Lorenzo Fontana è stato eletto presidente della Camera: leghista, ex ministro per la Famiglia e le disabilità, è considerato ultraconservatore.
È Lorenzo Fontana il presidente della Camera per la diciannovesima legislatura, terza carica dello Stato dopo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e quello del Senato, Ignazio La Russa, eletto ieri. Veronese, laureato in Scienze politiche, storia e filosofia, è un leghista della prima ora (nel 2002, a soli 22 anni, divenne vice-coordinatore federale del Movimento Giovani Padani) ed è considerato uno dell’ala più conservatrice del proprio partito, e tra i più vicini al segretario Matteo Salvini. Nel primo anno della scorsa legislatura, durante il cosiddetto governo giallo-verde, ha ricoperto l’incarico di ministro della Famiglia e delle disabilità.
La famiglia tradizionale
Laddove per famiglia Fontana intende esclusivamente quella tradizionale, composta da padre, madre e figli: le unioni gay per lui sono sono il frutto “della furia dell’ideologia relativistica” spiegò nel 2018, mentre le famiglie arcobaleno “esistono veramente?” rispose a una domanda quando già era diventato ministro.
Del resto da europarlamentare, mansione svolta dal 2009, fu uno dei più duri nel battersi contro due relazioni: la relazione Estrela, dal nome della parlamentare portoghese che l’aveva proposta, che chiedeva all’Ue di vincolare gli Stati membri a delle direttive da seguire per il rispetto dei diritti riproduttivi della donna, tra cui aborto, limitazione dell’obiezione di coscienza, aiuto alla fecondazione assistita; e la relazione Lunacek sui diritti delle coppie gay.
L’immigrazione è un altro dei suoi temi “preferiti”: un’arma, ha spiegato spesso, di distruzione dei nostri popoli e della nostra identità. “Da un lato l’indebolimento della famiglia e la lotta per i matrimoni gay e la teoria del gender nelle scuole, dall’altro l’immigrazione di massa che subiamo e la contestuale emigrazione dei nostri giovani all’estero. Sono tutte questioni legate e interdipendenti, perché questi fattori mirano a cancellare la nostra comunità e le nostre tradizioni. Il rischio è la cancellazione del nostro popolo” disse a un Festival per la Vita.
Ferreo cattolico (sul proprio profilo twitter posta quasi quotidianamente il Santo del giorno), ha posizioni molto nette anche sull’aborto: “Lo si è fatto diventare ufficialmente un diritto umano: in realtà è uno strano caso di “diritto umano” che prevede l’uccisione di un innocente..”.
Le posizioni in politica estera
In pochi lo ricordano, ma per due mesi Fontana ha ricoperto anche l’incarico di ministro per gli Affari europei, da luglio a settembre 2019, prima della caduta del primo governo Conte. Qualche anno prima, nel 2016, parlando proprio a un convegno dell’associazione ProVita onlus citò la Russia come punto di riferimento ideologico sui temi a lui più cari:
“C’è una deriva nichilista e relativista della società occidentale, ma la Russia è l’esempio che l’indirizzo ideologico e culturale in una società si può cambiare. Infatti se trent’anni fa la Russia, sotto il giogo comunista, materialista e internazionalista, era ciò che più lontano si possa immaginare dalle idee identitarie e di difesa della famiglia e della tradizione, oggi invece è il riferimento per chi crede in un modello identitario di società”.
Oggi però Fontana si dichiara favorevole alle sanzioni dell’Unione Europea contro Putin per l’invasione dell’Ucraina, e ricorda: “Le magliette indossate contro le sanzioni sono di anni fa. E non sono mai stato in Russia”. Piuttosto, nel 2016 partecipò con un messaggio di saluto al congresso di Alba Dorata, partito neonazista greco, e tuttora si schiera apertamente per il presidente ungherese Viktor Orban.
Il primo discorso da presidente
Nel suo discorso di saluto, Fontana ha saluto e ringraziato per primi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, “perno della nazione e fondamentale garante della costituzione e custode dei nostri valori”, Papa Francesco, che “rappresenta un riferimento spirituale per la maggioranza dei cittadini italiani, promuove il rispetto dei più alti valori, e sta svolgendo una azione diplomatica per la pace senza eguali”, e Umberto Bossi, storico leader della Lega “senza il quale non avrei fatto politica”.
Quindi ha spiegato che “la ricchezza dell’Italia è nella propria diversità, e dobbiamo fare di tutto per valorizzare queste diversità, anche attraverso la promozione delle autonomie. L’Italia deve dare forza alla propria peculiare natura senza omologarsi a realtà estere monolitiche e a culture che non diversificano. La diversità non è rottura o indice di superiorità ma espressione di democrazia e rispetto della storia”.
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