Nella regione del Sahel, sconvolta da conflitti inter comunitari e dai gruppi jihadisti, 29 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria.
Un ospedale e sei pozzi d’acqua per ridare il futuro a chi lo ha smarrito
Garantire l’accesso universale all’acqua e ai servizi igienici, una condizione imprescindibile per migliorare la vita locale. Così l’ospedale di Kalongo, in Uganda, si rinnova.
Dei 25 paesi con il minore accesso a fonti di acqua pulita al mondo, 19 sono in Africa. L’acqua non potabile e la mancanza di igiene sono tra le principali cause di mortalità infantile: ogni minuto un bambino appena nato muore in seguito a infezioni causate da acqua contaminata (come diarrea, colera e tifo) e da ambienti insalubri.
Il trasporto quotidiano delle taniche d’acqua, dal pozzo al proprio villaggio, è un’incombenza che per tradizione grava sulle spalle delle donne e delle bambine dell’Africa subsahariana e impedisce loro di prendersi cura dei figli e di andare a scuola. La disponibilità di acqua pulita e l’accesso a condizioni igieniche adeguate costituiscono un prerequisito per garantire la salute di una comunità e per l’affrancamento dalla povertà, dalla fame, dalla mortalità infantile e dalle discriminazioni di genere.
Cosa fa l’ospedale di Kalongo per l’accesso all’acqua
Di questo è ben consapevole l’amministrazione del Dr. Ambrosoli Memorial Hospital di Kalongo, un ospedale rurale di 271 posti letto situato nel distretto di Agago, uno dei più remoti, isolati e poveri del nord Uganda. Fondato nel 1957 da Giuseppe Ambrosoli, chirurgo e missionario, è un ospedale a vocazione chirurgica e ostetrico-ginecologica che serve un bacino di circa 500mila persone, per cui rappresenta l’unico e fondamentale presidio sanitario. Ogni anno assicura assistenza medica e cure a 50mila pazienti, di cui oltre il 70 per cento sono donne e bambini sotto i cinque anni. Per oltre vent’anni a partire dalla fine degli anni Ottanta l’ospedale si è trovato ad operare in condizioni di estrema difficoltà a causa della protratta guerra civile che ha imperversato in gran parte del nord Uganda, fungendo addirittura da rifugio per i migliaia di profughi, i “night commuters”, che durante la notte cercavano di fuggire la furia dei guerriglieri riparandosi tra le mura dell’ospedale.
Sei pozzi d’acqua
Con il ristabilirsi delle condizioni di pace e di sicurezza, l’ospedale ha avviato un importante processo di recupero e di ammodernamento delle proprie strutture per meglio rispondere ai crescenti bisogni della popolazione, alle nuove sfide e per assicurare la piena funzionalità dei servizi ospedalieri in condizioni di sicurezza e sostenibilità. L’ospedale di Kalongo si approvvigiona di acqua per tutti gli usi da sei pozzi distribuiti all’interno del complesso ospedaliero, che forniscono quantità sufficienti di acqua sia durante la stagione delle piogge che durante la stagione secca.
L’acqua viene raccolta e convogliata in cisterne dotate di pompe elettriche a controllo manuale e da qui viene distribuita per gravità in tutti i reparti e dipartimenti dell’ospedale e dell’adiacente scuola di ostetricia, e nei punti di erogazione in prossimità degli alloggi dei dipendenti. Inoltre, l’acqua viene utilizzata nel servizio di lavanderia dell’ospedale e nell’unità di produzione di fluidi per trattamenti endovenosi. Questo impianto di raccolta e distribuzione è cresciuto con l’ospedale senza una vera progettazione ma seguendo le progressive espansioni dei servizi e degli edifici.
