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Frida Kahlo a Bologna negli scatti di Leo Matiz
Dopo le mostre dei suoi dipinti, i diari, il film, Frida Kahlo arriva in Italia, a Bologna per i tanti estimatori. Di Frida infatti si sono innamorati in molti abbastanza recentemente, soprattutto in Europa, grazie alla rivalutazione della sua opera artistica ma forse soprattutto per via della sua storia, affascinante, quasi simile a un romanzo. Frida
Dopo le mostre dei suoi dipinti, i diari, il film, Frida Kahlo arriva in Italia, a Bologna per i tanti estimatori. Di Frida infatti si sono innamorati in molti abbastanza recentemente, soprattutto in Europa, grazie alla rivalutazione della sua opera artistica ma forse soprattutto per via della sua storia, affascinante, quasi simile a un romanzo.
Frida Kahlo a Bologna: le fotografie di Leo Matiz
La mostra che apre il 14 gennaio a Bologna alla galleria Ono Arte Contemporanea presenta gli scatti di Leo Matiz – fotoreporter colombiano nato nella magica Macondo di Gabriel Garcia Marquez – e racconta la storia del Messico tra rivoluzione e guerra, gioia e speranza, del quale Frida esprime l’interiorità. Le foto si soffermano soprattutto sull’immagine di Frida, immortalata nel suo quartiere natale di Coyoacan a Città del Messico e Matiz regala un ritratto intimo ripreso da un punto di vista privilegiato, ossia quello dell’amicizia che per anni li ha legati. Messico vuol dire Frida e viceversa. Soprattutto in quegli anni di cambiamento, di tumulti politico-sociali che coincidono con le tragedie fisiche e sentimentali di Frida.
Frida, una vita che è un romanzo
Frida nasce nel 1907 a Coyoacán, una delegazione di Città del Messico ed è affetta sin dall’adolescenza da spina bifida che rende la sua giovinezza diversa dalle altre. Si dedica con passione all’arte e si interessa da subito di politica. Sostenitrice del socialismo nazionale frequenta gli ambienti culturali e politici e ammira i rivoluzionari. A 18 anni per via di un incidente stradale cambia la sua vita: Frida subirà più di 30 operazioni e sarà costretta anni a letto. In questo lungo periodo le uniche attività che la tengono in vita, seppur rinchiusa, sono l’arte, la pittura e la politica, il comunismo in particolare.
Si racconta che sopra il suo letto a baldacchino venne attaccato uno specchio in modo che Frida potesse vedersi e dipingersi; molti sono infatti gli autoritratti arrivati sino a noi. Ed è sempre dopo questo periodo di malattia e reclusione che Frida decise di sottoporre i suoi lavori a Diego Rivera, non sapendo che quest’incontro la segnerà per sempre, nel bene e nel male, artisticamente e sentimentalmente.
Diego ne riconosce il valore e i due si innamorano e si sposeranno, per ben due volte. Frida sopporterà i tradimenti di lui, e tradirà a sua volta, il loro amore fu tempestoso, segnato dall’arte, dalla politica e dal forte temperamento di entrambi.
Vivere con Diego Rivera significò anche viaggiare e far conoscere la propria opera all’estero.
Frida morì giovane, a 47 anni, provata dai suoi numerosi problemi fisici e le sue ceneri sono alla Casa Azul, suo studio e ora sede del Museo Frida Kahlo. Prima della morte scrisse “Spero che la fine sia gioiosa e spero di non tornare mai più”.
Una viaggio tra scatti che raccontano un’epoca, un paese e un’artista. Fino al 28 febbraio, chiuso il lunedì e domenica mattina. La chicca: ingresso gratuito e la possibilità di acquistare le fotografie.
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