Da lunedì 22 agosto in Francia è entrata in vigore una normativa, approvata nell’estate del 2021, che vieta le pubblicità di aziende che sfruttano le fonti fossili. Niente più immagini di stazioni di rifornimento e automobilisti felici alla pompa self service. Una decisione che però, come spesso accade, prevede delle deroghe che hanno fatto storcere il naso agli ambientalisti.
Esentato il gas fino al 30 giugno 2023
Il decreto che impone il divieto è stato approvato dal parlamento di Parigi nel quadro della legge Clima e resilienza. E colpisce non solo le compagnie petrolifere ma anche, ad esempio, quelle minerarie. Tuttavia “salva”, almeno temporaneamente, il gas: fino al 30 giugno del 2023, giornali, radio, televisioni potranno continuare ad ospitare spot che magnificano le virtù di una fonte fossile il cui utilizzo contribuisce ad allontanarci sempre più dagli obiettivi climatici fissati dalla comunità internazionale.
🔍5 milliards € : ce qu’ont dépensé en pub les secteurs automobile, aérien et énergies fossiles l’an dernier en France 😱Pour des pubs qui masquent la réalité du réchauffement climatique, et nous incitent à l’aggraver… Exigeons une #LoiEvinClimat !https://t.co/1HvM49ET39pic.twitter.com/2hdiTNWMt7
Il decreto stesso ha giustificato la scelta di esonerare il gas dal divieto con una scadenza che si attende in Francia per il mese di luglio del prossimo anno. Per quella data, infatti, è prevista la fine della cosiddetta “tariffa regolamentata” di vendita del gas. Ovvero dei contratti di fornitura a prezzi fissati una volta l’anno dallo stato, su proposta della Commissione per la regolamentazione dell’energia.
Le compagnie fossili potranno continuare a proporre alcuni tipi di pubblicità
Dal 1 luglio la Francia ha deciso di sollevare i poteri pubblici dal loro ruolo di controllo sul mercato e di affidarsi a piene mani alla concorrenza. Per questo, secondo la normativa stessa, è necessario “che gli attori presenti sul mercato si facciano conoscere”.
Ulteriore limite della legge approvata dalla nazione europea è legata al fatto che i colossi delle fossili, pur non potendo ad esempio pubblicizzare i propri prezzi alla pompa, potranno continuare a vendere spot sulle loro iniziative di mecenatismo e sulle sponsorizzazioni concesse ad eventi terzi. Così come a veicolare comunicazioni istituzionali e finanziarie. Una scelta che ha suscitato le critiche di Greenpeace Francia.
Aujourd'hui, vous allez entendre que la publicité pour les énergies fossiles est désormais interdite en France. En fait, pas vraiment (cf nos tweets précédents). Si vous voulez comprendre les enjeux : https://t.co/h0ThcCMnuP
L’associazione ambientalista ha puntato per questo il dito contro la “mancanza di ambizione” del testo di legge. Chiedendo di estendere il divieto anche, ad esempio, ai trasporti aerei, stradali e marittimi alimentati attraverso i combustibili fossili. Come indicato d’altra parte dalla Convenzione cittadina sul clima nel 2020, che aveva proposto una misura ben più radicale rispetto a quella difesa dal governo.
La raccolta firme di Greenpeace per un divieto europeo
La stessa Greenpeaceha lanciato un’iniziativa al fine di convincere i poteri pubblici ad adottare un divieto a livello europeo. “Le multinazionali più inquinanti al mondo – ha spiegato l’associazione – sono tutte attive nel mercato dei combustibili fossili e continuano a inquinare con i loro business, ignorando gli allarmi della scienza sui cambiamenti climatici e sui rischi per la salute. Sono indifferenti di fronte alle vittime dello smog, delle frane e delle alluvioni, o agli incendi che devastano intere foreste. Ma sono sensibili alle loro perdite finanziarie. Per questo dobbiamo agire sulle loro campagne pubblicitarie: se non potranno più pubblicizzare i loro prodotti, ridurremo il loro potere di influenzare il mercato”.
Nello scorso mese di ottobre è stata infatti avviata a tale scopo una raccolta firme : l’obiettivo è raccoglierne un milione. C’è tempo fino al prossimo mese di ottobre per raggiungere la quota, il che obbligherebbe la Commissione di Bruxelles ad esprimersi nel merito.
Via libera dell’Assemblea Nazionale all’articolo che prevede lo stop alle nuove esplorazioni petrolifere. Per la Francia è una scelta soprattutto simbolica.
Un trattato per la cessione dei mari italiani alla Francia è stato firmato più di un anno fa. Per sfruttare il petrolio. L’Italia non l’ha ancora ratificato
Grenoble è l’unica grande città francese amministrata dai verdi. Che in 18 mesi hanno tolto le pubblicità, piantato alberi e “rallentato” gli automobilisti.