Mentre il Premio Cairo tende sempre di più verso la neutralità climatica, l’opera vincitrice esprime tutte le preoccupazioni di una generazione.
Festival e mostre fotografiche da non perdere in Italia, tra primavera ed estate
Vacanze e pause estive in giro per l’Italia sono un’ottima occasione per festival e visitare mostre di fotografia. Le nostre scelte per i prossimi mesi.
“Il desiderio di scoprire, la voglia di emozionare, il gusto di catturare, tre concetti che riassumono l’arte della fotografia.” Questo diceva Helmut Newton su un’arte che oggi sembra essere divenuta semplice, forse troppo, ma che solo in pochi in realtà possono, a ragione, dichiarare di detenere. Tra le tante occasioni in giro per il paese, tra questa fine primavera e l’inizio dell’estate, abbiamo selezionato alcuni eventi a nostro parere da non perdere per chi la ama. Festival e mostre che raccontano di grandi autori del passato, ma anche qualche sguardo su ciò che accade nel contemporaneo in merito a questa forma espressiva.
Ugo Mulas. L’operazione fotografica, sino al 3 agosto – Le stanze della fotografia, Venezia
Nell’isola di San Giorgio Maggiore a Venezia sono state da poco inaugurate Le stanze della fotografia, un luogo non solo espositivo ma di ricerca e sperimentazione che porta avanti il lavoro della Casa dei tre oci che chi ama gli scatti e tutto ciò che ci gira intorno ha sicuramente molto amato. La prima mostra presentata qui è dedicata a Ugo Mulas, grandissimo fotografo italiano, nato in provincia di Brescia ma considerato milanese, che iniziò la sua strepitosa carriera nel dopo guerra. È un autore dai mille volti, capace di mutare come mutava il mondo attorno a sé ma forse è ricordato soprattutto per i suoi scatti nelle periferie milanesi che raccontavano l’ambiente artistico e culturale dei primi anni cinquanta del celebre Bar Jamaica. Morto nel 1973, 50 anni fa quindi, oggi a Venezia sono esposte più di 300 immagini, tra cui 30 foto mai in mostra prima d’ora, documenti, libri, pubblicazioni, filmati. Non è un caso che Mulas sia celebrato qui perché gran parte della sua carriera è stata dedicata all’arte e in particolare a immortalare le varie edizioni della Biennale. Cercate, tra le 14 sezioni in cui è divisa la mostra, quella che più vi rappresenta. Bello vedere i ritratti dei suoi amici e personaggi della letteratura, del cinema e dell’architettura. Il biglietto costa 14 euro.
Letizia Battaglia “Senza fine”, sino al 5 novembre – Terme di Caracalla, Roma
Incredibile per il luogo in cui è esposta e per la grandezza dell’artista che si celebra, è questa mostra che a Roma, alle Terme di Caracalla, rende onore a Letizia Battaglia donna e artista esempio unico per impegno civile, sentire sociale e sguardo artistico. Concretamente saranno esposte una selezione di 92 fotografie di grande formato che tentano di riassumere cinquant’anni del lavoro fotografico (1971-2020) di Battaglia con immagini iconiche, meno conosciute o inedite. L’occasione è il trentennale appena trascorso degli attentati a San Giovanni in Laterano e a San Giorgio al Velabro a Roma. È davvero un’occasione unica anche per l’allestimento: Senza fine infatti è un omaggio anche all’architetta Lina Bo Bardi (1914-1992) e in particolare a uno dei suoi più celebri lavori realizzato nel 1968 per la collezione d’arte del MASP-Museu de arte de São Paulo in Brasile, dove sospende le opere con dei cavalletti di cristallo. Qui accade qualcosa di simile: per le Terme di Caracalla i cristalli diventano una foresta sospesa, con fotografie bifacciali di grande formato che abitano quattro differenti ambienti, venendo così a creare una installazione aperta, non verticale e gerarchica, delle opere fotografiche. Più semplice di tante spiegazioni è ammirare il colpo d’occhio a Roma, nell’area archeologica dove queste enormi immagini sembrano ancor più vive e attuali. Il biglietto di 13 euro è incluso in quello per visitare le Terme e si acquista qui.
