Nuove immagini in un allevamento di maiali di un fornitore di Lidl rivelano condizioni inadeguate e violenze sugli animali. Dopo il caso dei polli, cosa ci vorrà per fermare la sofferenza?
Foie gras: nuove immagini mostrano perché l’alimentazione forzata va abolita
Ancora oggi, milioni di anatre e oche sono costrette a subire l’alimentazione forzata per produrre il foie gras. Si tratta di una pratica feroce e crudele, come denunciano le nuove immagini che abbiamo rilasciato.
Negli allevamenti della Francia, dove viene prodotta la maggior parte del foie gras venduto in tutto il mondo, avvengono quotidianamente torture legali che l’Unione europea considera in linea con il benessere animale.
L’alimentazione forzata è una pratica utilizzata su anatre e oche con l’obiettivo di “ingrassare” il loro fegato. Come abbiamo documentato, negli ultimi 15 giorni di vita in allevamento, gli animali vengono obbligati a nutrirsi attraverso un lungo tubo di metallo infilato nelle loro gole, che somministra loro dai duecento ai quattrocento grammi di mangime, con gravi rischi di soffocamento e danneggiamento delle pareti dell’esofago.
La fase di alimentazione forzata – detta “gavage” – può portare oche e anatre a passare in pochi giorni a pesare da quattro a sette chili. Il loro fegato è di fatto colpito da una patologia che si chiama “steatosi epatica” e consiste nell’accumulo eccessivo di grasso all’interno delle cellule. Quando durante la macellazione il loro fegato viene estratto, pesa tra i 550 e i 700 grammi, ovvero da sette a dieci volte in più rispetto al peso normale.
Il foie gras insomma viene ricavato da animali malati e torturati, come sostenuto anche dalla comunità scientifica. La sua produzione è stata infatti fortemente condannata da un Rapporto del comitato scientifico veterinario dell’Unione europea, che giudica l’alimentazione forzata “nociva per il benessere degli animali”. Tuttavia, nonostante anche la Fao ritenga la pratica dell’alimentazione forzata nociva per gli animali, nel 2022 il Parlamento europeo ha approvato una relazione in cui si afferma che la produzione è basata su procedure di allevamento rispettose dei criteri di benessere animale.
Se in Europa questa pratica è consentita ancora in Francia, Ungheria, Bulgaria, Spagna e nella regione belga della Vallonia, in Italia la produzione di foie gras tramite alimentazione forzata è vietata dal 2007, ma non lo sono il suo commercio e l’importazione. Il nostro Paese è infatti tra i partner commerciali della Francia, che produce migliaia di tonnellate di foie gras ogni anno destinato ad alcune gastronomie nostrane e a numerosi ristoranti italiani, soprattutto nel periodo delle festività natalizie.
Eppure, da una recente consultazione pubblica della Commissione europea è emerso che il novanta per cento degli intervistati è contrario all’alimentazione forzata. Come Animal Equality non possiamo accettare che una pratica come questa possa ancora essere consentita in Europa, per questo abbiamo lanciato una petizione per chiedere al governo italiano di supportare il divieto europeo dell’alimentazione forzata in tutte le sedi necessarie. Fare la nostra parte per gli animali sfruttati a scopo alimentare scegliendo un’alimentazione priva della loro sofferenza, infatti, è possibile.
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