Il fracking arriva anche in Colombia. Insorgono gli ambientalisti

Le autorità della Colombia hanno dato il via libera al primo progetto di fracking. Una tecnica molto controversa per i suoi rischi ambientali e sanitari.

  • L’Autorità nazionale sulle licenze ambientali colombiana (Anla) ha dato il semaforo verde al primo sito di fracking nella storia del paese.
  • La fratturazione idraulica delle rocce è una tecnica per l’estrazione di idrocarburi molto controversa.
  • Gli ambientalisti si scagliano contro questa decisione, anche a costo di essere oggetto di minacce.

Che l’economia della Colombia sia legata a doppio filo all’estrazione di combustibili fossili non è una novità. Nel 2020 la produzione di petrolio si è attestata su una media di oltre 730mila barili di petrolio al giorno, e i depositi non convenzionali custodiscono una produzione potenziale compresa fra i 3 e i 9 miliardi di barili. Finora però non è mai stata adottata la tecnica del fracking, molto contestata per i rischi ambientali e sanitari che comporta. Una limitazione che sembra vacillare, ora che le autorità hanno accordato il via libera al primo progetto pilota del colosso petrolifero Ecopetrol.

Cos’è il fracking, o fratturazione idraulica delle rocce

Il fracking è una tecnica impiegata per estrarre il petrolio e il gas di scisto (shale oil e shale gas), contenuti cioè all’interno di quelle rocce argillose nel sottosuolo che tendono a sfalsarsi più facilmente. In italiano si parla di fratturazione idraulica delle rocce, perché si perfora il terreno fino a raggiungere i giacimenti, dopodiché si inietta un getto ad alta pressione di acqua mista a sabbia e prodotti chimici per fare emergere il gas in superficie.

fracking
Processo di miscelazione dell’acqua con i liquidi utilizzati per il fracking © Joshua Doubek/Wikimedia

Soprattutto gli Stati Uniti hanno puntato molto su questo metodo estrattivo fin dai primi anni Duemila, presentandolo come un volano per lo sviluppo economico; nei fatti, le ricadute occupazionali sono molto più limitate del previsto (26mila posti di lavoro creati in Pennsylvania contro i 940mila prospettati dall’ex-presidente Donald Trump) e, per contro, si è perso il conto degli studi sulle possibili conseguenze ambientali e sanitarie dovute all’inquinamento delle falde acquifere. Le operazioni rischiano anche di creare lievi scosse sismiche.

Le autorità colombiane aprono al fracking

Nonostante questi timori, ampiamente indagati dalla comunità scientifica internazionale, l’Autorità nazionale sulle licenze ambientali colombiana (Anla) ha dato il semaforo verde al primo sito di fracking nella storia della Colombia. È opera di Ecopetrol, la compagnia petrolifera controllata dallo stato, si chiama progetto Kalé e si trova a Puerto Wilches, nel dipartimento di Santander, nella parte nordorientale del paese. Lì verranno installati una piattaforma e un pozzo di perforazione.

Per ora è stata emessa una valutazione ambientale positiva soltanto per il progetto pilota, non per il suo sfruttamento commerciale; sarà un’apposita commissione a deliberare se procedere in tal senso. Attualmente, infatti, in Colombia è vietato produrre e vendere energia ricavata da giacimenti non convenzionali; il massimo organo di giustizia amministrativa (l’equivalente del nostro Tar) sta tuttavia valutando la questione e, nel frattempo, concede di portare avanti simili progetti pilota.

La rabbia degli ambientalisti in Colombia

Peccato però che la zona di Puerto Wilches sia “tra le più ricche di biodiversità in Colombia, una delle zone che contengono più acqua, animali e aere verdi. E una di quelle con la maggiore presenza di milizie armate”, spiega alla testata Climate change news Yuvelis Natalia Morales. L’attivista ventunenne si è unita all’Alleanza per mantenere la Colombia libera dal fracking e ha fondato il comitato Aguawil, composto solo da ragazzi e ragazze di età compresa tra i 18 e i 25 anni.

Appena hanno iniziato a organizzare dibattiti e cortei pubblici, i giovani attivisti hanno ricevuto le prime intimidazioni. Hanno deciso di non fermarsi e, come risposta, le minacce sono diventate sempre più frequenti, coinvolgendo anche le loro famiglie. A Morales è stata puntata una pistola alla testa. Tutto ciò in un paese in cui sono stati uccisi 65 ambientalisti nel 2020, più di uno alla settimana.

Di fronte a quest’apertura al fracking, la reazione degli attivisti è di sconcerto e rabbia. Perché la decisione, spiegano in una nota citata da Reuters, è stata maturata in meno di cinque mesi “senza la partecipazione ampia e informata delle comunità di Puerto Wilches e Magdalena Medio che per più di un secolo hanno pagato le conseguenze del degrado sociale e ambientale associato allo sfruttamento convenzionale di idrocarburi”.

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