Wislawa Szymborska. La gioia di scrivere, dal 16 giugno al 3 settembre – Museo d’arte contemporanea Villa Croce, Genova
Non è solo una mostra fotografica ma lo è anche. Certamente va vista perché presenta documenti, alcuni rari e mai esposti, tutti relativi alla poetessa nota universalmente Wislawa Szymborska, nata proprio 100 anni fa in Polonia. A Genova troverete fotografie, carteggi, opere grafiche: sì perché la grande autrice polacca non era solo una poetessa, ma avendo frequentato le avanguardie, fin da giovane si era cimentata nel mondo dell’illustrazione che poi passò in secondo piano rispetto a quello dei versi. Ma la bravura e la passione per la figurazione rimasero vive e ne sono una prova i collages che realizzava e spediva agli amici in occasione delle feste. Stupendi e geniali, sono esposti a Villa Croce: questi collages erano veri e propri collanti d’amicizia che permettono di seguire i suoi percorsi creativi, affini nel linguaggio visuale come nella scrittura. Altra chicca sono le 100 massime di Wisława Szymborska, estratte dalla sue poesie, che accompagneranno il percorso espositivo. È davvero un insieme di piccole unicità “La gioia di scrivere” ed aggiungeteci che vi darà l’occasione di visitare un museo di Genova forse meno noto ma non per questo meno interessante. Il Museo d’arte contemporanea infatti si trova in una bellissima villa ottocentesca, affacciata sul mare e circondata da un ampio parco nel quartiere residenziale di Carignano e custodisce tra le altre, opere di Lucio Fontana, Piero Manzoni, Bruno Munari. Il biglietto costa 5 euro.
Cortona on the move, dal 13 luglio al 1° ottobre – Cortona (Arezzo)
È uno dei festival di fotografia più amati tra quelli del panorama italiano, per la qualità delle mostre esposte, l’attualità dei temi proposti e, non dimentichiamolo, le meravigliose locations nel borgo toscano dove gli artisti espongono i propri scatti. Nell’edizione 2023, la tredicesima, ci si esprime sotto il vasto cappello denominato “More or less” che da Paolo Woods, direttore artistico vine spiegato così: “La contrapposizione tra l’abbondanza e la scarsità, il superfluo e l’essenziale, le élite e le masse, l’accumulo e la dispersione”. I giorni migliori per visitare il festival Cortona on the move sono sicuramenti quelli d’apertura: nel lungo week end che va dal 13 al 16 luglio sono in programma talk ed eventi che impreziosiscono un appuntamento già imperdibile solo per il numero di artisti partecipanti, 30. Tra le tante proposte vi segnaliamo Il caso “Africo” dall’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo. Si tratta di un reportage apparso nel 1948 su L’Europeo che “illustrava” un paese dell’Aspromonte calabrese che rappresentava l’emblema della “questione meridionale”: oltre 2000 persone vivevano in condizioni disumane e il giornalista Tommaso Besozzi e il fotografo Valentino (Tino) Petrelli dell’agenzia fotogiornalistica Publifoto portarono alla luce questi cittadini e questa realtà di miseria. Che oltretutto nel 1951 furono anche vittime di un’alluvione distrusse tutto. A Cortona sarà visibile tutto il reportage mai esposto sinora. Sempre in tema di disastri climatici, Fausto Podavini con Apnea ci mostra come sia ridotto il Ciad dopo l’alluvione devastante del 2022, un paese dove oltre 200.000 persone sono costrette a vivere nei campi per sfollati.
