
La stagione calda sia appena iniziata, ma in India si registrano già temperature estreme. Le istituzioni cercano di attrezzarsi.
La regione francese della Bretagna ha varato un programma di intensa riforestazione, al fine di contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici.
Agire subito e farlo in modo efficace. La battaglia contro i cambiamenti climatici impone al mondo intero impegni concreti per ridurre le emissioni di CO2. Ma un’altra strada percorribile per limitare il riscaldamento climatico è quella di consentire alla natura di “rispondere” all’eccesso di biossido di carbonio presente nell’atmosfera. Assorbendo il gas grazie alle foreste. A patto di preservare queste ultime, ovviamente.
Objectif de 5 millions d’arbres d’ici 2025 !
Aux #assisesforetboisbzh, je propose la création d’un fonds de compensation pour que les entreprises et collectivités bretonnes contribuent ensemble à la plantation d’arbres.#BreizhCOP #BreizhForetBois #Carbone #energie #climat pic.twitter.com/yNxZkk0HXo— Loïg Chesnais-Girard (@LoigCG) October 18, 2019
È per questo che in Bretagna, nell’estremo nord-ovest della Francia, le autorità hanno deciso di avviare un imponente programma di riforestazione. Il piano, battezzato Breizh Forêt Bois, era già stato adottato nel 2015, e prevedeva di piantare circa un milione di alberi. Di fronte alla crisi climatica, però, il presidente della Regione, Loïg Chesnais-Girard, ha deciso di quintuplicare l’obiettivo: saranno così cinque milioni i nuovi alberi piantati entro il 2025.
Ad oggi l’estensione delle aree boschive in Bretagna è decisamente più bassa rispetto alla media della Francia. Essa copre 400mila ettari, ovvero il 14 per cento del territorio, mentre a livello nazionale il dato è attorno al 30 per cento. Tuttavia, secondo le cifre fornite dall’Ufficio nazionale delle foreste, in Bretagna il dato risulta in crescita dell’1-2 per cento all’anno.
La Bretagne veut planter cinq millions d’arbres d’ici à 2025 https://t.co/68iWsnehMv pic.twitter.com/5XBKGFlJiF
— 20 Minutes (@20Minutes) October 26, 2019
“Le foreste assorbono circa il 10 per cento delle emissioni di gas ad effetto serra – ha ricordato Chesnais-Girard al quotidiano 20 Minutes -. Esse rappresentano inoltre una formidabile riserva di biodiversità e agiscono sulla qualità dell’acqua nei territori circostanti”. Senza dimenticare la loro capacità di fungere da volano economico e di creare posti di lavoro.
Già oggi, le attività legate alle foreste della Bretagna garantiscono un fatturato complessivo di oltre due miliardi di euro all’anno. E assicurano un impiego a più di 15mila persone. Al pari del settore ittico, estremamente sviluppato in una regione che affaccia sull’oceano Atlantico e sulla Manica.
I cinque milioni di alberi previsti saranno piantati in aree rurali, ma anche su parcelle agricole e nelle città, “al fine di lottare contro il fenomeno delle isole di calore”, ha precisato il presidente bretone.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
La stagione calda sia appena iniziata, ma in India si registrano già temperature estreme. Le istituzioni cercano di attrezzarsi.
Il rapporto annuale sul clima in Europa di Copernicus e dell’Organizzazione meteorologica mondiale è un monito ad agire per l’adattamento e la mitigazione.
Secondo Copernicus, il mese di marzo del 2025 è stato il secondo più caldo di sempre nel mondo e il più caldo in assoluto in Europa.
Uno studio della Nasa ha spiegato il motivo per il quale l’innalzamento del livello dei mari ha superato i dati che erano stati previsti dagli scienziati.
Entro il 31 marzo 2025 per le aziende italiane scatta l’obbligo di dotarsi di una polizza assicurativa per rischi catastrofali. Vediamo cosa significa
Per la prima volta nel 2025 si celebrano le più grandi fonti di acqua dolce del pianeta, che fronteggiano la sfida dei cambiamenti climatici.
Donald Trump ha ratificato l’uscita degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi. Un duro colpo per il clima, ma anche un’opportunità per accelerare l’azione alla Cop30.
Quanto è vicino il collasso dell’Amoc, il sistema che comprende la corrente del Golfo, e cosa comporta? Ne parla Lungo la corrente, di Lorenzo Colantoni.
Uno studio di Fondazione Cmcc e università di Bologna ha analizzato due falde acquifere dell’Appennino, stimando i cali dei flussi nei prossimi decenni.