (4.880). In leggera salita anche i mezzi elettrici (4.531, contro i circa 3.600 della precedente indagine) per i quali pesano i tradizionali limiti connessi alla limitata autonomia, ai costi di acquisto elevati, alla resistenza al cambiamento da parte dei driver e alla carenza di un’adeguata rete infrastrutturale.
In un quadro decisamente positivo, non sono comunque mancati i problemi: sia pur esponenziale, in questi mesi la crescita dei veicoli ibridi è stata frenata dalla crisi della componentistica e dai conseguenti ritardi nelle consegne: se il 76 per cento del campione intervistato è riuscito comunque a inserirli all’interno delle flotte, ben l’81 per cento si dice pronto ad adottarli nell’arco dei prossimi 12 mesi. Per quanto riguarda il full electric, nel 2021 lo sviluppo è stato meno marcato: solo il 38 per cento degli intervistati ha inserito nel parco questa tipologia di veicoli, ma in compenso oltre la metà si dice pronto a sceglierli il prossimo anno.
D’altronde, per chi ha già virato con decisione sull’elettrificazione della flotta i vantaggi sono evidenti. Il 73 per cento del campione ha dichiarato che l’adozione delle vetture ibride ed elettriche ha portato benefici: in primis, la conformità con i valori aziendali, seguita dalla responsabilità sociale di impresa, dalle agevolazioni alla mobilità e dal risparmio. In generale, dallo studio emerge un aspetto importante: chi ha scelto di elettrificare la flotta lo ha fatto per un orientamento green ben preciso, più che per le agevolazioni previste dalla normativa.
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