Ragusa foto festival, dal 20 luglio al 27 agosto, Ragusa
Un bello sguardo su ciò che accade oggi nel mondo della fotografia ce lo può offrire un festival giunto ormai alla sua undicesima edizione: il Ragusa foto festival presenterà 10 mostre monografiche di altrettanti artisti che si sono espressi sul tema di quest’anno. A partire dalla collocazione geografica della città in cui si svolge, il territorio più a sud d’Europa nel cuore del Mediterraneo, crocevia di molteplici scambi tra le culture che vi si affacciano, e nel pieno di un momento storico che vive un drammatico inabissarsi della socialità, questo appuntamento ha scelto per l’edizione 2023 un tema di grande attualità – Relazioni – trovando nelle mille sfumature che esso può assumere l’opportunità di raccontare a un tempo l’uomo e la donna contemporanei – e il loro rapporto con il passato, il presente, il corpo, gli altri, il territorio, la realtà, l’immaginazione – e la fotografia più attuale che oggi non ha più solo un ruolo di testimone delle storie e della Storia, ma concorre in maniera determinante – grazie alla sua larga diffusione soprattutto nel mondo digitale – a creare e alimentare le relazioni. Il clou del festival saranno le 4 giornate inaugurali di luglio, periodo in cui vi consigliamo di visitarlo. Le sedi espositive sono tante in tutta la cittadina e l’ingresso è gratuito.
Fotografia Calabria festival, dal 21 luglio al 20 agosto – Fiumefreddo Bruzio e San Lucido (Cosenza)
Si definisce orgogliosamente il primo festival diffuso di fotografia in Calabria e fa bene a farlo visto lo scarso numero di eventi legati all’arte e in particolare alla fotografia che normalmente vengono organizzati al sud Italia. Dunque bisogna sostenerlo e visitarlo. Interessante il tema scelto per questa seconda edizione: “il cambiamento” visto come qualcosa che parte da ognuno di noi e smuove emozioni e sguardi profondi, che viene affrontato attraverso la fotografia non solo come mezzo d’espressione, ma essa stessa come linguaggio in continua trasformazione, sia nei contenuti che nella forma. Concretamente è possibile vedere scatti di artisti italiani e internazionali tra i quali vi segnaliamo l’attenzione per il cambiamento climatico al centro della collettiva di Climate visuals, l’unico programma al mondo di fotografia sul cambiamento climatico basato su dati scientifici, gestito da Climate Outreach, che al Festiva sarà presente con “Ocean visuals”, una nuova raccolta di immagini su oceani e coste, lanciata in occasione della COP27.
Altra chicca è la mostra ideata e realizzata da Archivio Luce – Cinecittà che porta, per la prima volta in assoluto, un suo progetto espositivo in Calabria: “Anni interessanti”, a cura da Enrico Menduni, uno specchio per osservare gli anni tra il 1960 e il 1975, caratterizzati da grandi cambiamenti sociali, economici e culturali. Certamente una buona idea quest’estate fare tappa in questi due suggestivi centri del basso Tirreno cosentino. Le esposizioni e gli eventi sono tutti a ingresso gratuito.
Robert Doisneau, sino al 15 ottobre – Museo Diocesano, Milano
Chi piace sempre è certamente il francese Robert Doisneau che questa volta possiamo ammirare al Diocesano di Milano dove viene ripercorsa la vicenda creativa del grande fotografo, attraverso 130 immagini in bianco e nero, tutte provenienti dalla collezione dell’Atelier Robert Doisneau a Montrouge, nell’immediata periferia sud di Parigi. Cerchiamo però di andare un po’ oltre all’immaginario iconico di questo artista, che non è solo quello del bacio sotto la Tour Eiffel. La rassegna infatti racconta oltre cinquant’anni di carriera di Robert Doisneau che è considerato, a ragione, insieme a Henri Cartier-Bresson, uno dei padri della fotografia umanista francese e del fotogiornalismo di strada, attraverso un percorso diviso per sezioni che analizza i suoi temi più ricorrenti e riconoscibili, dalla guerra alla liberazione, il lavoro, l’amore, i giochi dei bambini, il tempo libero, la musica, la moda, sapendo tradurre i gesti, i desideri e le emozioni dell’umanità tra gli anni trenta e gli anni sessanta. Molto interessanti, quindi non saltateli ma anzi, i due contributi video offerti: un’intervista al curatore Gabriel Bauret e la proiezione di un estratto dal film realizzato nel 2016 dalla nipote del fotografo, Clémentine Deroudille: Robert Doisneau, le révolté du merveilleux (Robert Doisneau. La lente delle meraviglie), che contribuisce ad approfondire la conoscenza dell’uomo e della sua opera. Il biglietto costa 10 euro e comprende anche la prima consumazione al grazioso bistrot del Diocesano.
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