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L’ambiente conta più degli interessi delle imprese. Sentenza storica in Francia
Per la prima volta il Consiglio costituzionale in Francia ha affermato che la necessità di salvaguardare l’ambiente può ledere la libertà di fare impresa.
Il Consiglio costituzionale francese ha emesso venerdì 31 gennaio una sentenza storica. L’organismo giuridico – equivalente della nostra Corte costituzionale – ha per la prima volta affermato che le esigenze di tutela dell’ambiente possono giustificare delle limitazioni alla libertà imprenditoriale.
Pour la première fois, le Conseil constitutionnel reconnaît que « la protection de l’environnement » peut justifier des « atteintes à la liberté d’entreprendre » https://t.co/4C0WcBX05l
— Le Monde (@lemondefr) January 31, 2020
Il giudizio su una norma che vieta l’esportazione di pesticidi non autorizzati in Europa
La questione posta al vaglio dei giudici era relativa al divieto di produrre in Francia, a fini di esportazione, pesticidi contenenti sostanze vietate dall’Unione europea. La disposizione è stata adottata il 30 ottobre del 2018, nell’ambito della legge sull’agricoltura e l’alimentazione, con decorrenza a partire dal 2022 e riguarda “la produzione, lo stoccaggio e la vendita” di prodotti fitosanitari.
Il ricorso contro la normativa era stato depositato nel novembre del 2019 dall’associazione delle imprese produttrici di pesticidi (Uipp), che ne aveva eccepito appunto la costituzionalità. Sostenendo che “il divieto di esportazione, per la gravità delle conseguenze in capo alle aziende del settore, è contrario alla libertà di fare impresa”, garantita in Francia.
Secondo il Consiglio costituzionale, invece, il legislatore ha diritto di conciliare “gli obiettivi di protezione dell’ambiente e della salute pubblica sanciti dalla Carta con l’esercizio della libertà di iniziativa economica”. E le norme devono prendere in considerazione “anche gli effetti che le attività esercitate in Francia possono produrre sull’ambiente all’estero”. Impossibile, in altre parole, nascondersi dietro al fatto che i pesticidi non sono prodotti con l’obiettivo di essere utilizzati sul territorio europeo.
“Per la prima volta l’ecologia vince sulla ricerca del profitto”
“Si tratta di un’eccellente notizia, che conferisce una forza giuridica inedita agli obiettivi di salvaguardia ambientale e ci permette di agire per l’ecologia su scala planetaria”, ha commentato il ministro della Transizione ecologia di Parigi Elisabeth Borne. Secondo l’Uipp, invece, si è trattato di una “decisione unilaterale, dal momento che siamo il solo paese al mondo ad avere una legge che impedisce la fabbricazione e l’esportazione di prodotti destinati a nazioni al di fuori dell’Unione europea”.
#Info I Le Conseil constitutionnel, saisi par les producteurs de pesticides, a jugé, vendredi 31 janvier, que l’interdiction de la production en France et de l’export des produits chimiques bannis par l’Union européenne étaient conformes à la Constitution.https://t.co/5xaBcTqt1l
— Reporterre (@Reporterre) January 31, 2020
Da parte loro, le ong ambientaliste hanno accolto la decisione del Consiglio costituzionale con grande soddisfazione: “È importante non imporre altrove ciò che noi rifiutiamo di fare sulle nostre terre”, ha dichiarato una dirigente dell’associazione France Nature Environnement. Mentre Greenpeace ha spiegato che “si tratta di una svolta decisiva nella gerarchia delle priorità. Per la prima volta, l’ecologia vince sulla ricerca del profitto e sull’interesse degli industriali”.
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