Un progetto per la sicurezza e contro gli sprechi
Nel tempo questo ha comportato qualche disservizio: alcune aree del complesso ospedaliero ricevono sufficienti quantitativi d’acqua in continuità, mentre altre aree la ricevono più saltuariamente. Inoltre non è mai stata effettuata una manutenzione dell’impianto e molti tratti delle tubature e numerose cisterne presentano evidenti segni di usura e perdite. Queste perdite, oltre a rappresentare un inutile spreco, comportano anche un incremento dei costi elettrici del pompaggio. In varie zone del complesso dell’ospedale manca un impianto di drenaggio. Durante i forti temporali che si verificano nella stagione delle piogge, alcuni passaggi diventano inagibili per la quantità d’acqua che li copre; in qualche caso all’acqua presente sul terreno si aggiunge quella dai tetti, spesso sprovvisti di gronde. L’acqua piovana erode le fondazioni degli edifici, creando un dislivello eccessivo per raggiungere il floor dell’ospedale: per persone anziane, o future mamme con il pancione, il salto è eccessivo e non riescono a superarlo.
“È arrivata la stagione delle piogge e qui sono tutti felici. L’acqua porta vita, nei campi ormai bruciati dal sole. E quindi raccolti. E quindi lavoro, e soldi. Ma i più felici sono i bambini, che giocano con l’acqua sotto le grondaie, tutti zuppi e allegri. E sporchi. La terra, che è il nostro unico pavimento, diventa fango, le strade diventano impercorribili, ci sono fiumi di acqua che scendono ovunque”
(dal diario-blog di viaggio “Lessons from Kalongo” di Marta Guggiari)
L’ospedale ha pertanto avviato un importante progetto di adeguamento degli impianti idrici, di drenaggio e fognari di tutto il complesso, in parallelo alla ristrutturazione di tutti gli alloggi del personale medico locale che versavano ormai in condizioni abitative, igieniche, e di sicurezza non più accettabili.
L’intera onerosa opera verrà realizzata in fasi. L’obiettivo del progetto è di equipaggiare tutti gli alloggi delle singole famiglie con acqua corrente, toilette collegate al sistema fognario e dotate di una barriera per odori e insetti, e docce. L’impianto idrico verrà inoltre dotato di un sistema automatico di controllo delle pompe che regolano il flusso dell’acqua dai pozzi alle cisterne (attualmente effettuato manualmente da personale dedicato) per minimizzare gli sprechi ed evitare interruzioni di fornitura dell’acqua. Il sistema di drenaggio sarà oggetto di ampliamento e manutenzione così come anche la rete di tubature e le cisterne. Infine, per assicurare la potabilità e l’igiene dell’acqua, verrà installato un sistema di clorazione su tutte le cisterne e implementato un processo continuativo di analisi della qualità dell’acqua.
Acqua potabile e servizi igienici per migliorare le condizioni di vita
Poter accedere all’acqua potabile e ai servizi igienici rappresenta una condizione imprescindibile per migliorare le condizioni di vita e di lavoro del personale locale, che vive all’interno del compound con le proprie famiglie. In un luogo remoto come Kalongo, situato in una zona rurale poverissima e molto isolata, priva di vita sociale e di opportunità di crescita economica, questo intervento rappresenta un passo decisivo nell’ottica di aumentare la soddisfazione, la motivazione e la retention del personale medico e paramedico, e quindi di consolidare la curva di apprendimento e di esperienza, fondamentali per migliorare costantemente la qualità dei servizi sanitari erogati.
Lavori in corso a Kalongo dunque, per uno dei numerosi interventi di recupero strutturale finanziati dai sostenitori del Dr. Ambrosoli Memorial Hospital, tra cui la Fondazione Ambrosoli, che supporta l’ospedale con risorse economiche e competenze manageriali, al fine di continuare a garantire al maggior numero di persone possibile l’accesso a cure e servizi sanitari di qualità e regalare un piccolo pezzo di futuro a chi non ce l’ha.
Per saperne di più e sostenere l’opera umanitaria del Dr Ambrosoli memorial hospital visita il sito.
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