Un documentario che racconta la vita attorno ad una grande quercia attraverso gli occhi dei suoi abitanti. Un film per tutti dal 25 gennaio al cinema.
Free Solo, vivere oltre la paura. Il documentario sullo scalatore Alex Honnold vince l’Oscar 2019
Alex Honnold è il primo al mondo ad avere scalato la parete di El Capitan, in California, slegato. Free Solo, che ha vinto l’Oscar 2019 come miglior documentario, racconta la sua storica impresa.
In collaborazione con Mara Budgen
“Questo film è per chiunque creda nell’impossibile”. Nella notte degli Oscar 2019, Free Solo ha vinto il premio di miglior film documentario e la vittoria è stata commentata così dalla regista Elizabeth Chai Vasarhelyi che ha accettato il premio insieme al compagno, di regia e di vita, Jimmy Chin. Il documentario Free Solo, prodotto da National Geographic, racconta infatti la scalata passata alla storia realizzata dal climber americano Alex Honnold nel giugno 2017.
Un’impresa inedita e il sogno della vita di Honnold: scalare la parete di granito più iconica al mondo, El Capitan, senza corde, imbragature né protezioni, in free solo appunto. El Capitan, un monolite granitico alto 2.307 metri che si trova nel parco nazionale di Yosemite, in California, rappresenta una sfida per ogni scalatore. La sua famosa parete è di oltre 900 metri e la via scelta da Honnold è la Freerider (7c/5.12d). Una prova fisica e mentale in cui ogni movimento, anche il più minuscolo, e ogni esitazione possono fare la differenza tra la vita e la morte quando si scala con niente addosso, se non i vestiti e la magnesite.
Questa scalata riguarda il processo di muoversi attraverso la paura.Elizabeth Chai Vasarhelyi
Chi è Alex Honnold, l’arrampicatore di Free Solo
Alex Honnold è il miglior atleta al mondo nella disciplina del free solo, conosciuto nel mondo dell’arrampicata da oltre un decennio e diventato, grazie al documentario, un personaggio ormai noto anche agli occhi del grande pubblico. Nato a Sacramento, in California, nel 1985, è diventato celebre in ambito sportivo nel 2008, dopo aver completato in free solo la via Moonlight Buttress nel Parco nazionale di Zion nello Utah, Stati Uniti, e scalato la facciata nord-orientale di Half Dome, roccia granitica nel Parco nazionale di Yosemite, in California. Scenari naturali vasti e selvaggi fanno da cornice alle imprese da superuomo di Honnold, che ha passato gli ultimi anni della sua vita vivendo in un furgone, girando per il mondo e facendo tappa annualmente a Yosemite, mecca internazionale dell’arrampicata nonché casa di El Capitan.
Scalatori di alto livello come lui non praticano solo uno sport, abbracciano un vero e proprio stile di vita. Nel caso di Honnold, arrampicare slegati significa farlo in modo perfetto, senza errori, pena cadute probabilmente mortali: la preparazione quindi dev’essere completa e toccare ogni aspetto della mente, del corpo e delle scelte quotidiane, come ha raccontato sul palco del Ted dopo avere conquistato la sua vetta più grande, “El Cap”. Honnold non è solo uno sportivo, è un personaggio dalle molte sfaccettature, impegnato su diversi fronti. Ha raccontato la sua storia in un libro, ha creato una fondazione che promuove l’energia solare per migliorare le condizioni di vita delle persone nei contesti in via di sviluppo e come figura pubblica ha preso posizioni su temi come quelli della politica – ad esempio esortando i cittadini statunitensi a votare nelle ultime elezioni di metà mandato – e dell’alimentazione, in quanto promotore di una dieta vegetariana.
Free Solo, la trama del vincitore dell’Oscar 2019 come miglior documentario
Free Solo è un documentario che presenta, al tempo stesso, un ritratto intimo del climber Alex Honnold e un racconto personale della sua preparazione, fisica e mentale, durata anni per raggiungere il suo sogno più grande.
Anni fa, quando ho pensato per la prima volta di scalare la Freerider in free solo, mi dicevo ‘oddio, questo fa paura’. Ma poi ho allargato la mia zona di comfort finché quegli obiettivi che sembravano completamente folli sono diventati possibili. Alex Honnold
La preparazione è una parte molto consistente del documentario anche perché, come spiega la regista Elizabeth Chai Vasarhelyi, è stato un modo per risolvere il problema dell’interferire con la scalata di Honnold. Così, siamo immersi in tutte le tappe della sfida personale del climber: dalla sua determinazione, la passione per la scalata, le sconfitte (un infortunio alla schiena e uno alla caviglia) fino alle relazioni personali, con gli amici e i compagni più fidati di arrampicata, e la fidanzata Sanni McCandless. Il documentario ci accompagna dalla sua infanzia al suo furgone, dalle scalate in Marocco al suo ritorno a casa, fino al primo tentativo, non andato a buon fine, nel novembre 2016.
Poi, il 3 giugno 2017, la grande impresa. Alex Honnold è diventato il primo a scalare El Cap in free solo, in meno di quattro ore: partendo alle cinque e mezza di mattina è arrivato in cima poco prima delle nove e mezza. Un’impresa raccontata con immagini scenografiche uniche, dal dietro le quinte alla base della parete, alle ampie panoramiche di Yosemite e le immagini macro delle mani e dei piedi di Honnold che si muovono con maestria sulla roccia liscia di El Cap.
Le riprese sono state realizzate da Jimmy Chin, regista, fotografo e scalatore, nonché grande amico di Honnold. “Eravamo molto sotto pressione perché dovevamo assicurarci che la produzione fosse perfetta, un nostro sbaglio avrebbe potuto avere conseguenze catastrofiche”, ha commentato Chin alla conferenza stampa degli Oscar. “Durante le riprese ero appeso alla parete, non potevo vedere Alex che era sotto di me. In quel momento, non potevo fare altro che fidarmi del fatto che avesse raggiunto la perfezione”.
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Free Solo è un documentario diretto dalla documentarista Elizabeth Chai Vasarhelyi e dal regista e fotografo Jimmy Chin, insieme ai producer Evan Hayes e Shannon Dill, e prodotto dal National Geographic. Ha vinto il premio di miglior film documentario agli Oscar 2019, battendo gli altri nominati Hale County this morning, this evening; Minding the gap; Of fathers and sons e RBG, ed è stato vincitore del People’s choice award: documentaries al Toronto international film festival. Il documentario, arrivato nelle sale italiane il 19 febbraio con in programma 40 date in tutto il paese, traccia quella linea sottile che ci fa stare in bilico tra coraggio e lotta interiore, forza fisica e forza mentale, sogni e determinazione. E forse ci invita a spingerci un po’ più in là della nostra paura.
Grazie, Alex Honnold, per darci coraggio, insegnarci come credere nell’impossibile e per essere un’ispirazione. Elizabeth Chai Vasarhelyi
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