Dal 19 al 22 ottobre si è tenuto il terzo Forum regionale per lo sviluppo sostenibile della Lombardia.
Un appuntamento che ha visto una grande partecipazione di imprese, giovani, enti del terzo settore e istituzioni.
“Che la Lombardia sia un motore non è una novità. Finora, però, siamo stati il motore dello sviluppo tradizionale. La sfida che abbiamo di fronte è quella di investire sulla sostenibilità. Non è solo un tema ambientale, ma anche un grande tema di sviluppo economico e sociale”. Con queste parole Raffaele Cattaneo, assessore all’Ambiente e clima della Regione Lombardia, nel pomeriggio del 19 ottobre 2022 ha aperto i lavori del terzo Forum regionale per lo sviluppo sostenibile. Un appuntamento che chiude un ciclo, perché è l’ultimo della legislatura in carica. “Il senso di questi quattro giorni è quello di fornire strumenti di consapevolezza e di riflessione per capire a che punto siamo nel percorso verso lo sviluppo sostenibile”, ha spiegato. Un percorso che descrive come “equilibrato, partito dal basso, concreto, non ideologico”.
I numeri della Lombardia
La Lombardia non è la regione più estesa d’Italia (un titolo che spetta alla Sicilia) né quella che ospita la capitale, ma di primati ne vanta parecchi. È la prima per popolazione (con quasi 10 milioni di abitanti, contro i 5,7 del Lazio), per pil (nel 2020 era di 367 miliardi di euro, sui 1.654 dell’Italia nel suo insieme) e numero di imprese (il 18,5 per cento del totale nazionale, dice l’Istat).
Si potrebbero sciorinare numeri ancora a lungo, ma il significato è ben chiaro: quando una regione come la Lombardia prende delle decisioni, inevitabilmente funge da traino anche per altri territori. Ben venga, dunque, se declina in chiave sostenibile questa sua influenza. Anche perché la necessità di prendersi cura del pianeta è un tema che la tocca in prima persona. È uno scrigno di biodiversità, con 74 specie endemiche della flora nazionale, 380 specie native di fauna e vertebrati e migliaia di specie di invertebrati, e vanta un patrimonio naturale che è stato tutelato attraverso una rete di aree protette che copre il 22,8 per cento della sua superficie.
Garantire un futuro al pianeta risulta dirimente anche per lo stesso sviluppo economico. Basti pensare a un settore fiorente come il turismo invernale: con 900 chilometri di piste e 22 comprensori, l’industria della neve pre-Covid valeva 700 milioni di euro. Considerati gli inverni sempre più miti, però, già oggi tenere aperta una stazione sciistica a 1.500 metri è sempre più difficile. Un altro esempio è il comparto vitivinicolo: solo in Lombardia l’export valeva 284 milioni di euro nel 2019, anche grazie alle 5 Docg, 21 Doc e 15 Igt, ma basterà un aumento di 2 gradi della temperatura media globale (ritenuto più che probabile) per far scomparire metà delle aree attualmente coltivate a vite nel mondo.
Le aziende lombarde sembrano aver accettato la sfida di una crescita più verde. La nuova edizione del rapporto Green Italy redatto da Fondazione Symbola svela che son ben 90mila quelle che tra il 2017 e il 2021 hanno investito in prodotti o tecnologie green, il 17 per cento del totale nazionale. Lo stesso rapporto evidenzia quanto la green economy e la sostenibilità rafforzino la competitività e la capacità di rispondere alle crisi.
Imprese e giovani a confronto al Forum regionale per lo sviluppo sostenibile
Non stupisce dunque che le imprese abbiano avuto un ruolo da protagoniste fin dal primo pomeriggio del Forum regionale per lo sviluppo sostenibile, introdotto da Lisa Casali e presentato dal giornalista di LifeGate Roberto Sposini. Imprese giovani e in rapidissima evoluzione come le quattro startup dell’ecosistema di LifeGate Way Ta-daan, Hacking Talents, Chité e VillageCare; ma anche imprese più strutturate come Vibram, Collistar, Berlucchi, Poste italiane e Icam, intenzionate a improntare sulla sostenibilità i prossimi capitoli della loro lunga storia.
