A Bordeaux è in funzione la centrale solare di Labarde, che garantisce l’energia elettrica necessaria per rispondere al fabbisogno di 70mila persone.
Giovedì 12 maggio è stata inaugurata la centrale fotovoltaica di Labarde, a Bordeaux, in Francia. Si tratta del più grande impianto solare urbano d’Europa, con un’estensione di 1,2 chilometri di lunghezza, per 500 metri di larghezza, lungo il fiume Garonna. L’equivalente di 85 campi di calcio.
3mila tonnellate di emissioni di CO2 evitate ogni anno
La centrale è dotata di 135mila pannelli solari. Produce 75.500 megawattora all’anno, e consente così di evitare emissioni di gas ad effetto serra pari a 3mila tonnellate all’anno. È capace di rispondere al fabbisogno annuale (riscaldamento escluso) di 30mila famiglie. “Tutta l’energia che produciamo viene immessa nella rete e distribuita ai consumatori, senza essere stoccata”, ha spiegato al quotidiano 20 Minutes Théo Bon, responsabile del progetto presso la JP Energie Environnement (JPee), azienda che ha costruito e che gestisce la struttura.
I pannelli solari utilizzati sono invece stati fabbricati dalla First Solar, azienda presente negli Stati Uniti, in Malesia e in Vietnam. “Si tratta di una scelta – ha precisato il direttore di JPee, Xavier Nass – dettata da un lato da ragioni finanziarie, tenuto conto del fatto che essi rappresentano il 40-45 per cento dell’investimento complessivo. Ma a farci propendere per la First Solar è anche la qualità dei pannelli stessi, che permette di diminuire fortemente l’impatto in termini di emissioni di CO2”. In soli sei mesi, infatti, i pannelli hanno di fatto compensato il biossido di carbonio disperso nell’atmosfera durante la fabbricazione.
La centrale solare sorge su un’area un tempo adibita a discarica
La centrale solare di Labarde, inoltre, è stata costruita su un’area che, un tempo, era adibita a discarica: utilizzata dal 1974 al 1984, riceveva i rifiuti di 27 comuni. Poi, dopo il 2004, è stata bonificata e i tre milioni di metri cubi di spazzatura accumulata sono stati impacchettati e portati via. Nella zona, tuttavia, non era più possibile costruire. Così, la JPee ha contattato il comune di Bordeaux proponendo una soluzione innovativa.
Il progetto è costato 60 milioni di euro in totale. JPee incassa 60 euro a megawattora, ma come contropartita paga alla città di Bordeaux un affitto per l’uso del terreno. Così, la collettività guadagna ogni anno circa 400mila euro, sulla base di un contratto la cui durata è stata stabilita in 35 anni. A quel punto, si deciderà se sostituire i pannelli, che saranno riciclati al 90 per cento.
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