Francia, lo stop alle nuove esplorazioni petrolifere approvato dal Parlamento

Via libera dell’Assemblea Nazionale all’articolo che prevede lo stop alle nuove esplorazioni petrolifere. Per la Francia è una scelta soprattutto simbolica.

L’Assemblea Nazionale francese ha approvato, nella notte tra martedì 3 e mercoledì 4 ottobre, l’articolo-chiave della legge presentata dal ministro dell’Ambiente Nicolas Hulot. Il testo prevede lo stop alla concessione di nuovi permessi per le esplorazioni petrolifere sul territorio della nazione europea. Inoltre, quelli esistenti non potranno essere rinnovati al di là del 2040.

La Francia produce l’uno per cento del petrolio che consuma

“I cambiamenti climatici non conoscono frontiere geografiche e non possono permettersi giochi politici. Abbiamo molto poco tempo per invertire la rotta”, ha spiegato il ministro aprendo il dibattito nel pomeriggio. “Per noi – ha aggiunto – si tratta anche di una risposta a coloro, in particolare gli Stati Uniti, che stanno cercando di affossare l’Accordo di Parigi”.
Dopo la Costa Rica, la Francia punta così a porsi come pioniera mondiale della transizione energetica. Va detto, però, che la norma approvata oltralpe è soprattutto simbolica: la nazione europea produce solamente 815mila tonnellate di petrolio all’anno. Si tratta di circa l’uno per cento di quanto consumato. E la legge non prevede diminuzioni delle importazioni.
Il provvedimento dovrebbe essere adottato definitivamente entro la fine dell’anno.

Foto di apertura: Cop Paris/Wikimedia Commons

Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

L'autenticità di questa notizia è certificata in blockchain. Scopri di più
Articoli correlati
Cosa succede in Georgia, dove la gente è tornata a protestare

Migliaia di persone sono scese in strada contro la decisione del governo di sospendere i negoziati per l’adesione all’Unione europea fino al 2028. Violenta la reazione delle forze dell’ordine. La presidente della Georgia rifiuta di lasciare il mandato finché non verranno indette nuove elezioni.