A dialogare con loro sul palco, e ad ascoltarle in platea, i ragazzi delle scuole superiori e delle università. Ai loro occhi la transizione ecologica non fa paura: al contrario, è una miniera di opportunità e – perché no – anche un incentivo in più per andare alla ricerca della propria strada. In un’Italia in cui due milioni di giovani tra i 16 e i 24 anni rientrano nella condizione di Neet (cioè non studiano, non lavorano e non frequentano percorsi di formazione professionale), questo fattore non è da sottovalutare. Da qui il grande spazio dedicato a percorsi professionalizzanti, strumenti per l’autoimprenditorialità, esperienze come il servizio civile.
Dire che le aziende stanno virando verso la sostenibilità non equivale a dire che questa transizione sia facile. Soprattutto per le piccole e medie imprese che costituiscono il 75 per cento del tessuto economico lombardo. Ci sono grandi ritardi da scontare su vari fronti, dal digitale all’energia, fino al coinvolgimento delle filiere; un coinvolgimento che, nella migliore delle ipotesi, dev’essere propositivo e non impositivo. A questo tema è stata dedicata la mattinata del 20 ottobre, aperta da un intervento di Daniela Bernacchi, segretaria generale per l’Italia del Global Compact Network, promotore di un patto globale per la decarbonizzazione delle imprese che conta 17mila aderenti in 160 paesi.
Il mondo delle imprese tradizionali è un attore importante, ma non l’unico. Per questo, nel pomeriggio del 20 ottobre si sono alternate sul palco numerose realtà del sociale e del terzo settore, tra cui Fondazione Triulza e Fondazione Cariplo, associazione Està, Banco Alimentare e Caritas ambrosiana, solo per citarne alcune. È stata anche l’occasione per raccontare #Nonsprecareunastoriadamore, la campagna di Regione Lombardia che promuove il rispetto verso il cibo e le buone abitudini alimentari, con tre testimonial d’eccezione come l’attore Flavio Montrucchio, la scienziata ambientale Lisa Casali e la content creator Matilde Silvestri.
Alle istituzioni spetta il compito di guidare il cambiamento, forti di una visione sistemica che coinvolga tutti gli elementi della società. L’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis), la cui co-presidente Marcella Mallen ha introdotto la mattinata di venerdì 21 ottobre, ha tra i suoi compiti anche quello di affiancare le amministrazioni locali in questo percorso di sviluppo sostenibile. L’approccio di Asvis è fondato su quattro punti cardine: misurare il posizionamento del territorio rispetto agli obiettivi dell’Agenda 2030, fissare obiettivi quantitativi, adottare politiche funzionali a raggiungerli, coinvolgere gli attori locali. Queste politiche vanno poi rendicontate a tutti gli stakeholder, ha sottolineato Pier Attilio Superti, vicesegretario generale di Regione Lombardia. Dopo questa premessa metodologica, è stato il momento di dare spazio alle iniziative concrete di svariati territori, dalla Catalogna alle isole Åland in Finlandia, per poi tornare nel pomeriggio alla dimensione locale e cogliere il punto di vista degli enti locali di fronte ai temi di mobilità, risorse naturali e governance, cioè l’assetto della responsabilità e dei processi decisionali.
L’ultima sessione del Forum, nella mattina di sabato 22 ottobre, ha portato sul palco importanti esperti del mondo accademico – come la rettrice dell’università di Milano Bicocca Giovanna Iannantuoni e il professore di Economia politica Leonardo Becchetti – di quello imprenditoriale, con il presidente e amministratore delegato di PwC Italia Giovanni Toselli, e del terzo settore, con il presidente della Fondazione per la sussidiarietà Giorgio Vittadini. “Il modello di governo adottato in Lombardia ha cercato di agire con la concretezza come obiettivo e il coinvolgimento come metodo”, ha dichiarato l’assessore Cattaneo, traendo la conclusioni dell’evento. Un modo di fare che, nella sua visione, risponde alle esigenze di un territorio così dinamico, caratterizzato da spirito d’iniziativa e capacità di adattamento.
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