Il Parlamento europeo ha votato a favore di una normativa che consenta di rendere legale la messa al bando, in tutti gli stati membri, dei finanziamenti concessi alle fonti fossili, entro il 2025. A ciò si aggiunge la possibilità di bloccare, entro il 2027, anche gli stanziamenti a favore di qualsiasi altro progetto che possa risultare nocivo per l’ambiente.
Il Wwf: “Dal Parlamento europeo una posizione forte sulle fossili”
“Con questo voto – ha commentato Rebecca Humphries, specialista delle politiche comunitarie presso il Wwf – il Parlamento ha indicato una posizione forte all’Europa, affinché si adotti un Programma d’azione ambientale in grado di affrontare la crisi climatica ed ecologica. È stata lanciata una sfida alla Commissione e al Consiglio europeo”. Saranno infatti i governi dei paesi membri ad avere l’ultima parola, anche per quanto riguarda le fonti fossili.
All environmentally harmful subsidies must stop by 2027 at the latest, says European Parliament https://t.co/6tF86wejv0
Secondo la dirigente, “adottare impegni giuridicamente vincolanti, finalizzati a bloccare i finanziamenti dannosi per l’ambiente nei prossimi anni, assieme al passaggio ad un nuovo modello economico basato sul benessere e non sulla crescita del Prodotto interno lordo rappresentano passaggi essenziali”.
L’ottavo Programma d’azione generale per l’ambiente
Il Programma d’azione generale per l’ambiente – l’ottavo predisposto dall’Unione europea – indica infatti le azioni che si punta a portare avanti di qui al 2030. Nel novembre del 2019 il Parlamento stesso aveva adottato una risoluzione con la quale era stata dichiarata l’emergenza climatica. Esortando così la Commissione ad assicurare che le proposte legislative e di bilancio fossero in linea la necessità di centrare gli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi.
Nell’ottavo Programma d’azione ci si concentra soprattutto sulla transizione verso la carbon neutrality, ovvero l’azzeramento delle emissioni nette di CO2, sulle fonti rinnovabili, sull’efficienza energetica e sull’economia circolare. D’altra parte, nel suo ultimo rapporto, l’Agenzia europea per l’ambiente ha sottolineato come occorra modificare le attività economiche e gli stili di vita se si vuole lottare in modo efficace contro i cambiamenti climatici.
La Commissione indicherà i criteri per definire le attività nocive
Secondo il Wwf, tuttavia, le posizioni adottate finora dal Consiglio non hanno ancora spianato la strada per effettuare una transizione verso un’economia sostenibile. Ora il Parlamento, nel testo approvato, esplicita le misure che dovrebbero essere adottate a tale scopo. Un cambiamento di paradigma, dal momento che l’idea è di passare da una crescita quantitativa ad una qualitativa. A cominciare, appunto, dall’eliminazione dei sussidi alle fonti fossili e quelli dannosi per l’ambiente.
Entro la fine del 2022 la Commissione dovrà indicare quali sono i criteri per stabilire se un’attività è nociva o meno. È facile prevedere che su tale quadro di riferimento si scatenerà un nuovo braccio di ferro.
Il 29 ottobre 2018, le raffiche di vento della tempesta Vaia hanno raso al suolo 40 milioni di alberi in Triveneto. Una distruzione a cui si sono aggiunti gli effetti del bostrico, che però hanno trovato una comunità resiliente.
Continua ad aumentare il numero di sfollati nel mondo: 120 milioni, di cui un terzo sono rifugiati. Siria, Venezuela, Gaza, Myanmar le crisi più gravi.