“Siamo estremamente soddisfatti e felici”. I rappresentanti delle quattro Ong che hanno denunciato lo stato francese per inazione climatica non hanno rinunciato a mostrarsi molto ottimisti, all’uscita dal tribunale amministrativo di Parigi, giovedì 14 gennaio. Nel corso dell’udienza, infatti, il rapporteur public, magistrato incaricato di effettuare le indagini e consegnare un rapporto al tribunale amministrativo che dovrà9 giudicare, si è schierato nettamente dalla parte dei 2,3 milioni di persone che hanno sostenuto l’azione legale.
Si les conclusions de la rapporteure publique sont suivies, la responsabilité de l’Etat dans le dérèglement climatique serait enfin reconnue. ✊ ⚡️Ce serait une victoire majeure pour le climat.
In Francia emissioni calate tra il 2018 e il 2019 soltanto dello 0,9 per cento
Il documento consegnato alla corte riconosce infatti “la colpevole carenza dello stato nella lotta contro i cambiamenti climatici”. In particolare a causa del “mancato rispetto della traiettoria di riduzione dei gas ad effetto serra che gli stessi poteri pubblici hanno stabilito”.
La Francia, infatti, si è impegnata a ridurre le proprie emissioni di gas ad effetto serra del 40 per cento di qui al 2030, rispetto mail livelli del 1990. Con l’obiettivo di raggiungere la carbon neutrality, ovvero l’azzeramento delle emissioni nette di CO2, entro il 2050. Tra il 2018 e il 2019, però, le emissioni sono calate soltanto dello 0,9 per cento. Mentre il ritmo necessario per ottenere l’obiettivo indica la necessità di rispettare un calo medio annuo dell’1,5 per cento fino al 2025, quindi del 3 per cento nei cinque anni successivi.
La rapporteure publique a demandé la condamnation de l'Etat à verser un euro symbolique aux associations pour le «préjudice moral» de son inaction climatique https://t.co/vH7fjiE4Qd
Secondo il rapporteur, “il non rispetto di tale calendario non è privo di conseguenze, poiché implica delle emissioni supplementari che possono aggravare il danno ecologico”. Durante l’udienza, a tal proposito, sono stati citati i rapporti dell’Ipcc, il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite, che hanno sottolineato gli effetti “gravi e irreversibili” che comporterà per l’intera umanità il riscaldamento globale. E che non risparmieranno i cittadini francesi, già costretti a fronteggiare eventi meteorologici estremi come le ondate di caldo straordinarie che hanno colpito le regioni meridionali nel corso dell’estate 2020. Il record assoluto di caldo Francia è stato battuto il 28 giugno nella città di Gallargues-le-Montueux, in Occitania, con 45,9 gradi centigradi all’ombra.
Il giudizio definitivo sarà reso dal tribunale nelle prossime due settimane
Per questo il magistrato ha chiesto “la condanna dello stato francese”. Che si tradurrebbe nel versamento simbolico di un euro alle associazioni (Greenpeace, Oxfam, la Fondazione Nicolas Hulot e Notre affaire à tour). Oltreché nell’imposizione al governo di agire per correggere le proprie politiche.
Il giudizio definitivo da parte della corte arriverà entro due settimane. Non è scontato che verranno seguite le indicazioni del rapporteur public, ma di norma in Francia i tribunali amministrativi non contraddicono le sue conclusioni. “A quel punto sarà difficile per il presidente Emmanuel Macron continuare ad affermare di adottare un comportamento esemplare in materia di clima”, ha commentato Jean-François Julliard, direttore generale di Greenpeace Francia. Da parte sua, il governo si è difeso affermando che un’eventuale condanna significherebbe avere “un pregiudizio sul risultato finale della nostra azione”. Sarà il tribunale a decidere, a breve, chi ha ragione.
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