Per alcuni sono la quotidianità, ad altri ricordano d’infanzia, per altri ancora sono sinonimo di vacanze e relax. Ora, per i cittadini della Francia, i suoni e gli odori delle campagnesono diventati “patrimonio sensoriale”. E sono protetti da una legge che è stata approvata giovedì 21 gennaio in via definitiva dal Parlamento di Parigi.
In Francia 18mila processi nelle campagne per rumori e odori fastidiosi
Canti di galli, gracidii di rane, frinire ininterrotto di cicale o campane attaccate al collo delle mucche d’ora in avanti saranno dunque tutelati da una normativa statale. Che al di là della sua valenza simbolica, si ritiene possa anche contribuire a sollevare forze dell’ordine e giudici dai numerosi litigi tra vicini, proprio a causa dei rumori provocati dagli animali.
A promuovere la legge è stato il deputato del dipartimento della Lozère, Pierre Morel-À-L’Huissier, del partito di centrodestra Udi. L’idea, appunto, è stata di pore un argine ai 18mila processi intentati soltanto negli ultimi dieci anni in Francia per lamentele relative a rumori o odori sgradevoli nelle campagne della nazione europea. E che si prevede possano aumentare: sono infatti moltissimi i francesi (in particolare pensionati) che negli ultimi mesi hanno deciso di vendere le loro case in città per trasferirsi in aree rurali, nelle quali è possibile affrontare le restrizioni imposte dalla pandemia in maniera più semplice.
Nel 2018 i turisti nel dipartimento del Var chiesero di uccidere le cicale
Con la nuova legge, anche gli enti locali potranno “accompagnare” la mediazione tra vicini, convincendo (si suppone) a trovare un compromesso, sapendo che una denuncia non porterebbe probabilmente ad una condanna per chi alleva polli o pascola vacche.
En voilà une nouvelle qu'elle est bonne 🥰. Les odeurs et bruits de la campagne, ce sont des petits bonheurs que seuls les campagnards peuvent apprécier. https://t.co/YQeJHbtJfB
Ma ad essere tutelata sarà anche la biodiversità. Nell’estate del 2018 fece scalpore la richiesta di turisti in villeggiatura nel dipartimento costiero del Var, che avevano reclamato il ricorso a pesticidi per uccidere le cicale presenti nella zona. La vera difficoltà tecnica (e giuridica) sarà tuttavia legata all’applicazione della normativa. Occorrerà infatti definire i limiti del “patrimonio sensoriale”.
Ciascun dipartimento dovrà infatti definire cosa fa ne parte nel proprio territorio. Proprio le cicale, ad esempio, sono di certo molto meno presenti – e dunque caratteristiche – in Alsazia rispetto alla Costa Azzurra. Si tratterà dunque di indicare l’identità culturale di ciascuna zona della Francia. La cui definizione sarà, è facile immaginarlo, foriera di ricorsi.
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