God fredag! Verdien på fondet er nå på…
Posted by Oljefondet on Friday, April 9, 2021
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Il Fondo sovrano norvegese debutta nelle rinnovabili. Oltre un miliardo di euro destinato alla costruzione del parco eolico offshore di Borssele.
Il Fondo sovrano norvegese, il fondo per investimenti a controllo statale più grande del mondo, ha annunciato il suo primo investimento nella costruzione di infrastrutture rinnovabili.
Il Norges bank investment management (Nbim), il ramo di gestione delle attività della banca centrale norvegese, che gestisce il fondo sovrano, ha accettato di contribuire con 1,37 miliardi di euro (circa 1,63 miliardi di dollari) alla costruzione del parco eolico in mare di Borssele, nei Paesi Bassi, promossa dalla società energetica danese Ørsted.
L’operazione dovrebbe chiudersi nel secondo o terzo trimestre del 2021. Il parco eolico offshore avrà una capacità produttiva di 752 megawatt (MW) e promette di soddisfare la domanda annua di elettricità di circa un milione di famiglie olandesi. Sorgerà a 23 chilometri al largo della regione olandese della Zelanda e toccherà profondità che vanno dai 14 a 36 metri. Sarà composto da 94 turbine da 8 MW, già impiegate nel parco eolico offshore Walney Extension, nel mare d’Irlanda.
La partecipazione al 50 per cento, che assicura una co-proprietà al fondo, rientra nella più ampia strategia di diversificazione degli investimenti, al di là di obbligazioni, azioni e immobili. L’energia prodotta da fonti rinnovabili è ritenuta sempre più convenienti e rappresenta una pedina della più ampia strategia del fondo sovrano norvegese. È stato costituito nel 1990 e oggi conta investimenti in 9mila compagnie di tutto il mondo, incluse Samsung, Apple e Microsoft. Possiede circa l‘1,4 per cento delle azioni di tutte le società mondiali quotate con 102 miliardi di euro in rendimenti (circa 123 miliardi di dollari circa) realizzati solo nel 2020.
Il fondo ha scelto di investire in questo progetto dopo averne valutati altro otto lo scorso anno. Come dichiarato a Bloomberg da Mie Holstad, chief real assets officer di Nbim, l’obiettivo è di puntare su nuovi progetti principalmente in Europa e Stati Uniti.
Lo scorso ottobre l’amministratore delegato di Nmib, Nicolai Tangen, ha detto a Reuters che il fondo aveva difficoltà a individuare le infrastrutture rinnovabili adatte a causa della forte concorrenza. A gennaio 2021 una controllata della Qatar investment authority, il fondo sovrano dello Stato del Golfo Persico, ha costituito una partnership con l’italiana Enel per costruire e gestire impianti di energia rinnovabile in Sud Africa e Zambia. Lo scorso novembre, una controllata della Abu Dhabi investment authority, il terzo fondo sovrano al mondo, in collaborazione con l’organizzazione indipedente Ontario teachers’ pension plan board, ha accettato di puntare circa 1 miliardo di euro, 1,25 miliardi di dollari, su Equis Development, impresa di rinnovabili con sede a Singapore.
Il Sovereign wealth fund institute (Swfi), società che analizza le partecipazioni di fondi sovrani e di altri grandi investitori globali, ha lanciato un ammonimento: i fondi sovrani sono stati lenti nel passare alle energie rinnovabili.
Secondo il Swfi, nel 2019, i fondi sovrani hanno investito 6,18 miliardi di dollari in combustibili fossili e 2,89 miliardi in energie rinnovabili. Disparità che è proseguita nel 2020 con 10,26 miliardi di dollari nelle fossili e 1,17 miliardi nelle rinnovabili.
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