Forest for change, l’installazione alla Biennale di Londra sulla crisi climatica

400 alberi di 23 specie diverse: Forest for change punta a sensibilizzare i visitatori sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

Quando la Somerset house di Londra fu costruita, circa 250 anni fa, non si potevano piantare alberi: proprio per questo motivo, Es Devlin ha deciso di trasformarla in un’oasi verde. Si chiama Forest for change ed è un’installazione realizzata dalla nota designer insieme allo sceneggiatore cinematografico Richard Curtis per la London design biennale. Il risultato è un bosco di 400 piante di 23 specie diverse che ha l’obiettivo di spingere i visitatori a riflettere sulla lotta contro i cambiamenti climatici.

Installazione
Il Global goals pavilion © Ed Reeve

L’installazione Forest for change della London design biennale

È stato proprio quando Es Devlin, anche direttore artistico della Biennale, ha scoperto che gli alberi erano stati banditi dal cortile dell’edificio al momento della sua nascita che ha avuto l’idea di trasformare questo spazio in una foresta dal valore simbolico. Forest for change, che si trova nel cortile della Somerset house, ha infatti lo scopo di far riflettere i visitatori sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. L’opera di Devlin comprende 400 alberi di 23 specie diverse che si trovano con facilità nel Regno Unito e nel Nord Europa, e unisce il mondo artistico a quello naturale.

I visitatori, che potranno ammirare questo e altri progetti presenti alla London design biennale dall’1 al 27 giugno 2021, hanno l’opportunità di passeggiare nel cuore della foresta fino a raggiungere il Global goals pavilion, un’installazione interattiva che spiega con maggiore chiarezza i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Ad assistere Devlin nella sua creazione anche Philip Jaffa, famoso designer di paesaggi, e Scotscape, gruppo di specialisti dell’inverdimento urbano che ha dato il proprio contributo a realizzare un’opera in linea con quelli che sono i temi di quest’anno della Biennale. E cioè “intrattenere, informare e incoraggiare l’azione”.

Forest for change
Forest for change © Ed Reeve

Le parole di Richard Curtis

“L’uomo ha cercato di dare una forma alla natura per centinaia di anni. Improvvisamente ci siamo resi conto, però, che la nostra sopravvivenza e quella del Pianeta possono esserci solo se permettiamo alla natura stessa di prosperare e vivere. Quindi questa opera meravigliosa di design è come un capolavoro della natura, ovvero una foresta”. Con queste parole Richard Curtis ha spiegato l’idea che sta alle spalle dell’opera. Ma nei diversi padiglioni si trovano tante altre installazioni innovative, coinvolgenti e soprattutto green. “In questa edizione della Biennale ogni paese che è qui con le sue opere ha un entusiasmo straordinario – ha raccontato Devlin –. Non c’è una sola mostra che non valga la pena di essere visitata”. C’è tempo fino al 27 giugno. Anche il più piccolo contributo può fare la differenza.

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