L’Europa si è appena lasciata alle spalle il mese di aprile 2021, il più freddo dal 2003 in poi. A dirlo è il bollettino mensile pubblicato da Copernicus, il servizio europeo di monitoraggio climatico. L’ennesima anomalia che ci dimostra quanto siano vari e imprevedibili i cambiamenti del clima.
Le temperature medie di aprile 2021 in Europa e nel mondo
Le temperature medie globali ad aprile 2021 sono state più alte di 0,19 gradi centigradi rispetto alla media registrata tra il 2021 e il 2020, ma tutto sommato risultano meno estreme se paragonate a quelle registrate negli ultimi sei anni. A livello globale bisogna tornare indietro fino al 2015 per trovare un aprile più freddo.
Le anomalie saltano all’occhio soprattutto in Europa. Fatta eccezione per la penisola iberica e per gli stati più orientali, infatti, nella maggior parte del Continente il mese è iniziato con temperature miti che ben presto sono scese bruscamente. Nel suo complesso, nel Vecchio Continente quello del 2021 è stato il mese di aprile più freddo dal 2003.
Le conseguenze del freddo record di aprile 2021
Lo sanno bene in Francia, dove le gelate di metà aprile hanno gravemente compromesso l’annata frutticola e vinicola. Mentre sui social network venivano condivise le suggestive immagini dei falò accesi per tenere al caldo i vigneti in piena notte, il ministro dell’Agricoltura Julien Denormandie dichiarava lo stato di “calamità agricola”. Si stima che sia andato perso almeno un terzo della produzione vinicola francese, per circa 2 miliardi di euro di mancate vendite.
À vous, agriculteurs qui, partout en France, avez lutté sans relâche, nuit après nuit, pour protéger les fruits de votre travail, je veux vous dire notre soutien plein et entier dans ce combat. Tenez bon ! Nous sommes à vos côtés et le resterons. pic.twitter.com/uaW9TmPxYh
NelRegno Unito invece il mese di aprile è stato soleggiato, con frequenti gelate. Le temperature minime si sono attestate su una media di 0,6 gradi centigradi, con uno scostamento di ben 2,8 gradi al di sotto della media. Era dal 1922 che le minime di aprile non erano così basse.
Anche il freddo è un effetto dei cambiamenti climatici
Questo significa che possiamo tirare un sospiro di sollievo perché il trend del riscaldamento globale si è preso una pausa? Tutt’altro. Innanzitutto, il meteo è per definizione un fenomeno di breve durata ed è quindi ben diverso dal clima, misurabile solo su un arco temporale più lungo. Anzi, i cambiamenti climatici si manifestano anche sotto forma di eventi imprevedibili, estremi e fuori dalla norma.
Nello specifico, alcuni studiosi ritengono che le temperature rigide di aprile siano state influenzate dalla fusione dei ghiacci artici, poiché quantità crescenti di umidità si sono riversate nell’atmosfera causando un aumento delle precipitazioni, anche nevose. Esattamente com’è già successo nel 2018, quando l’anticiclone Hartmut ha portato un’ondata di gelo nelle isole britanniche. “Può sembrare controintuitivo, ma la natura è complessa e ciò che accede nell’Artico non rimane nell’Artico”, spiega Hanna Bailey, ricercatrice presso l’università di Oulu, in Finlandia.
Si parla tanto di finanza climatica, di numeri, di cifre. Ma ogni dato ha un significato preciso, che non bisogna dimenticare in queste ore di negoziati cruciali alla Cop29 di Baku.
Basta con i “teatrini”. Qua si fa l’azione per il clima, o si muore. Dalla Cop29 arriva un chiaro messaggio a mettere da parte le strategie e gli individualismi.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo alla Cop29 a Baku, ha ribadito il proprio approccio in materia di lotta ai cambiamenti climatici.